L'attentato alla canonica
di Ceretolo (BO)
20 settembre 1947
Ceretolo è una frazione
di Casalecchio di Reno, cittadina nota per la produzione di
culatello, il re dei salumi, la la zone è nota per aver fatto parte
del triangolo rosso della morte che fu teatro di centinaia
esecuzioni sommarie compiute dalle brigate partigiane comuniste anche
a guerra finita. Nel triangolo rosso della morte essere o essere
stati vicini alla RSI suonava come una condanna a morte ma anche
essere Cattolici impegnati poteva essere molto pericoloso, basta
ricordare 22 preti assassinati prima e dopo il 25 aprile 1945 sempre
dai soliti noti.
Il 21 settembre del 1947
Bologna viene designata come luogo del raduno generale del Nord e del
Centro Italia della Gioventù di Azione Cattolica, si prevede la
partecipazione di quasi centomila giovani. I Comunisti Emiliani la
vedono come una sfida, una provocazione da parte dei Cattolici
impegnati che inoltre si affacciavano nella politica. In una piccola
parrocchia della zona, Ceretolo, come in moltissimi altre chiese ed
oratori, tre persone preparavano dei cartelli che avrebbero esibito
alla sfilata nel centro di Bologna, il parroco , Don Guerrino Guelfi
e due giovani, Cesarino Degli Esposti un aspirante dell'Azione
Cattolica di appena 13 anni e uno scout, Roberto Fornasari di anni
14.
Era la sera, alle 20,45
del 20 settembre 1947, all'indomani migliaia di ragazzi dell'azione
Cattolica avrebbero sfilato per le vie di Bologna, qualcuno,
sicuramente più di una persona, depose un bidone di latta colmo di
esplosivo innescato da una miccia accanto al muro esterno della
canonica, proprio in corrispondenza del soggiorno del sacerdote. Poi
una mano assassina accende la miccia che innescherà l'esplosione. Lo
scoppio farà crollare il muro portante della canonica, devasterà
l'interno del fabbricato ma soprattutto ucciderà sul colpo il povero
Cesarino Degli Esposti e ferirà il Parroco fratturandogli spalla e
braccio destro , lo scout Roberto Fornaciari ne avrà per dieci
giorni. Il rumore dello scoppio arriverà sino a Bologna che dista
circa dieci chilometri. Menti ottuse avevano spezzato la vita di un
bimbo di appena tredici anni, Cesarino nato a Gosso, Bologna, l'otto
agosto 1934, già con dei valori e delle scelte molto scomode in una
terra infuocata, i suoi genitori, Adelmo e Mafalda, subirono un
dolore immenso e incolmabile che solo attraverso al loro fede
riuscirono a metabolizzare.
Le indagini dei
Carabinieri seguirono la pista dell'odio politico di matrice
comunista e nel 1951 fu rinviato a giudizio un gruppo di tredici
persone, tutti comunisti e la maggior parte ex partigiani comunisti,
Angelo Piazzi, ex segretario della camera del lavoro di Casalecchio,
Antonio Seldenari il mandante, Giuseppe Bolognini, Giorgio Finelli,
Giuseppe Collina, Novello Landi, Celestino Cassola, Baldo Gardi,
Felice Bosi. Tutti gli imputati si dichiararono innocenti tranne
Giuseppe Collina il quale affermò che si trattava solo ed unicamente
di un atto intimidatorio contro un prete molto attivo e quindi anti
comunista.
Roberto Nicolick
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