giovedì, luglio 24, 2025

«Se dovessi morire là, morirei da eroe». In questa frase, pronunciata quasi sottovoce prima di partire, c’è tutta la determinazione di Artiom Naliato, 21 anni, ucraino di nascita e italiano d’adozione, morto in un bombardamento mentre combatteva in Ucraina per difendere la sua patria. Un giovane che non ha mai raccontato le sue paure, che non si è mai lamentato, che non ha mai voluto mettere in difficoltà chi lo amava. Cresciuto a Tribano, in provincia di Padova, Artiom non cercava gloria: inseguiva un ideale, quello di contribuire alla libertà del suo Paese d’origine. Lo ha ricordato visibilmente commossa Paola Ruffini, che da tre anni lo ospitava come un figlio: «Prima di partire ci confidò quella frase. Non potevamo fermarlo, rincorreva questa scelta con una determinazione assoluta». La prima partenza era stata nel maggio 2022, per tre mesi. Voleva tornare il 17 agosto, per il compleanno di Giada, sua sorella adottiva. Poi, il primo giugno, la partenza definitiva. Si sentiva quasi ogni giorno con Paola, sempre educato, sempre rispettoso. Ma mai una parola sulla guerra. Proteggeva tutti, anche così. 👉

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