sabato, marzo 13, 2021

Brigadiere di polizia Giuseppe Ciotta

 


12 marzo 1977

Brigadiere di polizia Giuseppe Ciotta

Torino


Era l'alba del 12 marzo del 1977, Giuseppe Ciotta, 28 anni, sposato con un figlio di due anni, brigadiere della polizia in forza all'ufficio politico della Questura di Torino stava uscendo di casa per andare in ufficio. Era in Via Gorizia angolo Via Benevagenna , sale sulla sua utilitaria, una 500 rossa, si siede al volante e sta metterla in moto quando improvvisamente un killer armato si avvicina, lo sta aspettando in strada, molto probabilmente non conosce di persona il giovane brigadiere perche altri terroristi su una 128 verde gli hanno indicato chiaramente la vittima, il sicario si fa sotto , estrae una calibro 38 con il calcio dell'arma manda in frantumi il cristallo della vettura , Ciotta in modo istintivo si china sul volante per ripararsi dalle schegge di vetro, intuisce cosa per sta per accadere e la sua mano corre ad impugnare la sua pistola di ordinanza ma non ce la fa ad estrarla perchè il terrorista lo colpisce con cinque pallottole in rapida successione, dalla autopsia si comprenderà che solo il secondo risulterà mortale in quanto lo raggiunge al cuore. Fatto ciò l'assassino sale sulla 128 verde, rubata quasi un mese prima che si immerge nel traffico.

L'attentato fu rivendicato in un volantino lasciato presso un cippo Torino Esposizioni, da una sigla poco conosciuta, le brigate combattenti, in seguito assorbite in Prima Linea.

Ciotta era un ottimo poliziotto, buono ed umano , spesso nei suoi servizi presso le facoltà era riuscito con la sua grande umanità ad intrattenere cordiali rapporti con i giovani universitari evitando durante le proteste giovanili inutili conflitti con la polizia. Indubbiamente Ciotta era un facile bersaglio, molto legato alle sue abitudini e agli orari che rispettava in modo istintivo, è stato facile per i suoi assassini pedinarlo e pianificare il suo omicidio. Quello di Ciotta fu il primo omicidio terroristico di un servitore dello stato in uniforme a Torino per rappresaglia verso le forze dell'ordine in quanto Ciotta aveva contribuito alla disarticolazione del gruppo storico delle BR. L'esecutore dell'omicidio fu identificato in Enrico Galmozzi, condannato in via definitiva per questo omicidio, attualmente libero e molto attivo sui social, molto noto anche per le sue minacce rivolte a Matteo Salvini.

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