Siamo nel 1950, sono passati cinque
anni circa, dall'assassinio di Giuseppina Ghersi, sul cui omicidio le
indagini vanno molto a rilento. La povera madre di Giuseppina, Laura
Mongolli, coniugata Ghersi, viene nominata in una relazione della
Questura , indirizzata al Giudice Istruttore del Tribunale di
Savona. In questo rapporto, si parla della povera bambina, di un
attentato dinamitardo che fu compiuto con dell'esplosivo applicato
alla porta della casa dove abitava il padre di Giuseppina, Antonio.
Ma soprattutto l'ultima parte del documento è molto interessante
perchè si verbalizzano le accuse dei coniugi Ghersi verso alcuni
nominativi di poliziotti partigiani che a vario titolo sono stati
coinvolti nella vicenda e soprattutto si fanno due nomi , uno avrebbe
rapito Giuseppina Ghersi e l'altro sarebbe, secondo la denuncia
l'autore materiale dell'omicidio. In particolare emerge dalla
denuncia anche il nome del mandante del rapimento , un soggetto
estremamente attivo in numerose vicende oscure che avvennero nel
periodo successivo al 25 aprile 1945. Questi documenti provengono
dall'Archivio di Stato di Savona.
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