L'irruzione nella scuola elementare di Terrazzano
comune di Rho
10 ottobre 1956
Sono le 11 di una tranquilla mattinata scolastica come tante, quando due soggetti armati di pistole automatiche e di baionette, fanno irruzione nella scuola elementare di Terrazzano una frazione di Rho in provincia di Milano, superano la sorveglianza della bidella, entrano nella prima aula che incontrano e minacciando tutti con due pistole calibro 7,65, prendono in ostaggio 94 bimbi e tre insegnanti, tre donne, concentrandoli nello stesso locale, è il panico elevato all'ennesima potenza.
I due criminali sono due fratelli, Egidio e Arturo Santato, con precedenti penali di vario tipo ma soprattutto per aver trascorso diversi periodi di cura in manicomi giudiziari. Egidio è un minorato psichico e il leader è Arturo che esercita sul fratello un controllo totale.
Polizia e carabinieri arrivano da tutta la Lombardia e circondano la scuola, anche decine di genitori disperati giungono nei pressi della scuola in attesa di notizie. I due chiedono per rilasciare gli ostaggi, duecento milioni di lire, all'epoca una cifra elevata per quei tempi, dichiarano anche di avere diversi chili di polvere nera e alcuni metri di miccia con cui fare saltare la scuola assieme agli ostaggi . Hanno delle corde con cui legano i polsi di alcuni alunni che fanno salire sul davanzale delle finestre a mò di scudi umani. Chiedono cibo e un microfono con cui manifestare le loro richieste
Minacciano anche di accecare alcuni bimbi con l'acido solforico se non ci saranno risposte pronte da aprte delle autorità e in preda ad una forte agitazione, dal secondo piano della scuola, sparano sulla folla ferendo una mamma che si era avvicinata troppo alla scuola per cercare di vedere suo figlio, con le loro armi sparano e sfiorano la loro sorella che era venuta per ammansirli, tirano anche ad un ufficiale di polizia e a un carabiniere senza tuttavia colpirli. Oltre a chiedere i soldi i due chiedono anche una ambulanza per poter fuggire indisturbati.
Chi sono i due folli sequestratori ? Sono due fratelli Polesani, di Villanova del Ghebbo, provengono da una famiglia a dir poco singolare, il padre è un girovago alcolista che dipinge e vive per strada e che verrà massacrato negli anni successivi da Egidio, la madre è una vecchia megera che gira su una ape car a vendere verdura in giro per Rho, la sorella Flavia , l'unica normale, da tempo si è allontanata dalla famiglia per convivere con il fidanzato , c'è anche un ragazzino di 10 anni che, meno male per lui, si trova in un istituto.
Introno alle 17 una delle maestre cerca di sfilare la pistola dalla tasca di uno dei due ma il criminale se ne accorge e minaccia di uccidere i bimbi, in quel momento la polizia e i carabinieri fanno irruzione, ma non sono i soli, un operaio, Sante Zennaro, approfittando della confusione appoggia una scala alla facciata della scuole ed entra da una finestra, affrontando Arturo, nella concitazione del momento inizia una sparatoria tra gli agenti in quel momento sopravvenuti, e i due sequestratori, al culmine dello scontro a fuoco, Sante Zennaro viene colpito mortalmente e muore. Gli agenti afferrano i due criminali che non oppongono ulteriore resistenza e liberano tutti i ragazzini e le tre insegnanti , sono tutti indenni vengono accompagnati all'esterno dove trovano i loro genitori. La folla circonda gli agenti e i due criminali tentando di linciarli.
L'eroico Zennaro che ha tentato disperatamente di neutralizzare i due Santato muore in questa sua azione colpito, purtroppo, proprio dagli agenti e dai carabinieri che lo scambiano per uno dei criminali, in seguito verrà insignito della medaglia d'oro al Valor Civile alla memoria e la scuola dove egli è cauto sarà intitolata al suo nome.
I due Santato verrano processati e condannati rispettivamente Egidio Santato a 5 anni e 8 mesi, Arturo fu internato in un manicomio criminale per la durata di sette anni. Nel 2011 alcuni ex scolari che ora hanno i capelli grigi hanno voluto parlare al telefono con uno dei sequestratori, Egidio, quello meno feroce ed autonomo e hanno rivolto a lui parole di perdono.
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