mercoledì, ottobre 26, 2016

Una triste storia di odio fra fratelli
la Pucicca
Questa storia è molto triste e descrive puntualmente la situazione nelle aree rurali dell'entroterra Savonese a cavallo del 25 aprile 1945.
Nella zona dell'alta Valle Bormida, operava una Brigata Partigiana Garibaldina, La Baltera, composta da alcuni distaccamenti che agivano in assoluta autonomia, soprattutto nei confronti dei contadini, requisendo quello che serviva loro, cibo, vestiti, coperte senza preoccuparsi se ciò portava danno al già magro bilancio di queste famiglie, togliendo letteralmente il cibo dalla bocca dei figlioletti.
Sulla strada che collega la cittadina di Carcare con il Comune di Pallare, c'è la località Fornelli, ora nota per una ottima trattoria. Nella prima periferia del paese c'erano degli insediamenti contadini, in particolare una famiglia, proveniente da Cravarezza, con numerosi figli, soprannominati i Pucic. Tra di loro una ragazza appena ventenne, di nome Elena, che era soprannominata anch'essa Pucicca. La ragazza che era graziosa, “parlava” con un ragazzo di un paese limitrofo che secondo alcune voci nutriva simpatie fasciste.
Tra lei e il fratello Enrico, che era comunista, non correva buon sangue. Come spesso avviene in molte famiglie, l'incomprensione porta rancore che cresce sino a portare a conflitti insanabili. Il fratello, nutrendo un odio insano verso la sorella, si rivolge ad una banda di quei partigiani comunisti che battono la zona, affermando che Elena avrebbe una relazione con un Repubblichino a cui avrebbe spifferato i movimenti delle bande partigiane aggiungendo che se non la ammazzano loro lo avrebbe fatto egli stesso.
La sorte della ragazza è segnata. Una notte di marzo del 1945 un gruppo di uomini armati arriva alla casa colonica dove abita la ragazza , la prende e la porta via per un viaggio senza ritorno.
La poveretta, che come tante altre vittime giustiziate sommariamente, è innocente, viene fatta marciare, lungo sentieri e stradine impervie, conosciute solo ai suoi sequestratori o ai pastori della zona, per alcune ore, sino a raggiungere una radura ornata di faggi, in località Vallegino e da lì sino al luogo dell'esecuzione.
In quel luogo i criminali con il fazzoletto rosso la abusano, quindi viene assassinata con un colpo alla nuca. Pare che allo scempio ed all'assassinio della Elena, assista anche il fratello Enrico, responsabile morale dell'accaduto.
Con lei viene ucciso anche un bravo giovane di Udine, colpevole di indossare la divisa dei Repubblichini ma che in realtà era buono di carattere, tanto da aiutare i contadini quando ce n'era bisogno. Compiuto il misfatto gli assassini hanno fretta di tornare al loro accampamento, la buca che accoglie il corpo martoriato della loro vittima, è scavata frettolosamente ed è poco profonda, per cui la ragazza rimane in balia degli elementi e degli animali, volpi, tassi e corvi numerosi in quella zona.
Un pastorello che ora è ultraottantenne, mi ha parlato dell'accaduto, che comunque è notissimo in tutta la valle nei minimi particolari, perchè per portare al pascolo le pecore passava accanto a quella radura, ricorda benissimo la scarpa con un piede che emergeva dal terreno erboso appena smosso.
Era il piede della povera Elena detta Pucicca, abbandonata come un sacco di rifiuti dai suoi impietosi e crudeli assassini, sotto un palmo di terra, in una lontana ed isolata radura a circa settecento metri sul livello del mare, con una splendida vista panoramica. Nessuno pagherà per questo omicidio, tranne lo scellerato fratello che morrà travolto dal treno, qualcuno afferma non per cause accidentali ma gettato sotto il treno, mentre le spoglie della giovane ragazza non verranno mai recuperate nonostante si sappia il luogo della sepoltura.
I genitori del ragazzo di Udine, ammazzato assieme alla ragazza, dopo alcune ricerche infruttuose finalmente vennero a conoscenza dove era stato occultato, chiesero ed ottennero l'autorizzazione al recupero delle spoglie del figlio, che ebbero luogo solo dopo una decina di anni. Alcuni ragazzini, del posto,ora anziani, erano presenti al momento dello scavo e del recupero.
Essi ricordano le due montagnole di terra, una accanto all'altra, su cui, a differenza del terreno circostante, che era nudo, cresceva uno strato di erba verde brillante.
La famiglia della ragazza, non si interessò mai del recupero, almeno per darle una cristiana sepoltura e fu falcidiata da strani decessi che azzerarono quasi tutti i parenti di Elena.
Sono stato in quella radura, pochi giorni fa, dove ancora oggi non c'è pace e si nota un leggero infossamento dove era il corpo del ragazzo e accanto un piccolo rilievo di terriccio guarnito di bassa vegetazione, probabilmente dove è ancora oggi la povera Elena.
Ho percepito una sensazione di freddo e chi mi ha accompagnato dice che in alcune notti senza luna , il vento che sibila tra i faggi fa uno strano rumore, come un lamento.

I vecchi del posto affermano che è la Pucicca che vuole essere trovata e tolta dal bosco.

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