mercoledì, ottobre 26, 2016

ho sposato un musulmano

Ho sposato un musulmano

La donna con cui parlo, è attraente, alta , mora ma con gli occhi velati da una tristezza infinita, fa un lavoro dirigenziale in un ente pubblico, ama o meglio amava la cultura mediorientale e in particolare i cibi etnici. Abita in un piccolo centro della Liguria, ma temo che molte donne Italiane si riconoscano in lei, ha voluto raccontarmi quello che le è successo, affinchè possa essere di monito ad altre Italiane affinchè non ripetano il suo stesso errore.
Un giorno di qualche anno fa, una amica la invita ad una cena, per gustare il mafè, un gustoso spezzatino condito con olio e pasta di arachidi, un piatto della cucina Senegalese, di cui la donna è ghiotta.
Durante la cena, di gruppo, la giovane donna incontra e conosce un uomo di colore, proveniente dal Senegal, alto, atletico, simpatico e con un bel sorriso, la affascina e tra loro nasce prima una amicizia e poi in seguito una relazione sentimentale.
L'uomo , lavora saltuariamente come operaio, parla e capisce l'Italiano in modo sufficiente e inizia a frequentare assiduamente la donna che ne è affascinata e lo ama in modo disinteressato.
Da subito egli manifesta una gelosia in modo sempre più crescente, gelosia che diventa ogni giorno sempre più insana nei confronti della donna che considera sua in modo esclusivo, esercitando su di lei un controllo ossessivo.
Quindi le chiede di sposarlo, secondo il rito Islamico, dopo giorni di continue insistenze, la povera donna cede e acconsente al matrimonio nella speranza, poi rivelatasi vana, che egli cambi atteggiamento e diventi più tollerante, inoltre lei sa che il matrimonio non ha una valenza legale se non ha un seguito presso il comune .
L'iman, convocato dall'uomo, arriva nella casa della donna e celebra il matrimonio tra i due. Da quel momento il giovanotto di colore afferma a pieno diritto, suo, che la donna che egli ha sposato è praticamente un suo possesso, quindi la speranza che la donna nutriva, di un ammorbidimento da parte sua è andata delusa già dall'inizio.
A questo punto l'uomo si installa stabilmente nella casa della “moglie”, e per un nonnulla, inizia a picchiarla.
Addirittura, alla mattina, quando si alza da letto la prende a schiaffi solo perchè egli ha fatto un sogno in cui lei, lo tradiva. E' un vero e proprio delirio, da cui la donna terrorizzata inizia prendere le distanze, dormendo in un'altra stanza, sul divano con un coltello da cucina sotto il cuscino. Lui continua a lavorare a momenti alterni, mentre lei si reca al lavoro come ad una liberazione anche se momentanea, dato che poi deve tornare a casa dove lui la aspetta.
La povera donna ha una amica, che è collega sul lavoro, con cui si frequenta per un caffè o per un semplice aperitivo, questa amica conoscendo la situazione infelice in cui vive, cerca di sostenerla. Anche di questa amicizia il nero Islamico è geloso e giunge al punto di accusare sua”moglie” di omosessualità ordinandole in modo categorico di troncare l'amicizia.
Visto che lei non ottempera ai suoi ordine, prosegue nelle percosse procurandogli un trauma cranico e diverse contusioni. La misura è colma per la poveretta che , dopo molte esitazioni, lo denuncia presentando dei certificati medici e lo estromette dalla sua abitazione e dalla sua vita. L'uomo è rinviato a giudizio e a breve ci sarà una prima udienza.
Le molestie non si fermano qui, purtroppo, spesso la donna lo trova davanti al palazzo dove ha sede il suo ufficio negli orari di uscita e ingresso, lo nota mentre gironzola sotto casa di lei, riceve moltissimi squilli sul suo cellulare, sa che chiede di lei in giro, tenta di conoscere i suoi spostamenti, spera di sorprenderla in giro con un uomo, insomma non è una vita facile.
Ora lei aspetta il processo e tenta di riappropriarsi della sua esistenza e di tornare alla normalità ma capisce che sarà molto difficile, lui, avendola sposata, la considera sempre di suo possesso e ad una cultura così bestiale non è facile sfuggire e qui subentra la paura di una donna che si sente in pericolo e che alla luce dei femminicidi che stanno insanguinando la nostra terra, ha paura di fare una brutta fine senza che nessuno intervenga in tempo.


Roberto Nicolick

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