sabato, luglio 06, 2019

Il massacro degli Italiani 17 agosto 1893 Aigues Mortes


Il massacro degli Italiani
17 agosto 1893
Aigues Mortes

Aigues Mortes è una cittadina di circa 6000 abitanti nel sud della Francia, in Occitania, alla foce del Rodano, è nota per una cinta di ben conservate mura medioevali che la circonda, per le vaste saline che si trovano a una decina di chilometri dalle case, da essa partivano i Crociati del Re di Francia San Luigi per la terra santa.
E' tuttora meta di turismo soprattutto Italiano, in quanto dista poche ore di auto da Ventimiglia , sicuramente i turisti Italiani non sanno quello che accadde su quelle strade più di un secolo fa, una orrenda strage di operai Italiani e di parte delle loro famiglie, donne e bimbi compresi, che avvenne il 17 agosto del 1893. Tutto ciò per sapere come all'epoca e chissà magari anche oggi, i Francesi, o parte di essi, amassero noi Italiani.
La compagnia delle saline assumeva come ogni stagione, centinaia di operai per la raccolta del sale, non era un lavoro salubre, il caldo afoso, le paludi circostanti, l'aria bassa e stagnante della zona, il sale che ti cuoceva i piedi, le mani e la pelle del viso e le evaporazioni saline che quasi palpabili ti prendevano alla gola.
Non tutti accettavano quel lavoro ma molti Italiani, Piemontesi e Toscani in particolare si spostavano ad Aigues Mortes e alloggiavano in fatiscenti casoni dal tetto di canne e paglia posti al margine delle paludi, altri dormivano all'aperto sotto ombrelloni rattoppati , distesi sopra coperte e lenzuola di fortuna, gli Italiani provenivano da Torino, Asti, Vercelli, Alba anche Altare e da Pisa. All'alba tutti al lavoro nelle saline, era una vita massacrante e un lavoro bestiale che sicuramente la stragrande maggioranza dei migranti odierni che arrivano dall'Africa non vorrebbero mai fare.
Nell'agosto del 1893, la compagnia concessionaria delle saline di Peccais assunse circa 600 italiani e 150 degli 800 Francesi che si erano presentati, probabilmente i primi accettavano un salario più basso, questa politica di assunzione fece nascere un odio feroce verso i Piemontais, termine che era considerato un insulto , l'accusa era quella di rubare il lavoro ai locali , inoltre molti fra gli operai Francesi rifiutati erano ex galeotti, persone violente e versate per la rissa.
La sera del 15 agosto iniziarono le prime aggressioni, isolate, verso gli Italiani che proseguirono il giorno seguente, ma il 17 in mattinata anche grazie ad una fake news secondo cui alcuni Francesi erano stati uccisi dagli Italiani, una folla di persone armate di bastoni, forconi e roncole attaccò i fabbricati dove dormivano i Piemontesi con le famiglie, le case vennero date alle fiamme con la donne e bambini dentro, chi riuscì, fuggì verso Aigues Mortes ma anche in quel posto, trovò altra gente armata di bastoni e forconi che li inseguì sino agli stagni, senza dare loro tregua, pochi riuscirono ad entrare in città e si rifugiarono in un forno di una panetteria che generosamente li accolse sbarrando le porte alla folla inferocita, non tutti i Francesi erano carichi di odio. Questi rimasero assediati per un giorno e una notte.
I gendarmi, chiamati dal sindaco, dopo un primo timido tentativo di intervento si ritirarono terrorizzati, un reparto di cavalleria intanto era stato allertato a Nimes, ma attendeva l'ordine operativo di intervento quando finalmente giunse, cinquanta Italiani erano stati massacrati, secondo le autorità francesi solo otto – nove, i feriti furono più di un centinaio.
Negli stagni e accanto alle saline, continuava la caccia all'italiano, chi cadeva a terra era finito a colpi di forcone e i corpi gettati nei canali o nascosti nei campi sotto uno strato di terra, altri riuscirono a raggiungere la notte successiva Marsiglia, dove tuttavia in alcuni casi, in quanto Italiani, vennero rifiutati dal pronto soccorso , altri ancora, Giovanni Montefameglio di Castelnuovo D'Asti, Giuseppe Gibelli di Montafia d'Asti e Luigi Zeppo di Casalecchio arrivarono sino a Savona e furono ricoverati presso l'ospedale locale, raccontarono di aver visto”bambini sgozzati e fatti a brandelli, i corpicini impalati e portati in trionfo mentre la folla gridava ecco i macaronis italiani, altri corpi venivano portati in trionfo al canto della Marsigliese”.
Giovanni Patritto e Matteo Rocco di Sommariva Bosco, Carlo Bonello e Giuseppe Allino di di Tigliole D'Asti e Giacomo Jarrico di Trino Vercellese, anche essi inseguiti dalla folla inferocita, si tuffarono nelle acque melmose dell'Etang des Pesquiers il canale che portava alle saline e si misero a nuotare in modo forsennato, mentre dalla riva qualcuno gli sparava addosso.
A causa di questa situazione, tremila Italiani che erano nelle zone circostanti, raggiunsero Germania ed Austria alla ricerca di lavoro e di sicurezza, quando i militari entrarono ad Aigues Mortes era davvero troppo tardi, in seguito i responsabili almeno quelli identificati, diciassette fra cui anche un Italiano, furono processati ed assolti tutti !
Quindi in buona sostanza fu una strage impunita e alcuni giornali Americani anticiparono la sentenza di assoluzione, in quanto tutto il procedimento era stato viziato da false testimonianze a favore degli imputati.
In Italia ci furono accese dimostrazioni di fronte alle sedi diplomatiche della Francia e l'Italia mobilitò reparti militari che ammassò alla frontiera di Ventimiglia e di Modane, ma poi la crisi cessò, in fondo solo cinquanta poveri Cristi erano morti, fosse morto un nobile o uno della famiglia reale le cose sarebbero state diverse, anzi il governo Italiano represso i gruppi di cittadini che manifestavano di fronte alle sedi consolari francesi.
Per quasi un secolo in Francia, la strage entrò in una a orbita di negazionismo – rimozione, poi nel 2018 sui muri della panetteria dove si rifugiarono alcuni fuggitivi venne apposta una targa a ricordare i giusti che aiutarono i fuggitivi anche se in essa si continua ad ammettere un numero inesatto di vittime , ecco il testo «In memoria dei 10 lavoratori italiani vittime di xenofobia negli eventi del 17 agosto 1893. In omaggio ai Giusti: l'abate Jacque Eugène Mauger, la panettiera Aélaide Fontaine, madame Gouley e gli abitanti di Aigues Mortes che diedero prova di coraggio ed umanità» , a San Miniato nel maggio di quest'anno è stato scoperto un monumento per ricordare la strage, molto significativo con le scritte “Lavoro salario dignità libertà”.

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