Dottor Alessandro Peyretti
17 giugno 1945
Pont San Martin
Il Dottor Alessandro
Peyretti era il veterinario condotto di Pont San Martin, Valle
D'Aosta, classe 1878, nativo di Aosta, aveva studiato presso la
Facoltà di veterinaria a Torino laureandosi nel 1907, una brava
persona, benestante, abitava con la famiglia, moglie e figlia, in
una villetta a Pont San Martina, era stato a suo tempo tenente della
GNR, quindi ricco e fascista, due caratteristiche ideali per essere
nel mirino dei partigiani comunisti.
Il figlioccio e nipote,
Arturo Montalbetti, in particolare, aveva progettato assieme ad
alcuni partigiani rossi del posto, di agire nei confronti del
veterinario.
Una sera il figlioccio,
si reca presso l'abitazione di Alessandro Peyretti e gli dice che
alcuni partigiani, conoscendo la sua precedente appartenenza alla
RSI, vogliono processarlo, ma che egli è intervenuto a suo favore
per evitare il plotone di esecuzione, deve solo recarsi ad un
incontro chiarificatore con questi partigiani.
Il povero Peyretti che
nutre una grande fiducia nel suo figlioccio, mal riposta,
accompagnato dalla moglie, Ida Bocca e dalla figlia Fernanda, si
reca all'incontro, che ha luogo presso il cimitero del paese.
Giunti sul posto trovano
quattro partigiani armati che lo accusano di essere stato in accordo
con i Fascisti. Il figlioccio , almeno a parole, ne prende le difese
e si offre di tornare a casa del veterinario per cercare eventuale
documentazione compromettente .
Lascia il Peyretti con
moglie e figlia, in ostaggio dei quattro partigiani, raggiunge la
villa dei sequestrati e dopo aver cercato frettolosamente nella casa,
si appropria dei valori di famiglia, oro e denaro , che riesce a
trovare, quindi torna al cimitero.
Gli ostaggi si sentono
sollevati alla vista del ragazzo, ma è un sollievo solo temporaneo,
infatti Montalbetti, assiste tranquillamente all'omicidio del povero
veterinario compiuto da Soudaz, mentre un certo Marco Balagno
assassinava la moglie e Feuillaz provvedeva a sopprimere giovane
figlia.
Solo un anno dopo la
strage della famiglia Peiretti gli assassini furono arrestati , ma
dal carcere di Ivrea dove erano imprigionati, riuscivano ad evadere.
Nel giugno del 1948 ad
Ivrea si tenne il processo per questa strage, in contumacia, perchè
tutti gli imputati si erano resi irreperibili prima di essere fermati
dai Carabinieri, tutti tranne lo scellerato nipote e l'assassino
della moglie, Marco Balagna. Nel 1948, finalmente gli imputati
furono trovati dai Carabinieri e si presentarono alla sbarra presso
la Corte di Assise di Torino, in primo grado, Arturo Montalbetti,
Marco Balagna, Armando Jarillaz e Raimondo Sondaz furono condannati a
13 anni e 4 mesi di reclusione, per furto e triplice omicidio, nel
1952 in appello presso la corte d'appello di Genova la pena è stata
confermata negando l'amnistia “partigiana” e concedendo il
condono di soli anni uno.
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