Giglio Eugenio
Eugenio Giglio è il
segretario dell'Ente Comunale di assistenza di Savona, ovviamente
come la maggior parte dei funzionari di enti di Stato, è Fascista e
in seguito aderisce alla R.S.I. Come tanti, anzi tantissimi, pagherà
duramente la propria scelta. Giglio è sposato con Letizia Guerci e
ha due figli, Nell'aprile del 1945, è costretto come tanti, a
lasciare la sua abitazione in Savona per evitare ritorsioni da parte
dei Partigiani comunisti. Con la famiglia si reca ad Alessandria dove
si stabilisce temporaneamente, in attesa che la follia omicida
finisca. Partendo lascia la casa di proprietà in cui abitava, un
appartamento di 4 vani, completamente ammobiliato. Dopo il 25 aprile
1945, Eugenio viene arrestato dai partigiani, trattenuto per nove
mesi in un campo di prigionia e poi prosciolto da ogni accusa. Ma, si
sa che le spoliazioni di beni di proprietà iniziavano a tamburo
battente. Dopo qualche settimana dalla partenza, egli apprende che la
sua casa, in Via Pisa al civico 3, di sua proprietà, è stata
completamente svuotata dai suoi mobili che sarebbero stati concessi a
“famiglie bisognose” non meglio precisate e che nella sua casa,
ora, ci abita un agente della polizia ausiliaria partigiana, il quale
ha avuto in assegnazione casa di altri dal Comando della 2° Zona
Forze Partigiane.
Quindi, alla faccia della
cosiddetta liberazione, il povero Eugenio Giglio è senza un lavoro,
espropriato della sua casa e derubato dei mobili, deve inoltre
provvedere alla moglie ai due figli ed a sé stesso, si prospetta per
il poveretto e per la sua famiglia una vita di grande miseria. E'
triste e commovente al tempo stesso, la richiesta che egli rivolge al
Procuratore di Stato, da lui firmata e dalla moglie, in cui racconta
quello che gli è accaduto nella speranza di ritornare in possesso
del giusto.
Nell'esposto egli afferma
anche di essere grande invalido di guerra e di aver presentato
analoga richiesta di avere Giustizia alla questura di Savona ma di
non aver ricevuto alcuna risposta, niente di cui stupirsi, in effetti
la Questura di Savona era inquinata dalla presenza di decine di
partigiani comunisti, la famigerata polizia ausiliaria , gli stessi
che requisivano i beni immobili ai fascisti o presunti tali e se li
assegnavano tra di loro, il cerchio si chiudeva così, insomma un
conflitto di interessi si potrebbe affermare.
Roberto Nicolick
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