mercoledì, settembre 12, 2018

La strage di Andorno di Tollegno






La strage di Andorno di Tollegno
Valle del Cervo
Biella
22 marzo 1944
Questa zona del Biellese era all'epoca dei fatti provincia di Vercelli, ora non non più, dipende da Biella, sede già allora di industrie tessili di grande importanza e dal 43, era una zona dove operavano alcune formazioni partigiane comuniste, molto ligie ed ortodosse al dogma, non era un caso che proprio a Tollegno lavorasse come operaio tessile Francesco Moranino, detto “Gemisto” futuro “onorevole”, termine poco appropriato nel suo caso, del PCI e al centro di numerose inchieste su atrocità compiute su civili e militari della RSI. Moranino dovette pure fuggire oltre cortina a Praga, dove si prodigò con grande entusiasmo, attraverso Radio Praga a diffondere propaganda anti Italiana
In zona, non 'cera solo Moranino ma anche un certo Moscatelli, entrambi comunisti duri e puri, talmente duri da non tollerare la presenza di altre formazioni partigiane legate alla Monarchia infatti appena seppero che ad Oropa si era formato un distaccamento di resistenti non comunisti, piombarono in zona e li costrinsero alla fuga. Ma questa è un'altra storia.
Caterina Tiboldo, 48 anni operaia e le sue graziose figlie, Angiolina, 20, Mariuccia , 18 anch'esse operaie e Carmen 16 , che faceva la sartina , ricevettero la notte del 22 marzo 1944, nel casale isolato alla periferia di Andorno, dove abitavano, la visita sgraditissima di un gruppo di partigiani armati, guidati da tale Isidoro Zanchi, “Gaio” , di soprannome ma non di fatto.
Zanchi affermò di aver fatto irruzione nel casale alla ricerca di un gruppo di militari della RSI ma trovò solo quattro donne indifese , appunto Caterina, Angioina, Mariuccia e Carmen e due bimbi, Italo di 4 anni e Mirella di 3, i due uomini di casa in quella circostanza erano assenti per lavoro, dopo aver sfondato la porta non trovarono armi o armati, e le povere donne non erano Fasciste, ma evidentemente questo eroe di sta cippa, non volle sciupare la nottata.
Quello che accade nel casale non si sa con precisione, ma è immaginabile, i partigiani rossi erano usi a stuprare in branco, le femmine, vecchie e meglio se giovani e giovanissime.
Gli abitanti del luogo udirono urla e invocazioni di aiuto per diverse ore della notte e dopo tutto ciò, raffiche di mitra provenire dal cimitero e poi il silenzio, Ovviamente non osarono mettere il becco fuori da casa, erano noto che la peggior feccia facesse parte di questi gruppi armati che giravano con il foulard e la stella rossi cucita sulla giacca.
All'alba del giorno dopo, i Carabinieri recatisi alla casa dei Tiboldo la trovarono con la porta sfondata, l'interno era devastato e saccheggiato, dopo aver attraversato il ponte che passa sul torrente Cervo i militi raggiunsero il cimitero di Tollegno e trovarono accanto al muro di cinta quattro corpi di donne crivellati di colpi e abbracciati a loro due bimbi che piangevano disperati, Italo e Mirella.
La ferocia di questo eccidio compiuto di fronte a due bimbi che rimasero segnati per tutta ala vita colpì tutta la popolazione del Biellese che intervenne in massa alle esequie delle povere vittime, poi si seppe che la causa scatenante era il fatto che la povera Carmen facendo la sarta, aveva tra i suoi clienti alcuni militi repubblichini.
Grazie a questa indegna azione, due giorni dopo , cinque partigiani prigionieri della Guardia Nazionale Repubblicana furono passati per le armi nello stesso luogo dove era avvenuto la strage delle quattro donne.
In quel sito c'è una lapide che ricorda giustamente i cinque prigionieri fucilati, ma nulla di nulla che ricordi che in quel luogo quattro donne dopo inumane sofferenze furono assassinate da criminali feroci e politicizzati.

Roberto Nicolick
( manovalanza della libertà )

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