sabato, maggio 05, 2018

L'ordine di scarcerazione dei Biamonti


Questo documento è l'ordine di scarcerazione della famiglia Biamonti, in quanto nulla era emerso a loro carico in relazione alle accuse di collaborazionismo. L'ordine di rilascio è firmato da , Rino Carmassi “commissario” e dal “questore” Botta, le cariche di questi personaggi, tutti ex partigiani, non arrivano da nessun ministero, ma sono autoindotte. Il documento di rilascioè consegnato ai parenti dei reclusi il 19 maggio, ma la data e quindi la validità che riporta in alto a destra è 21 maggio 1945, quindi la famiglia deve rimanere reclusa nel campo di Segno sino al 21. Questo per dare modo a Rossi e compagni, tempestivamente avvisati, di recarsi nella notte del 19 maggio a prelevarli, trasportarli con un furgoncino, da Segno a Zinola, assassinarli e seppellirli in una fossa nel Campo A, fila 14, posto 12. Fu chiaramente un complotto ordito da più persone, per impedire ai parenti dei Biamonti di liberarli dal campo di Segno. L'obiettivo era coprire con questi omicidi, le brutalità, le rapine di cui erano stati oggetto i Biamonti e persino la stessa Elena Nervo, nel documento denominata con disprezzo “la servente”. La falsità di questi soggetti, Carmassi, Botta e Rossi, è evidente, sapevano tutti quello che doveva accadere e cioè che i Biamonti non dovevano sopravvivere e dovevano essere assassinati. Altrimenti non si spiega come mai qualcuno firmi un ordine di scarcerazioni postdatato e poi le persone che devono essere liberate non solo vengano uccise ma addirittura spariscano.



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