martedì, novembre 27, 2018

Brunilde Tanzi e Eva Maciachini



Brunilde Tanzi
17 gennaio 1947
Milano

Brunilde Tanzi , classe 1912, sorella del giornalista Gastone, era una ausiliaria repubblichina, anzi di più, senza nulla togliere alle sue colleghe del SAF, una Ausiliaria della leggendaria Decima Mas, aveva aderito al reparto di Borghese, pur sapendo che la situazione era molto difficile, ma Brunilde oltre ad essere una gran bella ragazza, alta e mora con due occhi scuri e profondi, era anche molto coraggiosa con degli ideali in cui credeva fermamente. Molto probabilmente aveva anche partecipato ad azioni di controbanda di contrasto alle brigate partigiane.
Dopo il 25 aprile 1945 i partigiani la presero prigioniera e la sottoposero alla rasatura pubblica dei capelli, il solito rito maschilista che voleva essere uno sfregio alla femminilità delle donne fasciste, ma questo non fermò Brunilde la quale non disdegnava di sfidare le squadre dei partigiani comunisti con senso dell'umorismo e con una ironia che aveva il potere di coprire di ridicolo questi personaggi.
Celebre fu la sua azione ironica e non violenta, con cui nel 1946, ridicolizzò la polizia ausiliaria partigiana , riuscendo a sostituire un disco in vinile, con dei contenuti pubblicitari, che doveva essere divulgato attraverso dei megafoni in centro a Milano, con uno su cui era inciso il famoso brano fascista “Giovinezza”. Grande fu la sorpresa della gente, quando proprio quella canzone aleggiò su Piazza Duomo.
Anche per questo motivo, gli assassini della Volante Rossa di Milano, i boia comunisti, decisero di ucciderla e così avvenne, in centro a Milano, intorno alle 22, in Via San Protaso, la Tanzi fu affrontata da alcuni killer che la colpirono spietatamente con un colpo di pistola automatica in pieno petto, quasi come un plotone di esecuzione.
Morì a 35 anni, riuscendo solo a pronunciare il suo nome, forse ridendo dei suoi assassini che dovettero essere in tre per ammazzare una donna sola. Lo stesso giorno, una sua amica , anch'essa ex appartenente alla SAF, Eva Maciachini, fu uccisa con il solito colpo di pistola, venne abbandonata nuda e semi carbonizzata per renderla irriconoscibile su un terrapieno della ferrovia a Lambrate a poca distanza dalla sede della Volante Rossa, in Via Conte Rosso.
Per giorni questo corpo non ebbe un nome, poi qualcuno la identificò.
I responsabili di questi due omicidi non vennero mai identificati e nei processi successivi a carico della Volante Rossa , nessuno degli imputati alla sbarra, ammise mai la propria colpevolezza in questi due vili omicidi.

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