mercoledì, agosto 28, 2024

È in corso un'operazione di salvataggio sui luoghi attaccati dai russi

A Cherson, i ruSSi hanno sparato contro un'ambulanza Ucraina che correva per aiutare i feriti, ferendo tre operatori sanitari, ha riferito Roman Mrochko, capo dell'amministrazione militare della città. "Nel distretto di Dnipro a Kherson, un uomo di 63 anni ha riportato ferite da mina e da schegge a causa di un attacco di droni nemici. Anche la brigata di ambulanze che si è affrettata ad aiutarlo è finita sotto il fuoco nemico. Le vittime hanno riportato ferite da esplosivo e contusioni, e l'ambulanza è stata danneggiata," ha scritto Mrochko.


 

Gli operatori FPV di Polk Kalinovsky stanno inseguendo un ATV nemico che trasporta taniche di carburante. Di conseguenza, due passeggeri sono scomparsi insieme al veicolo e non sono mai più stati visti.


 

I soldati russi che si nascondevano in una colonia femminile nel villaggio di Mala Loknya a Kursk, ma sono fuggiti dopo un assalto da parte delle forze armate ucraine, hanno ricevuto ordini e medaglie "per coraggio e coraggio", secondo il governatore ad interim dell'oblast di Kursk, Smirnov.


 

Il corpo di un uomo è stato trovato sotto le macerie di un hotel a Kryvyi Rih, portando a quattro il bilancio delle vittime dell'attacco russo di ieri. Le operazioni di ricerca e salvataggio sono state ora completate e in città è stata dichiarata una giornata di lutto.


 

Soldiers of the air defense unit of the 28th Separate Mechanized Brigade successfully hit a Russian Su-25 attack aircraft.


 

Nella regione di Donetsk, un'intera famiglia è stata uccisa in un bombardamento aereo nemico. Le vittime erano genitori di 45 e 53 anni, il figlio di 17 anni e la figlia di 24 anni. I soccorritori hanno recuperato i loro corpi dalle rovine della loro casa.


 

giovedì, agosto 15, 2024

Prigionieri russi presi a Kurks vengono avviati alle retrovie dalle truppe Ucraine


 

L'amore e la determinazione nei cuori dei difensori Ucraini


 

Un tribunale di Yekaterinburg, in Russia, ha condannato a 12 anni di carcere la 33enne cittadina russo-americana Ksenia Karelina per "tradimento", con l'accusa di aver donato poco più di 50 dollari ad una fondazione caritatevole pro-ucraina. Questo è il sistema poliziesco che sta gestendo putin.


 

Avrei potuto gareggiare, ma la Russia mi ha ucciso L'ultimo giorno dei Giochi Olimpici, gli attivisti ucraini negli Stati Uniti hanno organizzato uno spettacolo a Times Square per commemorare i 488 atleti e allenatori uccisi dalla Russia. Si coprirono i corpi con vernice rossa, a simboleggiare il sangue versato per la libertà. Il mondo deve ricordare i crimini dei russi.


 

Onori alla squadra olimpica Ucraina che torna da Parigi


 

Un T80 russo trovato abbandonato da esploratori Ucraini nell'oblast di Kurks, gli occupanti russi sono semplicemente scappati


 

un cabe robot Ucraino per usi militari







 

Per la prima volta, a seguito di una rapida offensiva, giornalisti ucraini sono entrati nella regione di Kursk della Federazione Russa, parte della quale è sotto il controllo delle forze armate ucraine.


 

mercoledì, agosto 14, 2024

Fra pochi giorni, il 18 agosto, cade l'anniversario di una strage compiuta dai titini slavi nei confronti di cittadini Italiani: La strage di Vergarolla. La strage di Vergarolla ( Pola ) 18 agosto 1946 Il 18 agosto 1946 migliaia di Polesani si raccolgono nella arena Romana di Pola con bandiere tricolori, cantando Va Pensiero e inneggiando all'Italia, il tutto sotto gli occhi furenti dei Slavi Titini e dei loro lacchè Italiani comunisti, nessuno di loro attaccò la manifestazione per via della presenza di truppe Britanniche che in quel periodo garantivano l'ordine pubblico, inoltre il 17 a Parigi alla conferenza plenaria si stavano ancora discutendo i confini orientali dell'Italia e quindi i giochi non erano ancora fatti, i Polesani credevano ancora in un ritorno alla loro madrepatria. E accadde una spintarella nella direzione opposto, oggi la chiameremmo “strategia della tensione” attraverso lo stragismo. Sulla spiaggia di Pola, Vergarolla, da mesi erano accantonate nove tonnellate di materiale esplosivo, bombe antisommergibili e siluri da tempo disinnescate tanto che i bimbi ci giocavano sopra da tempo. Era un pomeriggio di sole di una splendida domenica di agosto, su quella spiaggia c'erano circa 2000 persone, centinaia di famiglie Polesane, intente a fare il bagno e a guardare una gara di nuoto che avveniva in quello specchio acqueo, tutto era tranquillo e nulla faceva presagire quello che sarebbe accaduto di lì a poco. La gara che avveniva dal 1913, era la coppa Scarioni dal nome del suo ideatore, un giornalista sportivo, era anche nota come “gara popolare di nuoto” Alle ore 14 e 15, 28 di questi ordigni esplosero in contemporanea creando un gigantesco fungo che si alzò velocemente verso il cielo, centinaia di corpi di bimbi, donne e adulti furono investiti da una deflagrazione spaventosa che fece tremare i vetri di tutta la città e fu avvertita in tutta l'Istria e persino sull'altra sponda dell'Adriatico, tutto quello che era presente sulla spiaggia, umani, animali, ombrelloni, sdraio furono spazzati via dallo spostamento d'aria. La città accorse sulla spiaggia , anche l'esercito Britannico organizzò i soccorsi. Lo spettacolo che si presentò ai primi soccorritori fu da girone dantesco, al centro della spiaggia c'era un cratere enorme, la sabbia era rossa di sangue per centinaia di metri tutto attorno, sugli alberi della pineta accanto alla spiaggia c'erano i brandelli di carne delle vittime e anche in mare sezioni di corpi galleggiavano, attorno all'epicentro dell'esplosione centinaia di feriti urlavano sotto schock, intere famiglie erano state annullate e polverizzate, alla fine si contarono un centinaio di vittime e un numero incalcolabile di feriti. I soccorritori fecero per ore la spola tra la spiaggia mattatoio e l'ospedale. Tonnellate di carne umana martoriata arrivano al Pronto Soccorso di Pola, dove il Dott. Geppino Micheletti , unico chirurgo rimasto, opera per ore ed ore. Non si ferma neanche quando gli dicono che i suoi due unici bimbi, Carletto e Renzo, sono fra i morti: non crolla davanti al dolore immenso che lo colpisce personalmente, sa che altre vite sono nelle sue mani e non può mollare. Solo 64 salme potranno essere composte nelle bare e, fra queste, il corpicino straziato di Carletto e niente, tranne una scarpa e i suoi giocattoli, in quella di Renzo, i due figli del chirurgo. Quelle bombe, quei siluri da due anni sulla spiaggia, inattivi, non potevano esplodere da sole, senza che qualche mano assassina le armasse per fare quella strage orrenda di innocenti, nello stile assassino che contraddistingue la polizia segreta di Tito. La polizia Britannica nelle sue indagini concluse che non fu un incidente ma una strage pianificata e voluta per terrorizzare una volta di più gli Italiani di Pola che a questo punto, sentendosi minacciati e non protetti, decisero di andarsene da quella città che poteva diventare il loro cimitero. I Titini e i loro mezzani italiani comunisti, traditori del loro popolo, avevano voluto e creato le condizioni per un esodo della città di Pola che sarebbe diventata Pula. Dopo le foibe e la strage di Vergarolla , nulla poteva essere più come prima. Geppino Micheletti, l'eroe di Vergarolla, continuerà a rimanere a Pola sino al 31 marzo 1947, comandato in servizio dalla Croce Rossa quale "indispensabile", e coordinerà l'evacuazione di tutti i malati ricoverati nell'ospedale, quando la città andrà a svuotarsi dopo che il trattato di Pace del 10 febbraio 1947 concederà anche la capitale dell'Istria alla Jugoslavia di Tito, dopo la fine di marzo il dottore emigrò anch'esso per evitare di dover curare anche i mostri che avevano provocato quella strage. Anche la strage di Vergarolla, oltre agli eccidi delle foibe, avrà il suo peso nell'esodo massiccio dei polesani da quella che sarebbe diventata un gigantesco gulag per gli Italiani, non ci fu scelta per gli Italiani o partire o diventare schiavi di Tito e dei suoi accoliti. I Polesani avevano resistito nel maggio del 1945 alla deportazione e sparizione di un migliaio di loro concittadini compiuta dalle milizie Slave, ma effettivamente la strage di Vergarolla fu troppo anche per loro. I responsabili materiali della strage non furono mai identificati e su questo fatto calò una cappa di silenzio per 50 anni come sulle foibe anche se già dal 1956 ci furono numerose interpellanze da parte di parlamentari Italiani, anche le indagini della polizia Britannica non furono spinte sini in fondo per non creare alcun tipo di fastidio a Tito che in seguito disgiunse la sua politica internazionale da quella del blocco Sovietico. Nel 2008 un quotidiano di Trieste pubblicò del materiale investigativo che era presente negli archivi del Regno Unito in base ai quali la responsabilità della strage fa fatta risalire all'OZNA, la polizia segreta di Tito, mentre l'esecutore materiale di questo attentato fu un certo Giuseppe Kovacich anch'esso agente di quel servizio segreto. Gli stessi metodi feroci di pulizia etnica attuati dai ruSSi in Ucraina.


 

14 agosto, ore 11,36, anno domini 2018.....per non dimenticare e per condannare moralmente la ricerca forsennata del profitto senza badare alla minima manutenzione di un'opera.... Le vittime, una preghiera per loro.... quattro ragazzi francesi partiti da Montpellier stavano raggiungendo l'imbarco dei traghetti. Si chiamavano Axelle Namate, 19 anni, Nathan Gusman, 21, Melissa Bastit, 22, William Pouzadoux, 22. il savonese Giorgio Donaggio, 57 anni ed ex campione di moto trial stava viaggiando con la sua Volvo in direzione di Santa Margherita Ligure. Donaggio era residente a Toirano (Savona), ed era anche un "maestro d'ascia" (costruiva barche in legno) e il titolare della Donaggio Boat Service, attiva nel porto di Andora. Henry Diaz Henao aveva 28 anni e studiava ingegneria. Viveva a Uscio, entroterra genovese. Henry era un grande tifoso interista e viaggiava a bordo della sua Opel gialla e stava accompagnando Angela Zerilli, 58 anni residente a Corsico. Era in Liguria per un soggiorno in un centro benessere. Funzionaria della Regione Lombardia da otto anni lavorava alla direzione cultura. Amante dei viaggi, parlava sette lingue. Francesco Bello, 41 anni di Serra Riccò viveva a Pegli ed era un amante di gatti e si prendeva cura di una colonia a Pegli. Andrea Cerulli, 47 anni, era un portuale della Culmv molto conosciuto negli ambienti del tifo genoano. È morto mentre andava al Psa per iniziare il suo doppio turno di lavoro perché il giorno dopo voleva festeggiare i 90 anni della nonna alla quale era molto legato. Era padre di un bimbo. Luigi Matti Altadonna, 35 anni. Era originario di Curigna in Calabria ed era tornato a vivere a Genova da poche settimane. Lascia la moglie e quattro figli. Era al suo ottavo giorno di lavoro ed era a bordo del furgone con Gianluca Ardini, uno dei sopravvissuti. Juan Carlos Pastenes, 64 anni, faceva lo chef. Originario di Santiago del Cile, viveva a Genova da più di trent'anni. Con lui è morta anche la moglie Nora Rivera, 47 anni e l'amico Juan Ruben Figueroa Carrasco, 60 anni. Gennaro Sarnataro, autotrasportatore di Casalnuovo (Napoli), 43 anni, si occupava di trasporto di ortofrutta e stava rientrando in Italia dalla Francia,. Era spostato e aveva due figli. Era alla guida del tir Vincenzo Licata, di 57, nato ad Agrigento e residente con la famiglia in provincia di Vicenza. l'autostraportatore Anatoli Malai, 44 anni, di origine moldava, viaggiava insieme a Marian Rosca, autista romeno di 36 anni che è rimasto ricoverato all'ospedale San Martino per quattro giorni. L'uomo, un camionista, era arrivato nel nosocomio ligure in condizioni disperate con un trauma toracico e, soprattutto, un trauma cranico "importantissimo". I medici hanno fatto il possibile per salvarlo ma la situazione era troppo compromessa. I suoi organi sono stati donati salvando così la vita a tre persone. Alessandro Robotti, 50 anni, e la moglie Giovanna Bottaro, 43 anni, erano andati al mare a Varigotti e stavano tornando nella loro casa ad Arquata Scrivia in provincia di Alessandria. Alessandro aveva gestito una farmacia ed era un attivo astrofilo tanto da essere tra i soci fondatori del Gast, un gruppo di appassionati di astronomia della sua cittadina. Alessandro Campora, 55 anni di Aster, era vicino alla pensione. È stato travolto dal crollo del ponte. Viveva a Livellato, nell'entroterra genovese. Gli manca un mese alla pensione. due lavoratori dell'Amiu. Bruno Casagrande, 57 anni e Mirko Vicini, 30. Dopo mesi di disoccupazione avevano trovato un contratto stagionale. Il crollo del ponte li ha uccisi mentre erano intenti a scaricare il loro mezzo nell’isola ecologica. Mirko è stata l'ultima vittima a essere recuperata dopo cinque giorni di ricerca con la madre Paola rimasta sempre accanto alle macerie.
















 

questione di abilità !