Il sequestro della Scuola
Media Ignazio Silone
13 marzo 1984
E'' una mattina come le
altre, quel 13 marzo del 1984, nel quartiere Salario a Roma , presso
l'ingresso della scuola media Ignazio Silone in Via Cocco Ortu, alle
9,45, si presenta un giovane sui trent'anni, si chiama Maurizio
Nobile, è figlio di un radiologo dell'INAIL, ha con sé un borsone ,
i due bidelli si avvicinano per chiedere di cosa ha bisogno.
Nobile apre il borsone ed
estrae un fucile a pompa cal. 12, e lo punta contro il bidello più
vicino che tenta di fermarlo, gli spara colpendolo con una cartuccia
a pallettoni, il bidello , Ernesto Chiovini crolla a terra ferito
mortalmente al ventre , l'altro Umberto Maestri, l'aggressore lo
punta con calma e gli spara mancandolo perchè si getta a terra
accanto al corpo di Ernesto in una pozza di sangue.
Poi Nobile sale le scale
continuando a sparare contro i soffitti e i muri, entra in una
classe, la Prima B, dove ci sono 19 alunni e l'insegnante di
geografia, fa ammassare tutti in fondo alla classe. Nel frattempo
nelle altre classi gli insegnanti, che hanno sentito gli spari, fanno
barricare, nelle aule, gli allievi ammucchiando i banchi e la
cattedra contro la porta di ingresso, spara diversi colpi di fucile,
una ventina dalla finestra senza colpire nessuno.
La scuola intanto è
circondata da decine di agenti e carabinieri, un elicottero volteggia
sopra l'istituto, arriva il sindaco di Roma , Vetere, il Questore e
il comandante dei Carabinieri, cercano di trattare con il
sequestratore, che afferma di volere un impiego fisso e di sentirsi
non accettato dalla famiglia.
Nell'aula Nobile, di
quando in quando, minaccia gli allievi con il suo fucile fumando
decine di sigarette, i ragazzini sono terrorizzati ma alla fine si
adeguano alla situazione e collaborano con il delinquente nel
segnalare gli spostamenti della polizia, per loro è quasi un gioco.
Una ambulanza va a prendere la anziana madre per cercare di
convincere il figlio ad arrendersi ma lui non vuole neppure parlare
con lei.
Un maresciallo dei
carabinieri , Salvatore Veltri, si offre come ostaggio, disarmato e
ammanettato, al posto dei bimbi ma il criminale rifiuta.
Nobile è il classico
signor nessuno, nessun precedente penale, nessun ricovero
psichiatrico, la classica persona che improvvisamente esplode per un
nonnulla. Il bidello nel frattempo muore sotto i ferri in ospedale
dove era giunto tra la vita e la morte, ma ovviamente non viene detto
al sequestratore.
Mentre il sequestratore
tratta con le autorità, dal lato opposto della scuola i vigili del
fuoco attraverso le autoscale evacuano gli altri ragazzi e i docenti.
Finalmente alle 16 Nobile decide di arrendersi, libera i diciannove
alunni e l'insegnante, e consegna alla polizia il fucile e altre 40
cartucce a pallettoni.
Da quei terribili giorni
sono passati 34 anni, la scuola non è più attiva ed è abbandonata,
ma tutti nel quartiere ricordano quello che accadde e soprattutto
l'eroismo del bidello, Ernesto Chiovini che tentò di fermare un uomo
armato in difesa di decine di allievi.
RN
Ma 'sta cronaca dai dettagli completamente inventati l'avete costruita di sana pianta o ve l'ha raccontata il primo che avete visti per strada?!!
RispondiEliminaio ricordo che ando cosi
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