Una triste storia di
odio fra fratelli
la Pucicca
Questa storia è molto
triste e descrive puntualmente la situazione nelle aree rurali
dell'entroterra Savonese a cavallo del 25 aprile 1945.
Nella zona dell'alta
Valle Bormida, operava una Brigata Partigiana Garibaldina, La
Baltera, composta da alcuni distaccamenti che agivano in assoluta
autonomia, soprattutto nei confronti dei contadini, requisendo
quello che serviva loro, cibo, vestiti, coperte senza preoccuparsi se
ciò portava danno al già magro bilancio di queste famiglie,
togliendo letteralmente il cibo dalla bocca dei figlioletti.
Sulla strada che
collega la cittadina di Carcare con il Comune di Pallare, c'è la
località Fornelli, ora nota per una ottima trattoria. Nella prima
periferia del paese c'erano degli insediamenti contadini, in
particolare una famiglia, proveniente da Cravarezza, con numerosi
figli, soprannominati i Pucic. Tra di loro una ragazza appena
ventenne, di nome Elena, che era soprannominata anch'essa Pucicca.
La ragazza che era graziosa, “parlava” con un ragazzo di un paese
limitrofo che secondo alcune voci nutriva simpatie fasciste.
Tra lei e il fratello
Enrico, che era comunista, non correva buon sangue. Come spesso
avviene in molte famiglie, l'incomprensione porta rancore che cresce
sino a portare a conflitti insanabili. Il fratello, nutrendo un odio
insano verso la sorella, si rivolge ad una banda di quei partigiani
comunisti che battono la zona, affermando che Elena avrebbe una
relazione con un Repubblichino a cui avrebbe spifferato i movimenti
delle bande partigiane aggiungendo che se non la ammazzano loro lo
avrebbe fatto egli stesso.
La sorte della ragazza
è segnata. Una notte di marzo del 1945 un gruppo di uomini armati
arriva alla casa colonica dove abita la ragazza , la prende e la
porta via per un viaggio senza ritorno.
La poveretta, che come
tante altre vittime giustiziate sommariamente, è innocente, viene
fatta marciare, lungo sentieri e stradine impervie, conosciute solo
ai suoi sequestratori o ai pastori della zona, per alcune ore, sino a
raggiungere una radura ornata di faggi, in località Vallegino e da
lì sino al luogo dell'esecuzione.
In quel luogo i
criminali con il fazzoletto rosso la abusano, quindi viene
assassinata con un colpo alla nuca. Pare che allo scempio ed
all'assassinio della Elena, assista anche il fratello Enrico,
responsabile morale dell'accaduto.
Con lei viene ucciso
anche un bravo giovane di Udine, colpevole di indossare la divisa dei
Repubblichini ma che in realtà era buono di carattere, tanto da
aiutare i contadini quando ce n'era bisogno. Compiuto il misfatto gli
assassini hanno fretta di tornare al loro accampamento, la buca che
accoglie il corpo martoriato della loro vittima, è scavata
frettolosamente ed è poco profonda, per cui la ragazza rimane in
balia degli elementi e degli animali, volpi, tassi e corvi numerosi
in quella zona.
Un pastorello che ora
è ultraottantenne, mi ha parlato dell'accaduto, che comunque è
notissimo in tutta la valle nei minimi particolari, perchè per
portare al pascolo le pecore passava accanto a quella radura, ricorda
benissimo la scarpa con un piede che emergeva dal terreno erboso
appena smosso.
Era il piede della
povera Elena detta Pucicca, abbandonata come un sacco di rifiuti dai
suoi impietosi e crudeli assassini, sotto un palmo di terra, in una
lontana ed isolata radura a circa settecento metri sul livello del
mare, con una splendida vista panoramica. Nessuno pagherà per
questo omicidio, tranne lo scellerato fratello che morrà travolto
dal treno, qualcuno afferma non per cause accidentali ma gettato
sotto il treno, mentre le spoglie della giovane ragazza non verranno
mai recuperate nonostante si sappia il luogo della sepoltura.
I genitori del ragazzo
di Udine, ammazzato assieme alla ragazza, dopo alcune ricerche
infruttuose finalmente vennero a conoscenza dove era stato occultato,
chiesero ed ottennero l'autorizzazione al recupero delle spoglie del
figlio, che ebbero luogo solo dopo una decina di anni. Alcuni
ragazzini, del posto,ora anziani, erano presenti al momento dello
scavo e del recupero.
Essi ricordano le due
montagnole di terra, una accanto all'altra, su cui, a differenza del
terreno circostante, che era nudo, cresceva uno strato di erba verde
brillante.
La famiglia della
ragazza, non si interessò mai del recupero, almeno per darle una
cristiana sepoltura e fu falcidiata da strani decessi che azzerarono
quasi tutti i parenti di Elena.
Sono stato in quella
radura, pochi giorni fa, dove ancora oggi non c'è pace e si nota un
leggero infossamento dove era il corpo del ragazzo e accanto un
piccolo rilievo di terriccio guarnito di bassa vegetazione,
probabilmente dove è ancora oggi la povera Elena.
Ho percepito una
sensazione di freddo e chi mi ha accompagnato dice che in alcune
notti senza luna , il vento che sibila tra i faggi fa uno strano
rumore, come un lamento.
I vecchi del posto
affermano che è la Pucicca che vuole essere trovata e tolta dal
bosco.
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