domenica, novembre 11, 2018

Campo A, fossa 14/12

Nella notte tra il 12 e il 13 maggio 1945, una intera famiglia, compresa la domestica viene fatta sparire da un gruppo di partigiani comunisti, la famiglia, padre, madre e la giovane figlia sono i Biamonti e la domestica si chiama Elena Nervo.
I loro rapitori e assassini saranno, tre anni dopo identificati, arrestati e processati. Il mio libro descrive il clima di quegli anni, la cappa di terrore imposta nel Savonese da una banda di partigiani comunisti proveniente dal quartiere di Legino, le indagini del disperato fidanzato della giovane figlia Maria Angiola Biamonti, un ex tenente degli alpini della Julia e di un coraggioso maresciallo dei Carabinieri Anzalone.
Con dovizia di particolari descrivo le attività investigative, il ritrovamento dei corpi accatastati in una fossa preparata appositamente e travisata con una lapide farlocca, le autopsie dei quattro poveri corpi, le indagini istruttorie dei magistrati, le testimonianze, il processo e le sentenze nei vari gradi di giudizio.
Viene tratteggiata particolarmente la psicologia degli assassini che partendo da un livello di insoddisfazione personale, di malcontento e di invidia verso coloro che erano benestanti si presero l'arbitrio attrvarso una ideologia distorta e prevaricatrice di togliere la vita a persone innocenti, facendosi scudo del fatto che fossero partigiani e che quindi tutto a loro fosse concesso.
Uccisero e depredarono per odio dei fascisti, ma avrebbero potuto uccidere e depredare in qualsiasi epoca e circostanza e per qualsiasi motivo per omofobia, per odio verso la diversità e contro chiunque non la pensasse come loro. Essere armati in un preciso periodo di assenza della giustizia come quello fu, 1943 a seguire, fu un vantaggio che essi usarono per uccidere, stuprare e depredare, purtroppo grazie a amnistie compiacenti molti di loro rimasero liberi.
E' possibile ordinare il libro presso la mia mail robertonicolick50@alice.it

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