martedì, febbraio 14, 2017

Vera Roll




Un'altra foto
Eva Roll

In questa foto, scattata a Milano, a fine aprile 1945, si vede al centro una donna a cui un partigiano sta rapando i capelli con la testa eretta, seduta, molto bella, mora, dallo sguardo triste e irritato al tempo stesso, indossa un cappotto e una gonna lunga di raso, il cappotto chiaro appare costellato di macchie forse di unto, attorno a lei, sei uomini, partigiani, quasi tutti armati e con le divise raccogliticce, secondo alcune fonti, sarebbero state migliaia le donne Italiane, di ogni età, ad avere subito questo sfregio e altre molestie. Uno dei soggetti si impegna con grande buona volontà nel taglio, a terra si vedono delle ciocche di colore nero, altro guardano il lavoro del loro compagno e appaiono divertiti.
I capelli fluenti sono un simbolo di femminilità e quindi un bersaglio preferenziale. Si noti il viso e lo sguardo dei due subito dietro ai carnefici, lo sguardo è divertito, un lieve ghigno increspa le labbra del soggetto. Sembra che abbiano la smania di farsi fotografare e poter dire c'ero anche io.
Sono forti ! In sei e per di più armati, contro una donna sola , chiaramente in soggezione. Uno dei soggetti, con l'aria arrogante, inalbera un cartello, che è una delle prime forme di pubblicità e che pubblicizza uno spettacolo e il nome della povera donna seduta che appunto era la protagonista di questo spettacolo, a cui stanno rapando i capelli, senza tanti complimenti, lei è una attrice teatrale o come si diceva allora una soubrette.
Si chiama Vera Roll, classe 1920, Piemontese di Condove, moglie di una altro attore di teatro, Nuto Navarrini. La loro colpa agli occhi dei partigiani comunisti fu quella di aver messo in scena uno spettacolo in chiave anti – parigiana , appunto “la gazzetta del sorriso”, in cui l'attrice ironizzava sui personaggi che facevano parte delle formazioni partigiane.
Basta poco, dopo il 25 aprile 1945 per essere presi e giustiziati sommariamente, oppure nel caso di donne, picchiate, stuprate o come nel caso di Eva Roll rapate.
Questa è la prassi. In seguito la donna fu anche processata per collaborazionismo ma prosciolta dalle accuse e liberata. Continuerà a fare l'attrice di teatro e si spegnerà a Roma negli anni 70, senza dimenticare quello che gli avevano fatto alcuni uomini che di umano avevano ben poco.


Robert Nicolick

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