Don Giuseppe Amateis
Don Giuseppe Amateis era
il parroco di un paese delle Valli Dio Lanzo, in questo territorio le
bande partigiane, in particolare quelle di stretta obbedienza al PCI,
non erano molto ben viste dalla popolazione locale per via delle
ruberie che compivano a danni dei contadini e per il fatto che con la
loro guerra per bande attizzavano i rastrellamenti e le rappresaglie
dei Tedeschi e dei Repubblichini che comunque e sempre andavano a
danneggiare i civili. Don Amateis che era un ex cappellano militare,
decorato per il suo comportamento durante precedenti attività
militari, non mancava dal pulpito di prendere una posizione ferma
contro le attività sei partigiani che egli accusava con grande
chiarezza e coraggio di taglieggiare la popolazione e di compiere
imboscate contro i Tedeschi, inoltre questa guerriglia non portava
alcun vantaggio alla avanzata degli Angloamericani, in effetti le
parole di Don Amateis erano corrette, non solo moralmente ma anche
dal punto di vista militare ma non potevano essere lasciate passare
impunite dai partigiani comunisti. E così la notte del 15 marzo
1944, un gruppo di partigiani comunisti i cui nomi non sono mai resi
noti presero il parroco, lo trascinarono sul greto del torrente Tesso
e lo massacrarono a colpi di ascia.
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