domenica, marzo 12, 2017

La denuncia di Eugenio Giglio

Giglio Eugenio

Eugenio Giglio è il segretario dell'Ente Comunale di assistenza di Savona, ovviamente come la maggior parte dei funzionari di enti di Stato, è Fascista e in seguito aderisce alla R.S.I. Come tanti, anzi tantissimi, pagherà duramente la propria scelta. Giglio è sposato con Letizia Guerci e ha due figli, Nell'aprile del 1945, è costretto come tanti, a lasciare la sua abitazione in Savona per evitare ritorsioni da parte dei Partigiani comunisti. Con la famiglia si reca ad Alessandria dove si stabilisce temporaneamente, in attesa che la follia omicida finisca. Partendo lascia la casa di proprietà in cui abitava, un appartamento di 4 vani, completamente ammobiliato. Dopo il 25 aprile 1945, Eugenio viene arrestato dai partigiani, trattenuto per nove mesi in un campo di prigionia e poi prosciolto da ogni accusa. Ma, si sa che le spoliazioni di beni di proprietà iniziavano a tamburo battente. Dopo qualche settimana dalla partenza, egli apprende che la sua casa, in Via Pisa al civico 3, di sua proprietà, è stata completamente svuotata dai suoi mobili che sarebbero stati concessi a “famiglie bisognose” non meglio precisate e che nella sua casa, ora, ci abita un agente della polizia ausiliaria partigiana, il quale ha avuto in assegnazione casa di altri dal Comando della 2° Zona Forze Partigiane.
Quindi, alla faccia della cosiddetta liberazione, il povero Eugenio Giglio è senza un lavoro, espropriato della sua casa e derubato dei mobili, deve inoltre provvedere alla moglie ai due figli ed a sé stesso, si prospetta per il poveretto e per la sua famiglia una vita di grande miseria. E' triste e commovente al tempo stesso, la richiesta che egli rivolge al Procuratore di Stato, da lui firmata e dalla moglie, in cui racconta quello che gli è accaduto nella speranza di ritornare in possesso del giusto.
Nell'esposto egli afferma anche di essere grande invalido di guerra e di aver presentato analoga richiesta di avere Giustizia alla questura di Savona ma di non aver ricevuto alcuna risposta, niente di cui stupirsi, in effetti la Questura di Savona era inquinata dalla presenza di decine di partigiani comunisti, la famigerata polizia ausiliaria , gli stessi che requisivano i beni immobili ai fascisti o presunti tali e se li assegnavano tra di loro, il cerchio si chiudeva così, insomma un conflitto di interessi si potrebbe affermare.


Roberto Nicolick




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