domenica, gennaio 10, 2021

Angelo Sorino Maresciallo di Pubblica Sicurezza, Palermo 10 gennaio 1974

 

Angelo Sorino era un Maresciallo della P.S. , Pubblica Sicurezza, ma soprattutto era poliziotto nell’anima perchè credeva fermamente nella Legge, nel diritto e nel fatto che i delinquenti dovessero finire in galera. Dopo 54 anni di onorato servizio nell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza poteva andare pensione e seguire finalmente la famiglia e i quattro figli, invece aveva accettato, su richiesta della Amministrazione, di prestare servizio ancora per otto mesi.

Il maresciallo Angelo Sorino, 57 anni, si era ritrovato così in forza al quartiere San Lorenzo di Palermo, uno dei più inquinati dalla mafia , fino al 1 gennaio 1973.

Non era sicuramente un uomo da scrivania ma bensì un ottimo investigatore, con un vero e proprio schedario nella sua mente, un attento e profondo conoscitore della mafia, dei suoi uomini, dei suoi capi e dei metodi che la mafia usava per raggiungere i suoi obiettivi, quindi era un uomo molto pericoloso per l'”onorata società”

Finalmente per Sorino arriva la pensione aveva messo in armadio la sua uniforme ma non la sua propensione ad essere poliziotto ed a osservare con occhio attento tutto quello che accadeva attorno a ui, decifrando faqtti che ad alcuni potevano essere insignificanti ma che a lui esperto investigatore, avevano un significato molto preciso nel quadro della attività mafiosa .

Girando per il quartiere, andando al mercato o al bar, chiacchierava con tutti, e soprattutto ascoltava ogni parola anche la più insignificante , annotando mentalmente ogni sfumatura del linguaggio dei mafiosi e accumulando informazioni che poi passava ai colleghi della Questura di Palermo.

Informazioni utilissime a ostacolare i clan di quella zona di Palermo, il suo agire non passò inosservato e i boss locali decisero di eliminarelo in quanto pericoloso per gli aderenti alla mafia.

il 10 gennaio 1974, era un lunedì piovoso, l'ex maresciallo al riparo del suo ombrello stava rientrando a casa proprio nel quartiere San Lorenzo, fu avvicinato alle spalle da un sicario mafioso armato di un revolver calibro 38 che vigliaccamente gli esplose diversi colpi, il maresciallo ai primi colpi si girò e tentò di riparasi con l'ombrello aperto poi cadde . Prima di fuggire il sicario sparò ancora un paio di colpi, poi salì su una auto che lo attendeva con il motore acceso. La mafia con i suoi metodi di macelleria aveva assassinato un fedele servitore dello Stato ma soprattutto una persona per bene.

Nessun commento:

Posta un commento

Scorci di un paese del basso Piemonte