sabato, luglio 11, 2020

L'omicidio della famiglia Peyretti di Pont San Martin


Dottor Alessandro Peyretti
17 giugno 1945
Pont San Martin

Il Dottor Alessandro Peyretti era il veterinario condotto di Pont San Martin, Valle D'Aosta, classe 1878, nativo di Aosta, aveva studiato presso la Facoltà di veterinaria a Torino laureandosi nel 1907, una brava persona, benestante, abitava con la famiglia, moglie e figlia, in una villetta a Pont San Martina, era stato a suo tempo tenente della GNR, quindi ricco e fascista, due caratteristiche ideali per essere nel mirino dei partigiani comunisti.
Il figlioccio e nipote, Arturo Montalbetti, in particolare, aveva progettato assieme ad alcuni partigiani rossi del posto, di agire nei confronti del veterinario.
Una sera il figlioccio, si reca presso l'abitazione di Alessandro Peyretti e gli dice che alcuni partigiani, conoscendo la sua precedente appartenenza alla RSI, vogliono processarlo, ma che egli è intervenuto a suo favore per evitare il plotone di esecuzione, deve solo recarsi ad un incontro chiarificatore con questi partigiani.
Il povero Peyretti che nutre una grande fiducia nel suo figlioccio, mal riposta, accompagnato dalla moglie, Ida Bocca e dalla figlia Fernanda, si reca all'incontro, che ha luogo presso il cimitero del paese.
Giunti sul posto trovano quattro partigiani armati che lo accusano di essere stato in accordo con i Fascisti. Il figlioccio , almeno a parole, ne prende le difese e si offre di tornare a casa del veterinario per cercare eventuale documentazione compromettente .
Lascia il Peyretti con moglie e figlia, in ostaggio dei quattro partigiani, raggiunge la villa dei sequestrati e dopo aver cercato frettolosamente nella casa, si appropria dei valori di famiglia, oro e denaro , che riesce a trovare, quindi torna al cimitero.
Gli ostaggi si sentono sollevati alla vista del ragazzo, ma è un sollievo solo temporaneo, infatti Montalbetti, assiste tranquillamente all'omicidio del povero veterinario compiuto da Soudaz, mentre un certo Marco Balagno assassinava la moglie e Feuillaz provvedeva a sopprimere giovane figlia.
Solo un anno dopo la strage della famiglia Peiretti gli assassini furono arrestati , ma dal carcere di Ivrea dove erano imprigionati, riuscivano ad evadere.
Nel giugno del 1948 ad Ivrea si tenne il processo per questa strage, in contumacia, perchè tutti gli imputati si erano resi irreperibili prima di essere fermati dai Carabinieri, tutti tranne lo scellerato nipote e l'assassino della moglie, Marco Balagna. Nel 1948, finalmente gli imputati furono trovati dai Carabinieri e si presentarono alla sbarra presso la Corte di Assise di Torino, in primo grado, Arturo Montalbetti, Marco Balagna, Armando Jarillaz e Raimondo Sondaz furono condannati a 13 anni e 4 mesi di reclusione, per furto e triplice omicidio, nel 1952 in appello presso la corte d'appello di Genova la pena è stata confermata negando l'amnistia “partigiana” e concedendo il condono di soli anni uno.

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