lunedì, agosto 14, 2017

Don Giuseppe Tarozzi

L'omicidio di Don Giuseppe Tarozzi
Parroco di Rolo

Don Tarozzi era il parroco do Rolo, Modena, un bravo curato il quale in diverse occasioni non aveva negato il suo aiuto, in cibo e denaro, a chiunque avesse bussato alla porta della canonica, Rolo era un piccolo centro della bassa compreso nel triangolo della morte che aveva come vertici Bologna, Ferrara e Reggio, in cui tante persone erano state assassinate dai partigiani comunisti assetati di vendetta o di altro.
A un mese dalla fine della guerra, la notte del 25 maggio 1945, qualcuno iniziò a colpire la porta della canonica con un piccole, il sacerdote capì che c'era poco da scherzare e subito accompagnò la perpetua assieme alla figlia ad una uscita secondaria. Poi con una lanterna in mano aprì la porta per vedere chi stava colpendo la porta con così tanta violenza, un sasso arrivato da buio colpì la lanterna e un gruppo di uomini fece irruzione.
Da quella notte nessuno vide più Don Tarozzi vivo, era sparito nel nulla, ogni ricerca risultò vana. In quella zona c'era una banda armata comunista, una delle tante, Don Tarozzi ai loro occhi era un simpatizzante della RSI, messo lì per spiare, in realtà fu una delle tante vittime dell'odio ideologico di cui ancora oggi, a distanza di anni non si vuole parlare per non dare adito a critiche alla Resistenza, ma le mele marce c'erano eccome anzi quello delle mele marce era un sistema.
Negli anni successivi il prete della Parrocchia dove Don Tarozzi faceva il Parroco, volle su iniziativa sua e di altri parrocchiani, fare affiggere una lapide in ricordo, ma la cosa sollevò un coro di proteste e di minacce e la cosa dovette rientrare.
In quella zona sino agli anni 90 si respirava ancora odio e paura, alcuni personaggi erano ancora forti e in grado di imporre la loro volontà. Comunque nel 1951 ci fu un processo per il suo omicidio e cinque partigiani rossi furono condannati ma nessuno è più in carcere, uno, Dante B. fuggì in Jugoslavia dove pare che insegni e ogni tanto in incognito torni a casa, un altro fu fucilato, un'altro ancora fa il contadino, abbruttito dal lavoro dei campi non vuole ricordare, degli altri due nulla si sa.
Nel 91, ci fu una segnalazione anonima e la Procura di Reggio Emilia ha riaperto il fascicolo delle indagini e ha mandato la polizia con una bella a scavare in alcuni terreni dove pare sia stato sepolto il corpo di Don Tarozzi.
Qualcuno afferma che fu ucciso e poi gettato in una canetiera, uno stagno dove viene messa a macerare la canapa e in quel posto i suoi resti vi siano ancora o meglio quello che rimane, altri dicono che è stato sepolto sotto una quercia a duecento metri dalla canonica, altri ancora dicono che fu bruciato nel forno di una casa colonica. Nel 2005, nonostante alcune richieste di proseguire le ricerche la Procura oppose un rifiuto alla loro prosecuzione.
Sicuramente le ricerche toccheranno anche quei siti, ma quello che colpisce è l'odio che si può leggere negli occhi di tanti vecchietti che il 25 aprile di ogni anno, vanno zoppicando sostenuti da un bastone, al corteo con le bandiere rosse.

Oggi Dante B. classe 1921,fu amnistiato e per anni gridò la sua innocenza, fu espulso dal PCI e nel 2005 si iscrisse al DS ma anche in quel caso il suo tesseramento fu valutato con grande attenzione. Intanto Don Giuseppe Tarozzi non ha una cristiana sepoltura da quella notte del 1945.

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