L'omicidio di Don Giuseppe
Tarozzi
Parroco di Rolo
Don Tarozzi era il
parroco do Rolo, Modena, un bravo curato il quale in diverse
occasioni non aveva negato il suo aiuto, in cibo e denaro, a chiunque
avesse bussato alla porta della canonica, Rolo era un piccolo centro
della bassa compreso nel triangolo della morte che aveva come vertici
Bologna, Ferrara e Reggio, in cui tante persone erano state
assassinate dai partigiani comunisti assetati di vendetta o di altro.
A un mese dalla fine
della guerra, la notte del 25 maggio 1945, qualcuno iniziò a colpire
la porta della canonica con un piccole, il sacerdote capì che c'era
poco da scherzare e subito accompagnò la perpetua assieme alla
figlia ad una uscita secondaria. Poi con una lanterna in mano aprì
la porta per vedere chi stava colpendo la porta con così tanta
violenza, un sasso arrivato da buio colpì la lanterna e un gruppo di
uomini fece irruzione.
Da quella notte nessuno
vide più Don Tarozzi vivo, era sparito nel nulla, ogni ricerca
risultò vana. In quella zona c'era una banda armata comunista, una
delle tante, Don Tarozzi ai loro occhi era un simpatizzante della
RSI, messo lì per spiare, in realtà fu una delle tante vittime
dell'odio ideologico di cui ancora oggi, a distanza di anni non si
vuole parlare per non dare adito a critiche alla Resistenza, ma le
mele marce c'erano eccome anzi quello delle mele marce era un
sistema.
Negli anni successivi il
prete della Parrocchia dove Don Tarozzi faceva il Parroco, volle su
iniziativa sua e di altri parrocchiani, fare affiggere una lapide in
ricordo, ma la cosa sollevò un coro di proteste e di minacce e la
cosa dovette rientrare.
In quella zona sino agli
anni 90 si respirava ancora odio e paura, alcuni personaggi erano
ancora forti e in grado di imporre la loro volontà. Comunque nel
1951 ci fu un processo per il suo omicidio e cinque partigiani rossi
furono condannati ma nessuno è più in carcere, uno, Dante B. fuggì
in Jugoslavia dove pare che insegni e ogni tanto in incognito torni a
casa, un altro fu fucilato, un'altro ancora fa il contadino,
abbruttito dal lavoro dei campi non vuole ricordare, degli altri due
nulla si sa.
Nel 91, ci fu una
segnalazione anonima e la Procura di Reggio Emilia ha riaperto il
fascicolo delle indagini e ha mandato la polizia con una bella a
scavare in alcuni terreni dove pare sia stato sepolto il corpo di Don
Tarozzi.
Qualcuno afferma che fu
ucciso e poi gettato in una canetiera, uno stagno dove viene messa a
macerare la canapa e in quel posto i suoi resti vi siano ancora o
meglio quello che rimane, altri dicono che è stato sepolto sotto una
quercia a duecento metri dalla canonica, altri ancora dicono che fu
bruciato nel forno di una casa colonica. Nel 2005, nonostante alcune
richieste di proseguire le ricerche la Procura oppose un rifiuto alla
loro prosecuzione.
Sicuramente le ricerche
toccheranno anche quei siti, ma quello che colpisce è l'odio che si
può leggere negli occhi di tanti vecchietti che il 25 aprile di ogni
anno, vanno zoppicando sostenuti da un bastone, al corteo con le
bandiere rosse.
Oggi Dante B. classe
1921,fu amnistiato e per anni gridò la sua innocenza, fu espulso dal
PCI e nel 2005 si iscrisse al DS ma anche in quel caso il suo
tesseramento fu valutato con grande attenzione. Intanto Don Giuseppe
Tarozzi non ha una cristiana sepoltura da quella notte del 1945.
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