domenica, gennaio 13, 2019

il primo tentativo di sequestro di Dora cosmin


La maestra Teodora Cosmin, detta Dora
Come è noto la povera maestra Cosmin, di 46 anni, fu rapita a luglio 1945, da partigiani comunisti, al suo arrivo presso la stazione ferroviaria di Savona Letimbro, portata in località Purada sulle alture tra Vado Ligure e Segno, qui fu seviziata e assassinata e non venne mai ritrovata.
La sua colpa era quella di essere sorella di un gerarca della RSI, Piero, morto tuttavia di malattia nel maggio del 1945, quindi quello della Dora fu un assassinio sadico ed inutilmente malvagio.

Non tutti sanno e si evidenzia da alcuni documenti che pubblico di seguito, che i compagni di Quiliano l'avevano già messa nel mirino da tempo, infatti fu oggetto di un primo tentativo di sequestro , finito male, per l'intervento di alcuni militari della S.Marco.
Il fatto accadde il 7 gennaio del 1945, la maestra era sfollata da Alassio a Quiliano presso la famiglia Toso, era sera quando fu aggredita da un uomo che tentò di tacitarla con una sciarpa che le strinse sulla bocca, a seguito della sua disperata resistenza, intervenne un altro rapitore travisato con una maschera sul viso, la povera maestra continuò a reagire e in quel momento da paura, furono attratti dal trambusto alcuni militari della San Marco che ingaggiarono con questi una sparatoria.
La Dora alla fuga dei suoi rapitori, salì in casa e dopo aver accese le luci si affacciò alla finestra da dove vide che i San Marco avevano preso di due rapitori che comunque erano difesi a spada tratta da due donne, la madre e la sorella.
Una volta in ,salvo fu convocata in caserma per il riconoscimento dei due soggetti e grande fu la sua sorpresa nel riconoscere in uno dei due personaggi un giovane da lei beneficiato in diverse occasioni e che purtroppo invece di dimostrare gratitudine la voleva rapire e farle fare una brutta fine.
Interrogato in proposito il giovane confermò, che essi avevano avuto ordine di rapirla e che nel gruppo c'era un terzo uomo riuscito ad eclissarsi dopo aver abbandonato una pistola automatica che in effetti venne rinvenuta a terra ancora calda per gli spari che aveva esploso contro la pattuglia di S. Marco.
I tre rapitori erano di base in un accampamento partigiano chge era situato sul Monte Baraccone davanti a Quiliano e era figlio di un certo Carlito, soprannominato U Foa,
La maestra rimase sconvolta di questo fatto, ringraziò i militari che l'avevano salvata , il Tenente Ulrico Guerrieri di Borgo a Buggiano ( Pistoia ) e i due marò, Giacomo Giancarlini e Giovanni Esposito tutti del presidio di Quiliano, poi decise per quella notte di dormire in Caserma e chiese di poter vaere una pistola per poter difendere al sua persona.
Purtroppo i partigiani comunisti non mollarono e pochi mesi dopo quella notte la rapirono quando meno lei se l'aspettava e fecero quello che fecero.
Ancora oggi la Dora Cosmin ha come tomba un bosco, un prato o una forra sulle alture del quilianese e nessuno può andare a pregare o a deporre un fiore su una sepoltura Cristiana , cosa che i suoi assassini le negarono.
R.N.







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