Il massacro degli Italiani
17 agosto 1893
Aigues Mortes
Aigues Mortes è una
cittadina di circa 6000 abitanti nel sud della Francia, in Occitania,
alla foce del Rodano, è nota per una cinta di ben conservate mura
medioevali che la circonda, per le vaste saline che si trovano a una
decina di chilometri dalle case, da essa partivano i Crociati del Re
di Francia San Luigi per la terra santa.
E' tuttora meta di
turismo soprattutto Italiano, in quanto dista poche ore di auto da
Ventimiglia , sicuramente i turisti Italiani non sanno quello che
accadde su quelle strade più di un secolo fa, una orrenda strage
di operai Italiani e di parte delle loro famiglie, donne e bimbi
compresi, che avvenne il 17 agosto del 1893. Tutto ciò per sapere
come all'epoca e chissà magari anche oggi, i Francesi, o parte di
essi, amassero noi Italiani.
La compagnia delle saline
assumeva come ogni stagione, centinaia di operai per la raccolta del
sale, non era un lavoro salubre, il caldo afoso, le paludi
circostanti, l'aria bassa e stagnante della zona, il sale che ti
cuoceva i piedi, le mani e la pelle del viso e le evaporazioni saline
che quasi palpabili ti prendevano alla gola.
Non tutti accettavano
quel lavoro ma molti Italiani, Piemontesi e Toscani in particolare si
spostavano ad Aigues Mortes e alloggiavano in fatiscenti casoni dal
tetto di canne e paglia posti al margine delle paludi, altri
dormivano all'aperto sotto ombrelloni rattoppati , distesi sopra
coperte e lenzuola di fortuna, gli Italiani provenivano da Torino,
Asti, Vercelli, Alba anche Altare e da Pisa. All'alba tutti al
lavoro nelle saline, era una vita massacrante e un lavoro bestiale
che sicuramente la stragrande maggioranza dei migranti odierni che
arrivano dall'Africa non vorrebbero mai fare.
Nell'agosto del 1893, la
compagnia concessionaria delle saline di Peccais assunse circa 600
italiani e 150 degli 800 Francesi che si erano presentati,
probabilmente i primi accettavano un salario più basso, questa
politica di assunzione fece nascere un odio feroce verso i
Piemontais, termine che era considerato un insulto , l'accusa era
quella di rubare il lavoro ai locali , inoltre molti fra gli
operai Francesi rifiutati erano ex galeotti, persone violente e
versate per la rissa.
La sera del 15 agosto
iniziarono le prime aggressioni, isolate, verso gli Italiani che
proseguirono il giorno seguente, ma il 17 in mattinata anche grazie
ad una fake news secondo cui alcuni Francesi erano stati uccisi dagli
Italiani, una folla di persone armate di bastoni, forconi e roncole
attaccò i fabbricati dove dormivano i Piemontesi con le famiglie, le
case vennero date alle fiamme con la donne e bambini dentro, chi
riuscì, fuggì verso Aigues Mortes ma anche in quel posto, trovò
altra gente armata di bastoni e forconi che li inseguì sino agli
stagni, senza dare loro tregua, pochi riuscirono ad entrare in città
e si rifugiarono in un forno di una panetteria che generosamente li
accolse sbarrando le porte alla folla inferocita, non tutti i
Francesi erano carichi di odio. Questi rimasero assediati per un
giorno e una notte.
I gendarmi, chiamati dal
sindaco, dopo un primo timido tentativo di intervento si ritirarono
terrorizzati, un reparto di cavalleria intanto era stato allertato a
Nimes, ma attendeva l'ordine operativo di intervento quando
finalmente giunse, cinquanta Italiani erano stati massacrati, secondo
le autorità francesi solo otto – nove, i feriti furono più di un
centinaio.
Negli stagni e accanto
alle saline, continuava la caccia all'italiano, chi cadeva a terra
era finito a colpi di forcone e i corpi gettati nei canali o nascosti
nei campi sotto uno strato di terra, altri riuscirono a raggiungere
la notte successiva Marsiglia, dove tuttavia in alcuni casi, in
quanto Italiani, vennero rifiutati dal pronto soccorso , altri
ancora, Giovanni Montefameglio di Castelnuovo D'Asti, Giuseppe
Gibelli di Montafia d'Asti e Luigi Zeppo di Casalecchio arrivarono
sino a Savona e furono ricoverati presso l'ospedale locale,
raccontarono di aver visto”bambini sgozzati e fatti a brandelli, i
corpicini impalati e portati in trionfo mentre la folla gridava ecco
i macaronis italiani, altri corpi venivano portati in trionfo al
canto della Marsigliese”.
Giovanni Patritto e
Matteo Rocco di Sommariva Bosco, Carlo Bonello e Giuseppe Allino di
di Tigliole D'Asti e Giacomo Jarrico di Trino Vercellese, anche essi
inseguiti dalla folla inferocita, si tuffarono nelle acque melmose
dell'Etang des Pesquiers il canale che portava alle saline e si
misero a nuotare in modo forsennato, mentre dalla riva qualcuno gli
sparava addosso.
A causa di questa
situazione, tremila Italiani che erano nelle zone circostanti,
raggiunsero Germania ed Austria alla ricerca di lavoro e di
sicurezza, quando i militari entrarono ad Aigues Mortes era davvero
troppo tardi, in seguito i responsabili almeno quelli identificati,
diciassette fra cui anche un Italiano, furono processati ed assolti
tutti !
Quindi in buona sostanza
fu una strage impunita e alcuni giornali Americani anticiparono la
sentenza di assoluzione, in quanto tutto il procedimento era stato
viziato da false testimonianze a favore degli imputati.
In Italia ci furono
accese dimostrazioni di fronte alle sedi diplomatiche della Francia e
l'Italia mobilitò reparti militari che ammassò alla frontiera di
Ventimiglia e di Modane, ma poi la crisi cessò, in fondo solo
cinquanta poveri Cristi erano morti, fosse morto un nobile o uno
della famiglia reale le cose sarebbero state diverse, anzi il governo
Italiano represso i gruppi di cittadini che manifestavano di fronte
alle sedi consolari francesi.
Per quasi un secolo in
Francia, la strage entrò in una a orbita di negazionismo –
rimozione, poi nel 2018 sui muri della panetteria dove si rifugiarono
alcuni fuggitivi venne apposta una targa a ricordare i giusti che
aiutarono i fuggitivi anche se in essa si continua ad ammettere un
numero inesatto di vittime , ecco il testo «In
memoria dei 10 lavoratori italiani vittime di xenofobia negli eventi
del 17 agosto 1893. In omaggio ai Giusti: l'abate Jacque Eugène
Mauger, la panettiera Aélaide Fontaine, madame Gouley e gli abitanti
di Aigues Mortes che diedero prova di coraggio ed umanità»
, a San Miniato nel maggio di quest'anno è stato scoperto un
monumento per ricordare la strage, molto significativo con le scritte
“Lavoro
salario dignità libertà”.
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