lunedì, luglio 14, 2025
Balvano ( PZ ) 3 marzo 1944 Uno dei più grandi incidenti ferroviari della storia Il 2 marzo 1944 , alle 16 parte dalla stazione di Salerno il treno merci 8071, a orario libero, destinazione Potenza , è composto da due locomotive , due bagagliai e 45 carri merci vuoti con una massa di 520 tonnellate, , è stato formato su ordine della autorità militare alleata e viaggia per andare a caricare munizioni in una base segreta della Lucania. Non ha scorta di polizia militare tranne una pattuglia di sette militari Italiani, i macchinisti non volevano partire a causa del carbone Yugoslavo scadente che nella combustione sviluppa molto ossido di carbonio e poca potenza ed è quindi pericoloso nella galleria di forte pendenza di cui è ricca questa linea. Appena partito il treno fu preso d’assalto da centinaia di clandestini , persone dai 17 ai 30 anni che con i loro fagotti andavano a rifornirsi di cibo in Lucania. Erano tempi grami e bisognava arrangiarsi per sopravvivere, treni regolari tra Napoli e Potenza, ce n’erano pochi e non tutti potevano permettersi il prezzo del biglietto. Poco dopo mezzanotte il treno 8071 arriva a Balvano e riparte quasi all’una , affronta la galleria detta Delle armi , dall’omonimo monte, lunga quasi due km e cui la pendenza è del 12,8 per mille, appena il convoglio entrò in galleria le ruote iniziarono a slittare sui binari bagnati e iniziò uno scivolamento all’indietro, i macchinisti strinsero i freni poi diedero tutto vapore sprigionando dalle caldaie un gas sempre più carico di ossido di carbonio. La prima locomotiva mise la marcia indietro ma ilo locomotore di coda era sulla marcia avanti e quindi il convoglio rimase in stallo nella galleria . Tutti i viaggiatori “clandestini nel frattempo dormivano e lentamente soffocavano per il gas passando dal sonno alla morte. Il frenatore si accorse del disastro e a piedi raggiunse la stazione di Balvano alle 4 del mattino. La galleria era satura di ossido di carbonio al 12%, una percentuale letale. All’alba una locomotiva di riserva iniziò l’esplorazione della galleria e 500 m. dopo l’imbocco della galleria i ferrovieri trovarono uno spettacolo terrificante, morti ovunque nel silenzio e nel buio della galleria che era diventata una gigantesca camera a gas. Le vittime furono secondo diverse versioni da 500 a 600, i corpi vennero allineati sulla banchina della stazione di Balvano, non tutti furono identificati perché non tutti avevano documenti di riconoscimento, i cadaveri vennero sepolti in tre grandi fosse comuni, due per gli uomini e una per le donna. Luigi Cozzolino da Rosana , Napoli, fu uno dei pochissimi scampati ma perse la memoria. Ci furono dei processi ma sulla immane tragedia calò un muro di silenzio .
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