Il genocidio Ucraino
Holodomor
Dal 1925 Stalin preso il
controllo totale dell'Unione Sovietica, iniziò una violenta campagna
di collettivizzazione
dell'agricoltura in modo da rendere omogeneo tutto il paese alle sue
direttive, inizialmente su base volontaria e poi vista la
impopolarità di questa proposta, su base coercitiva. Queste sue
indicazioni si scontrarono in modo particolare con le tradizioni
delle popolazioni rurali Ucraini, che detenevano la proprietà di
piccole aziende agricole le quali producevano in modo efficiente
piccole - medie quantità di derrate agricole con cui potevano
provvedere ai propri fabbisogni e anche a commercializzarle.
Con
la collettivizzazione
forzata, voluta da Stalin si ebbero sui contadini Ucraini effetti
particolarmente drammatici, in quanto si trattava di un esproprio di
tutte le proprietà in modo coatto e senza appello. Questi espropri
andavano contro un cultura locale secolare che aveva sempre dato
ottimi risultati nonostante il clima duro e rigido.
Il
termine Kulako fu coniato impropriamente dal Partito Comunista
Sovietico, per definire una classe sociale privilegiata, i contadini
riottosi ad allinearsi a norme aliene e suicide, e quindi creare un
bersaglio sociale da additare agli altri sudditi dell'impero
sovietico e successivamente da eliminare fisicamente.
Chi
possedeva tre mucche era considerato un possidente e quindi un nemico
da abbattere.
Gli
agricoltori Ucraini piuttosto che farsi espropriare i loro animali da
un governo centrale che perseguiva quel tipo di politiche economiche,
iniziarono ad abbattere i loro animali per non farseli sequestrare e
in molti casi si rifiutarono di seminare e raccogliere il grano per
protesta contro la collettivizzazione forzata.
Stalin
inviò in Ucraina moltissimi funzionari governativi, veri e propri
poliziotti, per attivare un ferreo controllo sulla produzione
agricola e creare delle fattorie collettive gestite da migliaia di
devoti Comunisti, inviati apposta per sostituire i contadini Ucraini
che non erano più giudicati affidabili dal potere centrale di Mosca.
La
repressione iniziò a farsi sempre più dura, in alcune località i
contadini esasperati reagirono con vere e proprie rivolte locali
attaccando i funzionari del governo e dando alle fiamme le poche
aziende collettive create artificiosamente dal governo Stalinista.
Nel
1929 – 30 la repressione comunista toccò il suo acme, con la
militarizzazione dell'Ucraina, l'uso personale dei prodotti della
terra fu giudicato un reato contro lo stato, condannando alla fame le
popolazioni Ucraine.
Grano,
barbabietole, patate e verdure di ogni tipo furono requisite dalle
brigate di assalto della polizia politica del regime comunista e
dalle forze di repressione, il territorio dell'Ucraina fu
praticamente circondato da una cintura sanitaria armata che impediva
il transito verso di esso di qualsiasi tipo di viveri. L'Ucraina
divenne di fatto un enorme campo di prigionia.
Anche
solo detenere quantità minime di grano o altre derrate equivaleva ad
essere arrestati e deportati nei famigerati gulag in Siberia, destino
che toccò a trentamila contadini e alle loro famiglie.
Il
risultato di questa politica odiosa fu una carestia che colpì
soprattutto le fasce più deboli, anziani, donne e bambini, una
carestia che fu un atto voluto e deliberato per annientare una
popolazione da tempo dedita all'agricoltura e per sostituire questo
popolo con elementi più fidati e devoti al regime comunista ex
bolscevico.
Grazie
a questi atti, repressione militare, deportazioni, immigrazioni
forzate, abbandono delle terre coltivate, e conseguente carestia si
stima che l'Ucraina ebbe ben sette milioni di morti, soprattutto
adolescenti e donne deceduti prevalentemente per fame e inedia.
Si
trattò di un genocidio voluto da Stalin e dal suo gruppo dirigente.
Questa
immane tragedia che i Sovietici tentarono di non far conoscere al
mondo civile e che da noi è poco è nota, prende il nome dalla
lingua Ucraina con il termine Holodomor che , tradotto, significa :
“infliggere la morte attraverso la fame” ed è attualmente
commemorata in Ucraina il quarto sabato di novembre.
Nessun commento:
Posta un commento