lunedì, febbraio 14, 2011

REGINA VENDRAME AMMAZZATA DAI PARTIGIANI COMUNISTI


Albenga: Regina Vendrame, un’altra vittima innocente della guerra civile
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Una storia raccontata in esclusiva da Roberto Nicolick, studioso e grande appassionato di storia locale che ricorda la morte di una ragazza impiegata alla mensa dell'aeroporto militare


Il documento della Divisione d’assalto Garibaldi “Bonfante” operante ad Albenga durante la guerra civile recita testualmente e freddamente : “…Diamo comunicazione della sentenza di condanna a morte e della avvenuta esecuzione, per volontà del popolo e del Tribunale militare di Albenga, nei riguardi delle seguenti persone, tutte accusate con fatti incontestabili di aver servito i nazi – fascisti a danno delle Formazioni della Libertà…”Segue una lista di nomi e come penultimo appare un nominativo di una donna, Vendrame Regina.Il documento prosegue in modo burocratico : “..la sentenza e’ stata eseguita nei riguardi di ognuno, fuori dall’abitato della città, Albenga n.d.r., verranno inviati a codesto comando i verbali di condanna a morte emessa da questo Tribunale Militare”.Il verbale viene inviato contestualmente ai vari livelli di comando della formazione partigiana della zona di Albenga e anche alla stazione dei Carabinieri.

Ma, chi era Regina Vendrame e cosa aveva fatto di tanto grave per essere catalogata come collaborazionista e per meritare la morte ? Assolutamente nulla !La ragazza, assieme ad altre tre , provvedeva alla cucina della mensa dell’aeroporto militare di Albenga.Mensa a cui mangiavano i militari della guarnigione tedesca dell’aeroporto. Quindi questa povera ragazza non era una ausiliaria dei reparti armati della R.S.I. e tantomeno una pericolosa spia fascista, era unicamente una aiuto cuoca, che a gennaio del 1945, arrivò dal Veneto, nata da una famiglia di 6 figli, ed accettò di lavorare nella cucine dei tedeschi per alcuni buoni motivi: per rabbonire le truppe tedesche ed evitare la fucilazione per rappresaglia di dieci ostaggi, presi dai nazisti in seguito all’uccisione di un militare germanico, e per poter mangiare qualcosa, vista la mancanza endemica di cibo che stava colpendo tutta la popolazione civile.La poveretta, in questo modo, riusciva a mettere qualcosa sotto i denti e anche a portare un po’ di cibo al fratello diciassettenne Lino Vendrame con cui viveva a Villanova D’Albenga.La cosa, però non era stata gradita dai partigiani , che in seguito agirono nei confronti della Regina Vendrame con la solita brutalità, colpevole ai loro occhi di chissà quali colpe.Il giovane fratello della Regina, assistette a ciò che i partigiani fecero alla ragazza.Nel marzo del 1945: un gruppo di partigiani arrivò nottetempo, presso l’abitazione dei due Vendrame, la ragazza subì il taglio dei capelli, e per non perdere l’abitudine, i partigiani razziarono tutto ciò che poterono nella già povera casa, cibo e coperte, minacciando i giovani di tacere assolutamente pena la morte.Ma questo era solo il primo atto di una tragedia, poi seguì il resto : il 25 aprile Regina fu convocata presso il locale C.L.N., ad Albenga, vi si recò a piedi da Villanova, non immaginando a cosa andava incontro, fece la strada assieme ad altre ragazze, anch’esse convocate.Appena giunta inizio il Golgota, le fu dipinta il capo con della vernice rossa, venne portata sul balcone ed esposta allo scherno della gente presente in piazza, poi costretta a cantare la nota canzone “bandiera rossa”, trascinata per le pubbliche strade di Albenga e successivamente fucilata assieme alle sue compagne di sventura.Forse prima di essere uccisa venne anche stuprata, era un trattamento abituale riservato dai partigiani comunisti alle donne accusate di collaborazionismo, ma non esistono prove al riguardo.Questa testimonianza appartiene al fratello, Lino Vendrame all’epoca di17 anni, il quale si salvò dal plotone di esecuzione, grazie al deciso intervento del Parroco che praticamente gli fece scudo con il proprio corpo.Il ragazzo fu testimone degli eventi, rimanendo segnato nell’anima, e ne fece una testimonianza manoscritta che è semplicemente terribile.Regina aveva solo vent’anni, era piena di vita, volenterosa, cercava solo un lavoro per sfuggire alla miseria, non aveva nessun tipo di ideologia politica e la sua vita venne stroncata da tanta violenza e da una raffica di mitra.L’assassino della povera Regina Vendrame, aveva un soprannome che era tutto un programma: “camposanto”, ed era effettivamente un boia di lungo corso, pare che la ragazza fosse la sua 26° vittima, infatti in una trasmissione TV del 97, dichiarò freddamente “..si, qualcuno l’ho tolto di mezzo”. Per il delitto della Vendrame fu processato nel luglio del 1950, e condannato a soli 22 mesi .



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roberto nicolick

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