venerdì, luglio 04, 2025

Fulvio Avventurino Pietra Ligure 14 Febbraio 1994 Fulvio Avventurino è un geometra che svolge da tempo la sua professione a Pietra Ligure, sposato e con un figlio, dotato di grande carità e disponibilità cristiana, è sempre in prima linea nell’aiutare chi soffre e chi ha bisogno, supportato dalla sua fede ha fatto la scelta di essere Diacono. In linea con la sua cultura dell’accoglienza e della solidarietà, decide di aiutare concretamente , un giovane extracomunitario che ha bisogno di aiuto, il Marocchino Gamhal El Boustany, di 23 anni, lo accoglie in diverse occasioni in casa, lo sfama, lo veste, insomma lo tratta come un figlio in un’ottica decisamente cristiana, tutto questo per tre anni, in modo completamente disinteressato. Tutto va bene, fino a quando la sera del 14 febbraio 1994, il Marocchino bussa alla porta del geometra che lo fa entrare come è solito fare, assieme alla moglie Adriana, lo fanno accomodare in salotto, gli servono una cena, fanno quattro chiacchiere in amicizia, poi la moglie va in cucina e lascia i due a parlare . Quello che i due coniugi non sanno è che il giovane straniero poco prima di salire da loro, ha assunto cocaina nel bagno di un locale nelle vicinanze, l’uomo è come una molla compressa pronto a esplodere. Chiede imperiosamente un milione di lire al geometra che probabilmente glielo nega, è insistente, Avventurino prova a spingerlo fuori dalla casa, ma lui estrae un coltello a serramanico e lo aggredisce , colpendolo alla gola, provocandogli ferite mortali, poi colpisce anche la moglie del geometra accorsa alle urla del marito e la colpisce a sua volta con due coltellate allo stomaco ed a una spalla quindi fugge. Fulvio, a seguito delle coltellate subite, muore dissanguato invece la moglie si salva per miracolo. Per loro è uno shock, essere stati aggrediti così ferocemente, in casa loro, proprio da chi hanno aiutato per tanto tempo, essere ripagati con tutto questo odio è fonte di grande sofferenza. L’assassino verrà fermato a Genova alla stazione Principe, dove fornirà generalità false e negherà di aver compiuto le due aggressioni, tradotto a Savona viene rinviato a giudizio e processato per omicidio volontario e per tentato omicidio nella persona della moglie della vittima, porto abusivo di coltello, false generalità e false dichiarazioni in merito ai suoi precedenti penali. la Corte di Assise di Savona, lo condanna a 29 anni di pena oltre ai danni da liquidare in sede civile.. Attraverso l’interprete l’imputato affermerà che ha aggredito ed ucciso Avventurino, perché sotto l’effetto di cocaina, poi per avere preteso la restituzione, non avvenuta, di alcuni milioni di lire lasciati in deposito al geometra e addirittura cercherà delle attenuanti dichiarando di aver ucciso a seguito di proposte omosessuali che la vittima gli avrebbe fatto. Di fronte a questo attacco, verso chi non può difendersi oramai, teso a infangare la memoria e l’onorabilità di una persona per bene, un comitato di 400 cittadini di Pietra coordinati da un sacerdote, scrivono una lettera ai media in cui difendono la memoria del geometra e tutte le sue opere di bene con cui era noto presso la Società civile. Le affermazioni dell’imputato che in sede di giudizio affermerà anche di essere un buon Musulmano, tuttavia, non avranno un grande efficacia, perché anche in secondo grado la Corte confermerà la pena.

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Vincenzo Bertolotto 80 anni 6 dicembre 1980 Regione Pineo, Ceriale Vincenzo Bertolotto era un tranquillo pensionato ottantenne, viveva solo nella sua modesta casa di campagna in regione Pineo n. 2 a Ceriale proprio accanto alla strada che corre parallela alla ferrovia, verrà trovato morto con il cranio fracassato nella regione occipitale sinistra da un corpo contundente e con varie ecchimosi dovute a molte percosse. La casa è stata passata al setaccio dall’omicida che ha cercato ovunque anche sventrando i materassi e mettendo tutta la casa a soqquadro, il corpo della vittima era nella camera da letto a terra in posizione prona. Qualche giorno prima il Bertolotto era stato visto frequentare una osteria in compagnia di un amico , Carlo Michero un quarantasettenne appartenente ad una nota famiglia di Albenga da cui si è staccato. Il Michero attualmente non ha un lavoro stabile e ha un aspetto trasandato.Entrambi in quella occasione avevano bevuto abbondantemente. Il suo cadavere è stato anche riesumato per determinare il suo gruppo sanguigno e per accertare le tracce biologiche dell’assassino, rimaste sotto le unghie del Bertolotto che si sarebbe difeso dall’aggressione ingaggiando una feroce colluttazione con il suo assassino che secondo una segnalazione anonima sarebbe proprio il Michero senza fissa dimora. Interrogato, non avrebbe saputo presentare un alibi per l’ora e il giorno del delitto, inoltre presentava numerose escoriazioni al viso e avrebbe avuto vistose macchie di sangue sui pantaloni. Sono stati sequestrati un paio di scarponi la cui suola è stata comparata con un’orma trovata su un cuscino che sarebbe stato premuto sul viso di Bertolotto.