giovedì, luglio 24, 2025
Leonarda Cianciulli La saponificatrice di Correggio 1939 – 1945 La signora Cianciulli nasce a Montello, Avellino, nel 1894, si sposa, contro la volontà della madre, con un modesto impiegato all’ufficio del Registro e diventa Cianciulli in Pansardi. Madre di ben 12 figli dei quali 4 viventi, ebbe sicuramente una giovinezza vivace con due tentativi di suicidio. Il marito venne trasferito a Correggio, Reggio Emilia, lei per aiutare il bilancio famigliare iniziò un piccolo commercio di mobili e anche una attività di chiromanzia e cartomanzia. Iniziò a crearsi delle amicizie sul posto, avvicinava preferibilmente donne, anziane, rifiutate dalla vita, magari malate di stantio romanticismo e lei riusciva ad agganciarle con grande abilità psicologica , creando in loro un impossibile destino d’amore. Su queste donne di fondo sole e infelici, la Cianciulli agiva e loro inconsapevolmente e docilmente si lasciavano abbindolare. La prima fu Faustina Setti, 53 anni, assassinata il 18 dicembre del 39, poi Francesca Soavi 55 anni, uccisa il 5 settembre del 40 e infine Virginia Cacioppo 59 anni assassinata il 30 novembre del 40. In tutti e tre i casi la Cianciulli agiva nello stesso modo, irretiva le donne , le blandiva, le lasciava intravedere o delle nozze oppure la certezza di una nuova esistenza serena. Donna Leonarda come si faceva chiamare dal vicinato, attirava le povere donne a casa sua, in un modesto appartamento al terzo piano di un palazzo in Via Cavour, una volta in sua balia offriva alle vittime bevande preparate con sostanze, poi imponeva loro di redigere atti di donazione in suo favore, faceva scrivere cartoline e lettere con una data falsa allo scopo di crearsi un alibi, il figlio le imbucava e arrivavano alle amiche delle vittime a delitto già avvenuto. L’omicidio avveniva con un colpo di scure alla nuca. Fatto ciò la Cianciulli portava il corpo in cucina dove con una sega e una mannaia da macellaio smembrava i cadaveri. Dei corpi non sprecava nulla , raccoglieva il sangue in una vasca e lo usava per preparare torte al cioccolato, poi metteva i resti dei corpi in una grande caldaia piena d’acqua con alcuni chili di soda caustica con cui effettuava la saponificazione , la poltiglia organica la gettava tra i rifiuti o in un pozzo nero. Ne fece anche delle candele. Ecco una descrizione che lei stessa fece in un memoriale : Quanto al sangue del catino, aspettai che si coagulasse, lo feci seccare al forno, lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, oltre a un poco di margarina, impastando il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore che venivano in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe e io». La sparizione di ben tre donne, in un breve periodo , nello stesso paese e soprattutto benestanti fecero nascere dei sospetti. In particolare un buono del tesoro portò gli inquirenti alla Cianciulli che tenne un atteggiamento arrogante. Fu arrestata e rinviata a giudizio, condannata a tre anni di manicomio e trent'anni di carcere. Tuttavia praticamente non uscì mai dal manicomio di Pozzuoli dove nel 1970 morì per un ictus a 77 anni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
-
Anna Maria Araldo 25 aprile 1945 Un altro caso Giuseppina Ghersi in Valbormida Un martirio accuratamente nascosto e dimenticato ...
-
Da Prometeo, il sito per eccellenza anti - pedofilia LA STORIA DI SILVESTRO. Silvestro ha 9 anni, lo sguardo furbetto e il nome simpatico, ...
-
Miki Mantakas 28 febbraio 1975 Rione Prati, Roma Erano giorni terribili quelli, i giorni della “caccia ai Fasci”, degli scontri viole...
Nessun commento:
Posta un commento