domenica, gennaio 24, 2021

Guido Rossa , Giovanni Falco e Giovanni Ceravolo caduti in nome dei loro ideali e valori

 

Oggi 24 gennaio è l'anniversario di due gravissimi atti terroristici , le vittime furono persone per bene , che credevano fermamente in valori come onestà, coerenza, senso del dovere e rispetto per la vita umana, valori evidentemente non condivisi dai loro assassini, sto parlando di Guido Rossa e degli operatori della polizia, Giovanni Falco e Giovanni Ceravolo

Guido Rossa

24 gennaio 1979

Genova

Sono passate da poco le 6.30 quando, il 24 gennaio del 1979, l’operaio e delegato Cgil Italsider,  Guido Rossa sale sulla sua Fiat 850 per raggiungere il lavoro. Non sa che le BR lo hanno condannato ad essere punito nella loro logica perversa, semplicemente per aver fatto il suo dovere di cittadino e cioè aver denunciato un fiancheggiatore dei terroristi rossi, Francesco Berardi che divulgava dei volantini delle BR all'interno della sua fabbrica , l'Italsider di Genova.

Rossa fu l'unico del consiglio di fabbrica che ebbe il coraggio di sottoscrivere la denuncia venne quindi lasciato solo dai suoi compagni in un momento molto delicato, con il suo gesto di grande animo firmò la sua condanna a morte.

Un commando di tre brigatisti lo sta aspettando a bordo di un furgone parcheggiato sotto casa sua . Il gruppo di fuoco era formato da Lorenzo Carpi, Riccardo Dura e Vincenzo Guagliardo. Il primo a sparare è Gagliardo, il secondo è Carpi , sempre non mortalmente ma a questo punto interviene Riccardo Dura, capo riconosciuto della colonna Genovese, nome di battaglia “Roberto”, con una passata militanza in Lotta continua, considerato responsabile degli omicidi del Magistrato Francesco Coco e del Commissario di Polizia Antonio Esposito, Dura da volutamente il colpo di grazia a Rossa confermando una ferocia non comune e contravvenendo alle direttive del comitato dirigente delle BR. Rossa muore all'interno della sua auto, coraggiosamente come è vissuto, tentando di opporsi ai suoi assassini , la sua morte sgretola le certezze granitiche, di migliaia di operai che non troppo inconsapevolmente appoggiavano l'attività criminale delle BR, i quali si rendono conto anche se tardivamente della qualità scellerata di questi soggetti.

Mai prima d'ora le BR avevano assassinato un operaio, in più comunista e delegato sindacale della CGIL, lo sdegno della società civile e ideologizzata è enorme, fu sicuramente una presa di posizione tardiva e ipocrita, infatti negli anni precedenti, nessuno nel mondo operaio aveva fatto una piega quando a cadere sotto il piombo brigatista, c'erano carabinieri, poliziotti, magistrati e giornalisti, ora che la vittima era un operaio le cose cambiavano ottica. I Brigatisti rossi avevano appaiato nel loro odio feroce e distruttivo un operaio ai poliziotti e ai magistrati. Al di la di tutto Guido Rossa fu un esempio di coraggio civile e di impegno etico, al suo funerale partecipò tutta Genova, ci furono i soliti discorsi dei soliti politici tanto bravi a tessere le lodi chi aveva perso la vita per dei valori in cui credeva, ma certamente da morto Guido Rossa contribuì a infliggere un duro colpo alle BR, un colpo da cui inizierà la loro fine come era giusto che fosse. Le più belle parole che vennero spese al Suo funerale furono quelle di Don Gallo che lo definì “un uomo inedito”.


Agenti di pubblica sicurezza Giovanni Falco e Giovanni Ceravolo

Empoli 24 gennaio 1975


Alla sera del 24 gennaio del 1975 ,tre agenti del commissariato di Empoli su ordine della Questura di Firenze si presentarono in Via Boccaccio a Empoli in casa di Mario Tuti, laureato in architettura e di professione geometra presso l'ufficio tecnico del comune di Empoli, la scusa è quella di controllare la sua collezione di armi, in realtà essi avevano in tasca il mandato di cattura per la strage dell'Italicus spiccato dalla Procura di Firenze.

Non sapevano che Mario Tuti, all'apparenza tranquillo e mite, era un personaggio di rilevante pericolosità, in grado di maneggiare con perizia armi individuali e capace di svolgere attività militare offensiva, inoltre era il capo del Fronte nazionale rivoluzionario quindi con delle motivazioni politico ideologiche , secondo alcuni investigatori poteva anche avere delle responsabilità nella strage dell' Italicus.

Tuti intuì il pericolo, capì che l' arresto era imminente e sparò con un mitra. Uccide il brigadiere Leonardo Falco anni 52 e l' appuntato Giovanni Ceravolo di anni 44 sul pianerottolo della sua abitazione e ferisce gravemente l'appuntato Arturo Rocca di anni 50 che era di supporto ai suoi due colleghi, dopo aver sparato Mario Tuti fugge in Francia, lasciando in un lago di sangue tre fedeli servitori dello Stato, in seguito sarà coinvolto in altre vicende di sangue.

Su questa operazione di servizio vi sono molti punti da chiarire, il capo pattuglia in quel momento era senza l'arma di ordinanza, inoltre i tre agenti inviati erano di Empoli come lo stesso terrorista che conoscevano di vista, inizialmente non erano questi operatori che dovevano compiere l'arrestro ma bensì altri agenti del nucleo antiterrorismo della Questua di Firenze che ben conoscevano le caratteristiche del soggetto che avrebbero arrestato.

Nella strada dove sorge la casa che vide la morte dei due agenti e il ferimento del terzo , nel 2019, nella ricorrenza del fatto di sangue, il Comune di Empoli volle ricordare i due agenti caduti, una pietra di inciampo in ottone con sopra incisi i nomi dei due agenti per ricordare a tutti quelli che passano in quel punto il valore del dovere e dello spirito di servizio sino al più alto sacrificio.





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