Giuseppe Wingler
Esponente Repubblichino,
determinato e intelligente, di famiglia benestante, già membro
dell’ufficio informazioni delle B.B.N.N. ( Brigate Nere ) l’UPI.
In mattinata Giuseppe
Wingler si era recato presso l’ufficio di collocamento a chiedere
un certificato di disoccupazione, qui era stato riconosciuto da tale
Ferro Mauro come uno degli incaricati del carcere di S. Agostino,
allorquando egli vi era rinchiuso che lo riteneva responsabile di
maltrattamenti verso di lui e altri detenuti. Un certo Tambuscio,
impiegato presso L’A.N.P.I telefonò subito la polizia ausiliaria
che giunta prontamente sul posto, non lo arrestò in quanto la sua
posizione era stata già vagliata e chiarita a suo tempo dalla
stessa Questura.
Wingler seccato per il
contrattempo, si allontanò dicendo che sarebbe andato in Prefettura
a presentare una protesta formale per l’accaduto, forse firmò la
sua condanna a morte con le sue rimostranze oppure la sua esecuzione
era già stata decisa da tempo.
Quella stessa sera alle
19,45 del 4 dicembre 1945, due agenti in borghese con il famigerato
tesserino giallo della “civil police” bussarono porta della sua
abitazione, con la motivazione di portarlo in Questura per
interrogarlo.
Dei due personaggi si
fornirono i connotati che furono messi agli atti. Wingler, pur
controvoglia, uscì da casa in compagnia dei due sedicenti agenti,
nella stessa serata verrà trovato a terra, ferito gravemente, da
diversi colpi di pistola il 4 dicembre 1945 a Savona in Via dei De
Mari, accanto all’Istituto Massa.
Il ritrovamento del corpo
è fatto, casualmente, da Biagio Savarino, Commissario Aggiunto, capo
della squadra politica della questura di Savona, ex partigiano, che
successivamente sarà sostituto da un funzionario di carriera, il
Commissario Amilcare Salemi.
Savarino trasporta
personalmente in auto il ferito all’ospedale San Paolo che
purtroppo vi giunge cadavere e secondo la versione fornita dallo
stesso Savarino, durante il tragitto non fornisce particolari
sull’attentato di cui è vittima e, sempre secondo Savarino non
dice chi gli abbia sparato.
La madre della vittima
per il dolore della morte del figlio, morì l’anno successivo.
Wingler era un uomo
perspicace e acuto, pericoloso per tutto quello che sapeva: andava
eliminato anche per questo motivo, aveva avuto contatti con elementi
partigiani comunisti che avevano fornito informazioni su resistenti
non comunisti . Le indagini, ostacolate e mal dirette, non condussero
a nulla.
Brano tratto dal mio prossimo libro, attualmente in lavorazione : IL BOIA UCCIDE IN SILENZIO -Storia degli omicidi della pistola silenziosa.
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