lunedì, luglio 28, 2025

Il delitto del kimono rosso agosto 1986 Torrente Torbella Come al solito quel tardo pomeriggio del 21 agosto, la famiglia che abita nel quartiere di Begato, periferia est di Genova, portava il loro cane a sgambare sul greto del torrente Torbella di Rivarolo, un affluente di sinistra del Polcevera, da subito il cane è apparso inquieto e ha puntato un ammasso informe che era sul riva del torrente, la coppia si avvicinava attratta dai latrati del loro cane e potevano osservare un tappeto di moquette di colore verde che fasciava quello che a prima vista aveva le dimensioni di un corpo umano. Sospettando di avere a che fare con un cadavere i due subito avvisavano i Carabinieri. In effetti il tappeto di moquette ritagliato, avvolgeva e nascondeva alla vista un cadavere di un uomo, attorno alla moquette due giri di corda che finivano con un nodo scorsoio attorno al collo del corpo, noto fatto da mani esperte, la moquette nella sua faccia interna aveva ancora delle tracce di colla da tappezziere. Il corpo alto circa 1,80, di carnagione chiara con una età apparente di 35 – 40 anni , era abbastanza martoriato, la morte dovuta a strangolamento risale a circa due mesi fa, l’uomo indossa un kimono , ridotto ad uno straccio dal tempo e dalle intemperie, di colore rosso o bordeaux , di seta sintetica, una targhetta lo identifica come manufatto cinese, ha due ideogrammi stampati uno grande sulla schiena e uno piccolo sul taschino anteriore, forse uguali a quelli delle scuole di arti marziali, il costo del kimono è di poche decine di migliaia di lire. L’uomo indossa sotto il kimono un paio di slip di una marca corrente, “cagi”. La dentatura è sana a parte un dente con una capsula d’oro. La vittima è di corporatura robusta quindi deve essere stato aggredito e colpito di sorpresa alle spalle, altrimenti era nelle condizioni fisiche di opporre una valida resistenza. Nelle vicinanze del corpo sono stati trovati un maglione e un paio di mocassini scalcagnati. Dal quartiere di Begato non risulta nessuna scomparsa e nessuno conosce un individuo con quelle caratteristiche fisiche. Neppure si trova un negozio che venda Kimoni come quello indossato dal cadavere misterioso. La dinamica ricostruita dagli inquirenti è questa : gli assassini , almeno due, hanno trasportato il corpo fino al greto del Torbella e li se ne sarebbero liberati, quindi lo strangolamento è avvenuto in un altro luogo, il movente senza il nome è ignoto. Il primo obiettivo è identificare il cadavere e quindi gli inquirenti hanno riesaminato tutte le denunce di scomparsa , donne e minorenni esclusi, nel nord Italia ma senza risultati concreti. Questo omicidio rischia di rimanere insoluto fino a quando compare improvvisamente una donna, Mariella C. di 27 anni, con precedenti per droga e prostituzione, che spontaneamente accusa alcune persone del delitto affermando di aver attirato l’uomo dal kimono rosso, a suo dire di nome Tonino, in un tranello , ma le sue dichiarazioni non trovarono riscontri e fu processata e condannata per calunnia, la donna morirà per overdose qualche anno dopo. Una altro personaggio Gianluigi P. fece le stesse dichiarazioni accusando tre persone dicendo che li aveva aiutati e anche lui fu processato per calunnia. A tutt’oggi il cosiddetto delitto del kimono rosso è insoluto.

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