lunedì, febbraio 15, 2021

Lino Sabbatin e Pier Luigi Torreggiani

 



Lino Sabbatin

Santa Maria di Sala ( Venezia )

16 febbraio 1979

Pier Luigi Torreggiani

( Quartiere della Bovisa )Milano

16 febbraio 1979

Lino Sabbatin svolgeva il suo lavoro di macellaio in un centro abitato del Veneto, Santa Maria di Sala, Lino era una persona per bene, rispettoso delle leggi , tutte le mattine alzava la saracinesca del suo negozio e onestamente ci manteneva la famiglia composta dalla moglie Amalia e da tre figli. Per il suo lavoro e il suo impegno politico nel MSI, lino era inserito molto bene nella società civile, portatore di valori quali l'amore per il lavoro, il senso del dovere , il rispetto delle leggi, era un esempio da seguire.

Sabbadin teneva molto al suo commercio e alla sua proprietà, nel corso di una rapina avvenuta all'interno del negozio, reagì ingaggiando una colluttazione con uno dei rapinatori che rimase ucciso.

Questa sua reazione di difesa, lo mise nel mirino dei terroristi che negli anni di piombo insanguinavano il territorio, in particolare i PAC, proletari armati per il comunismo, una formazione terroristica molto attiva in Lombardia, non potevano tollerare un cittadino che lottava per difendere sé stesso e i propri beni e così avvenne che un gruppo di fuoco di questi csoggetti , un pomeriggio, alle 16,30 del 16 febbraio 1979, attaccarono il negozio per assassinare Lino Sabbadin, reo ai loro occhi di non chinare la testa di fronte ai rapinatori. Dal loro distorto punto di vista, le rapine erano semplicemente “espropri proletari” e chi si ribellava faceva parte di una “milizia fascista”.

I criminali che attaccarono la macelleria furono, Diego Giacomini che sparò per primo, una donna Paola Filippi e soprattutto Cesare Battisti che si comportò con grande ferocia, sparò per secondo a Lino già a terra, poi dopo aver fatto allontanare i clienti presenti, trafissero di pallottole la vittima inerme già in agonia.

Nello stesso giorno, terroristi della medesima formazione criminale , assassinarono un altro commerciante, un gioielliere, Pier Luigi Torreggiani, accomunato a Lino Sabbadin dalla stessa “colpa” , aver difeso coraggiosamente la propria vita e i propri cari, da rapinatori armati. Anche Torreggiani era inserito nella società civile, molto ben voluto e amato dai cittadini di Milano, noto anche per le sue attività sociali e professionali.

Torreggiani durante una rapina in pizzeria ingaggiò un conflitto a fuoco con dei rapinatori , nella sparatoria che seguì perse la vita uno dei banditi e un commensale che era a cena con Torreggiani. Per i PAC anch'egli era da considerare un “giustiziere” e quindi andava eliminato.

Infatti il 16 febbraio del 1979, mentre apriva la sua gioielleria tre terroristi, Sebastiano Masala, Giuseppe Memeo, meglio noto come “il terun”, e Gabriele Grimaldi lo attaccarono, Torreggiani per sua difesa estrasse la sua pistola, regolarmente detenuta, ma venne subito ferito, anche il figlio quindicenne in quel momento presente, fu attinto da una pallottola alla colonna vertebrale e rimase paraplegico, quindi uno dei terroristi si avvicinò a Torreggiani e lo finì con un colpo alla testa.

Molti di questi terroristi , pur condannati in via definitiva, riuscirono ad espatriare e a godere dei privilegi concessi da alcune nazioni a chi chiede asilo politico, tuttavia le loro mani sono e rimarranno lorde di un sangue che nessun governo compiacente riuscirà mai a lavare.

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