domenica, settembre 22, 2019

la strage di Schio




La notte del 6 luglio 1945, quando i partigiani garibaldini della divisione Ateo Gareni, entrarono nei locali delle carceri di Schio ( Vicenza) si trovarono di fronte a poco più di cento prigionieri inermi, classificati come appartenenti alla R.S.I., in realtà , uomini e donne di cui alcune gravide, la maggior parte erano persone che facevano la loro vita , benestanti, medici, casalinghe, maestranze della manifattura Lanerossi , e comunque pochissimi di loro avevano militato nelle formazioni armate della R.S.I. Anzi alla fine della strage, si appurò che solo poco meno di una ventina erano iscritti al partito.
Gli sventurati erano alloggiati o meglio stipati come bestie, in due piccole celle, e in un camerone quasi al buio, in attesa di essere quasi tutti rilasciati ma, guarda caso, il loro rilascio era stato rinviato appositamente per permettere alla banda di carnefici di organizzare la mattanza. Si trattava quindi di una strage voluta, programmata e pianificata.
In particolare tra la ventina di criminali, si distinsero certi Valentino Bortoloso, Teppa, e Igino Piva, i quali mostravano di avere all'interno del gruppo degli assassini una funzione di comando, esibendo fantomatici elenchi di proscrizione e parlando di ordini ricevuti da eseguire, di chi non si sa, e mai si saprà.
Dopo un'ora di discussioni tra i boia, su chi ammazzare e chi no, fatta ovviamente davanti ai prigionieri terrorizzati , ebbe inizio la strage eseguita a raffiche di mitra, che si protrasse a lungo, i partigiani spararono nel mucchio, facilitati dal fatto che nessuno poteva fuggire: a terra, immersi nel loro sangue, rimasero 54 morti di cui 14 donne, la più giovane aveva 16 anni, 47 morirono sul colpo, 7 in seguito per le ferite subite successivamente, 17 feriti si salvarono e 15 rimasero illesi perchè coperti dai corpi delle vittime precedenti.
Quindi la banda di scellerati si allontanò con le canne dei mitra ancora bollenti. Quasi da subito molti di loro scomparvero.
Erano passati quasi due mesi dalla fine della guerra, e tutte questi detenuti, non dovevano essere tenute ancora ristretti in quelle celle, inoltre, nulla a loro carico era stato prodotto per continuare ancora a privarli della loro libertà, fu una strage feroce e assolutamente inutile compiuta per motivi abbietti, che ebbe risonanza nazionale nella società civile, nella Chiesa e nelle nascenti Istituzioni.
Anche gli alleati sempre molto tiepidi verso questi fatti , rimasero colpiti e iniziarono diverse inchieste. Ci furono dei processi, tre, che portarono anche a delle condanne a morte poi commutate in ergastoli, mentre molti degli imputati si resero irreperibili scappando all'est, Praga, dove molti partigiani comunisti trovarono asilo e riparo dalla giustizia Italiana.
Chi aiutò questi soggetti ad emigrare fu l'apparato militare del P.C.I. Che non potendo negare la strage , negò l'appartenenza degli assassini alla formazione garibaldina, definendolo elementi deviati appartenenti all'ala Trozkista.
Il fabbricato , dove avvenne la strage, è ora sede della biblioteca comunale di Schio el 2009, nel cortile interno è stata affissa una targa che riporta i nomi delle martiri, poi accadde una cosa indegna nel 2016 a Bortoloso , Teppa, qualcuno ebbe la splendida idea di conferirgli la medaglia d'oro per meriti resistenziali, che egli, a 93 anni, ebbe la faccia di c....... di andare a ritirare e di appuntarsi sul petto, ma, grazie Dio, ogni tanto le cose vanno per il verso giusto, e sotto l'onda dell'indignazione popolare, sempre dallo stesso Ministero della Difesa, arrivò la revoca di questa decorazione conferita ad un indegno assassino che dovette restituirla.
Al 6 di luglio di ogni anno, i parenti delle vittime , sostenuti dalle associazioni che si riconoscono negli ideali di continuità etica e culturale, partecipano ad una messa in Duomo ed a una commemorazione pubblica, per ricordare e piangere le vittime innocenti del macello di Schio, ovviamente avversati da tutte quelle zecche che all'opposto amano gli assassini ideologizzati.
La strage di Schio rimane nella storia di questa Nazione, come uno dei fatti più orrendi, inutili e vili di cui una formazione partigiana comunista si rese responsabile, i cui componenti dopo tre gradi di giudizio, vennero ritenuti colpevole, anche se non scontarono mai per intero le loro pene.

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