Agostino e il suo carretto
Questo signore si chiama Agostino , la
foto lo ritrae nel 1960 circa e all'epoca aveva poco meno di 40 anni,
il luogo è nelle vicinanze de il semaforo ,ancora esistente di
fronte alla facciata lato mare del vecchio San Paolo di Savona, che
regolava il traffico tra Corso Italia e Corso Mazzini.
Il banco che è di lato ad Agostino, è
colmo di caramelle, stringhe, pummelletti , boeri, lecca lecca e
altri prodotti dolciari che a noi bimbi , di allora, tanto piacevano,
ed era attaccato ad una ape che provvedeva al traino.
Ogni mattina Agostino arrivava con la
sua ape ed esponeva la sua merce, era una zona di passaggio,
soprattutto d'estate, chi andava a spiaggia o ne tornava e anche chi
frequentava i giardini pubblici con il tempietto napoleonico non
mancava mai di passare da Agostino che con un sorriso accattivante
vendeva ai bimbi le sue piccole dolcezze.
Assieme a lui c'era il padre, Pinotto
con sua moglie che lo coadiuvavano nella vendita. Alla sera , dopo
aver chiuso il suo banco, entrava nella sua ape e con un rombo
partiva per tornare a casa che era nei paraggi.
Agostino in qualsiasi stagione, purchè
non piovesse, era sempre lì, accanto alla centralina del semaforo,
in questo posto strategico di passaggio, faceva parte del paesaggio,
dell'immaginario collettivo di Savona, era una piccola porzione di
storia di questa città.
Poi con il passare del tempo, con
l'avanzare degli anni, prima Pinotto, poi sua moglie hanno lasciato
solo Agostino a vendere , i bimbi di allora sono diventati adulti,
con altri interessi, molti si sono allontanati da Savona per diverse
ragioni, ma Agostino ha continuato a vendere i suoi prodotti, sempre
più curvo e con un sorriso sempre più stanco, mentre gli anni
trascorrevano inesorabili, sempre più inesorabili con tutte le loro
conseguenze.
In questi giorni , sono entrato in una
struttura per anziani nel centro di Savona e mentre ne percorrevo il
corridoio ho intravisto in una camera, seduto su una poltroncina, un
anziano, che leggeva un giornale, curvo e tremolante, una strana
sensazione di dejavù mi ha attraversato il cuore, e non ho potuto
fare a meno di entrare ed avvicinarmi, e il bambino di allora , io,
ha riconosciuto l'adulto di allora, Agostino. L'uomo si è voltato e
mi ha sorriso, lo stesso sorriso di tanti, tanti anni fa, molto più
stanco e con tantissime rughe che lo incorniciavano. Mi ha mostrato
una fotografia che teneva sulla mensola e ho avuto la certezza di
aver trovato dopo un secolo Agostino, quello che mi vendeva 10 lire
di pumelletti, concedendomi di fotografarla e renderla pubblica.
Ho iniziato a parlare con lui ed egli
ha capito, o almeno spero, chi io fossi, gli sono stato accanto una
mezzora a scambiare con lui tante, tante parole, poi il mio collega è
venuto a cercarmi perchè l'ambulanza doveva tornare in sede. Mi sono
staccato da questa persona e mi sono ripromesso di tornare a
trovarlo, sono uscito da quella camera molto più ricco di quando ci
sono entrato.
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