Giuseppe Goso e Lorenzo
Ricci, ovvero l'odio oltre la morte
3 settembre 1944
Giustenice
Il geometra Giuseppe
Goso, segretario comunale di Giustenice è il corrispondente de Il
lavoro di Borgio Verezzi ha 34 anni una persona per bene come
d'altronde lo è Lorenzo Ricci , detto Bartolomeo, messo comunale
nella stessa amministrazione , di anni 60, entrambi con famiglia.
Questi due funzionari comunali avevano l'incarico di censire il
bestiame , bovini e ovini, presso il territorio del piccolo comune.
Non dobbiamo dimenticare
che in quel periodo e in quella zona avvenivano spesso delle
macellazioni illegali, e quelle carni venivano vendute al di fuori di
Giustenice, si trattava di violazioni annonarie che comunque erano
sanzionate severamente.
Comunque Goso e Ricci non
erano elementi violenti del Partito Fascista Repubblicano, non
portavano neppure un'arma. La loro morte è stata una delle tante,
che avvenivano durante la guerra civile che tanto sangue innocente
sparse nel nord Italia, da una parte e dall'altra. I due sventurati
furono prelevati da un gruppo di partigiani e ammazzati o come si
usava dire allora “giustiziati”, anche se la Giustizia con tutti
questi omicidi c'entrava ben poco. Chi li uccise non ebbe alcuna
punizione di natura penale, anche perchè non si seppe mai,
ufficialmente il suo nome, che secondo alcune voci poteva essere
Volpi o Volpe, anzi qualcuno disse che vennero assassinati per aver
consegnato gli elenchi del bestiame all'esercito Tedesco sotto la
minaccia di essere deportati se non avessero ottemperato all'ordine
Germanico.
Passano gli anni e i loro
parenti, pur con il dolore nel cuore per questa ingiustizia patita,
tentano di darsi una ragione. Queste due povere anime, avrebbero
potuto riposare in pace quando il caso e soprattutto la malvagità
umana ripropose i loro nomi in una occasione, esattamente nel
dicembre del 1976.
In quei giorni il comune
di Giustenice toglie dalle pareti esterne del palazzo comunale due
lapidi, su cui erano incisi i nomi dei caduti della prima e seconda
guerra mondiale. I nomi erano illeggibili per la esposizione alle
intemperie.
Nessuno, forse ne è a
conoscenza, ma sulla lapide che commemora i caduti del secondo
conflitto, vi sono anche i nomi dei due “giustiziati sommariamente”
. Tutti questi nomi andavano i trasferiti su di un cippo, eretto in
piazza, con i contributi del comune, della Provincia di Savona,di
alcune banche e anche di una pubblica raccolta di cittadini. Il
blocco di pietra con i nomi dei caduti, compresi Goso e Ricci, viene
scoperto in una pubblica e solenne cerimonia, alla presenza delle
autorità, ma qualcuno in un rigurgito di odio vecchio e stantio,
affigge per il paese una serie di manifesti, vergati a mano, in cui
un Comitato Permanente antifascista di Giustenice, Pietra Ligure Tovo
San Giacomo con termini duri e autoritari stigmatizzano il fatto che
sul blocco di pietra ci siano i nomi di due “fascisti” accanto a
dei nomi di partigiani.
Con questi fogli
manoscritti , pure con una prosa vecchia e obsoleta, alcuni vecchi
arnesi vogliono ricreare un clima di odio che doveva essere oramai
lontano.
Le famiglie delle due
vittime ricadono in una atmosfera di intolleranza e discriminazione
che ha poco di umano e di civile.
La pietà l'è morta e
invece l'odio di marca stalinista no, anzi rivive con violenza. Pare
che a stilare , con poco rispetto della sintassi, i fogli siano stati
due o tre aderenti al P.C.I., nel 1976 si chiamava ancora così. Il
gesto di accanimento fu comunque sostenuto dalla associazione che
raggruppa i partigiani, avvallando una azione che allora come sempre,
va contro la convivenza civile e la volontà di pacificazione.
La pianta dell'odio è
sempre annaffiata e potata da chi ha interesse a spargere questi
veleni. Comunque questi soggetti che tanto hanno ululato per un
presunto scandalo, forse non hanno memoria storica di quello che nel
1943 - 1945 accadde ad Altare : un Generale della R.S.I. Amilcare
Farina, quindi uno che era dall'altra parte, creò un cimitero
militare dove trovarono posto , uno accanto all'altro, fascisti e
partigiani.
Questo Ufficiale
Repubblichino dimostrò molta più pietà umana di questi sedicenti
combattenti della libertà che comunque al momento della esecuzione
sommaria di Goso e Ricci non vollero neppure prendersi la
responsabilità dell'uccisione, infatti a tutt'oggi i responsabili
sarebbero degli sbandati senza nome, una versione molto comoda per
chi ha realmente ammazzato Goso e Ricci.
Roberto Nicolick
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