giovedì, luglio 24, 2025

Novi Ligure 25 gennaio 1971 Vagone trasferimento detenuti da Le Nuove ad altri istituti. Rivolta di due detenuti Una mattina come le altre alle Nuove, al Carcere di Torino, Corso Vittorio Emanuele, otto detenuti vengono svegliati per salire su un automezzo ed essere trasportati a Porta Nuova , sul treno, nelle celle vengono fatti salire, otre agli 8 detenuti ci sono 12 carabinieri, il capo scorta è l’appuntato Leo. I carabinieri fanno questo servizio da tempo, traduzioni dal carcere a Palazzo di Giustizia, e trasferimenti in tutta Italia. Per i carabinieri tutti i detenuti sono uguali, non importa cosa hanno fatto, sono solo dei prigionieri da prelevare in posto e portarli in un altro, poi si torna a casa dalla famiglia. Alle 7,40 il treno parte da Porta Nuova, fuori piove, nella vettura cellulare sei celle e un gabinetto, ogni cella 8 posti, fuori inizia a nevicare, nelle celle 11 detenuti e 8 carabinieri sulla piattaforma. Ogni tanto un carabiniere controlla i detenuti da uno spioncino nella porta ,che sonnecchiano, tutto tranquillo. Il treno arriva ad Alessandria e tre detenuti vengono presi in consegna da latri carabinieri con destinazione carcere di Alessandria, breve sosta e due carabinieri vanno al buffet della stazione a comprare lasagne per i detenuti, intanto il vagone cellulare viene agganciato al treno locale 2811 Alessandria Genova. Alle 9,52 partenza, ora all’interno ci sono 8 prigionieri e 8 carabinieri. Il pasto è consumato in silenzio , fuori la pianura bianca di neve scorre velocemente , alle 10 e 16 arrivo a Novi. Due detenuti, Paolo B. e Luigi C. con precedenti per rapina a mano armata erano in trasferimento per Porto Azzurro e carcere di Velletri, due criminali che non hanno nulla da perdere, sanno che una volta a Porto Azzurro o Velletri non avranno possibilità di evadere e quindi hanno progettato di fuggire magari nelle campagne dell’Alessandrino dove è più facile nascondersi, estraggono una pistola fatta di sapone e colorata con lucido da scarpe nero, sembra vera, probabilmente l’hanno costruita in cella, la porta della cella non è stata richiusa e i due irrompono nel corridoio con la simil pistola spianata, affrontano i due carabinieri più giovani, Pierino Tiberi di 19 anni e Francesco Montoni 24 anni, prima che possano abbozzare una reazione sono disarmati, ora i due rapinatori dispongono di due pistole semiautomatiche calibro 9 vere e con queste spingono avanti i due giovani militari e intimano agli altri sei di deporre le armi e intanto tirano il freno di emergenza. Il capo scorta Candido Leo cerca di dissuadere i due dal continuare la folle azione, ma il bandito risponde urlando di consegnare le armi “altrimenti vi uccidiamo”. Uno dei militari cerca di disarmare il bandito più vicino, colpendolo al braccio con la bandoliera ma i due hanno iniziato a fare fuoco in direzione dei carabinieri, il primo a cadere è il Giuseppe Barbarino , non può neppure estrarre l’arma, colpito in piena fronte, il capo scorta Leo ha ricevuto diversi colpi, forse cinque, ed è caduto a terra, Clemente Villani è centrato al cuore e anche lui cade, Clemente Villani Conte sta per impugnare l’arma di ordinanza ma un proiettile gli stacca quasi il pollice . Nel frattempo anche i Carabinieri hanno estratto le pistole e sparano anche loro, e forse qualcuno di quelli colpiti era riuscito a rispondere al fuoco. I due giovani ostaggi si erano gettati a terra per sfuggire al tiro incrociato. I Carabinieri Giovanni Eramo e Angelo Falletto rispondevano al fuoco, raggiungendo uno dei due banditi con diversi colpi e abbattendolo, l’altro nonostante fosse ferito e a terra continuava a sparare e smetteva solo quando uno dei carabinieri gli bloccava il polso con un piede e lo freddava. Il treno ripartiva e raggiungeva la stazione di Novi Ligure dove confluivano i soccorsi, i rinforzi e il magistrato. Lo scontro era finito, cinque pistole avevano sparato e a terra c’erano decine di bossoli oltre al sangue dei caduti, il capo scorta, ancora in vita, aveva ricevuto colpi al braccio, all’avambraccio, alla schiena, nella regione lombare destra, alla clavicola sinistra e alla milza è deceduto poco prima dell’intervento. Al carabiniere spera è stato amputato il pollice sinistro. Va rimarcato che nel corso della rivolta nessuno degli altri detenuti ha partecipato alla rivolta ed è rimasto chiuso all’interno delle celle. Sono caduti in azione e per servizio i seguenti carabinieri : Leo Candido appuntato capo scorta di Reggio Calabria con due figlie, Giuseppe Barbarino di Enna, di anni 37 , due figli, Clemente Villani Contidi Reggio Calabria di anni 35 , due figli che peraltro non faceva parte del servizio scorte e vi aera stato assegnato in via straordinaria. I due detenuti morti erano Paolo Brollo di anni 27 e Luigi Calgiaco di anni 25 con precedenti per rapine.

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