La strage di Stellanello
10 giugno 1944
Stellanello è un piccolo
comune della provincia di Savona, a metà strada tra il mare e l'alta
via dei monti Liguri, il 10 giugno del 1944 fu teatro di un eccidio
di un plotone di giovanissimi militari , tutti al di sotto dei 20
anni, che vestivano la divisa della G.N.R. Appartenente al IX
Battaglione Genova, si tratta di 18 ragazzi con armi individuali e
del loro comandante un sottotenente , Filippo Mugavero.
Il plotone era in zona in
attività di perlustrazione, viene circondato da numerosi gruppi di
partigiani e dopo un breve scontro a fuoco, si arrende. In condizioni
normali i prigionieri sarebbero trasferiti ad un campo di prigionia
ma la banda partigiana che li ha presi ha bel altro in mente. I
prigionieri dopo essere stati depredati dei loro effetti personali
sono condotti con una marcia forzata in località Pian di Bellotto,
qui intorno a mezzogiorno del 10 giugno, dopo essere stati privati
delle uniformi, delle scarpe e persino della biancheria, vengono
passati per le armi, contro ogni più elementare norma militare e
soprattutto umana.
Molti abitanti del luogo
si ricordano ancora oggi, a distanza di anni, di quella colonna di
prigionieri visibilmente impauriti che camminavano lungo il sentiero
che li conduceva alla morte, in particolare molti di loro avendo
capito quello che stava per accadere gridavano ai partigiani di
risparmiare loro la vita, ma i boia furono irremovibili.
L'ufficiale che guidava
il plotone dei giovani soldati, Mugavero, ferito ad un braccio da cui
perdeva sangue in modo copioso, non ebbe nessuna cura medica, cosa
che avviene da parte di tutti gli eserciti, anch'esso venne
trascinato davanti alla canna dei mitra dei carnefici, cercò in
tutti i modi di rendere più pietoso questo terribile momento, chiese
i conforti religiosi per sé e i suoi soldati, ma i partigiani gli
risposero che non avevano tempo da perdere.
Dopo aver raggiunto il
luogo della strage, tutti i 19 militari vennero assassinati e sepolti
in una fossa comune. Non si capì mai le ragioni di quest'odio feroce
e irragionevole che armò le mani dei partigiani.
Il sottotenente Mugavero
era un Cattolico praticante e aveva guidato il suo plotone sempre con
grande umanità e nel rispetto delle popolazioni locali, non aveva
mai ecceduto, forse si era imbattuto in un gruppo di feroci assassini
che godevano a spargere sangue di repubblichini.
A distanza di un anno il
fratello e la sorella del tenente Filippo Mugavero, riuscirono grazie
all'aiuto di un contadino che aveva posto una grossa pietra a segnare
la fossa, a ritrovare il luogo.
Lo scavo portò alla luce
solo irriconoscibili ossa e nient'altro, ossa a cui fu molto
difficile dare un nome e distinguerle l'una dalle altre.
A conforto dei parenti fu
la testimonianza che il capo dei boia aveva fatto al parroco di
Stellanello , quando Filippo Mugavero ebbe la certezza della morte
imminente, abbracciò uno per uno i suoi militari esortandoli ad
avere fiducia in Dio e a cadere da uomini, espresse parole di perdono
ai suoi carnefici poi si aprì la camicia offrendosi alle pallottole
, gridando “Viva l'Italia”.
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