Lettera anonima firmata
Veritas
Questa lettera, anonima,
in diverse cartelle dattiloscritte con una macchina professionale, è
stata inviata alla Corte di Appello di Genova e al Ministro
dell'Interno, all'epoca Scelba, in busta gialla commerciale e con la
scritta in alto a sinistra “Espresso”, anche l'affrancatura è
tale da consentire una consegna veloce della missiva.
La data riportata in alto
è 10 luglio 1948, periodo in cui lo Stato democratico iniziava
attraverso i suoi apparati, magistratura e forze dell'ordine, a
indagare e ad istruire processi, finalmente legali, su decine e
decine di omicidi ed esecuzioni sommarie in Savona e non solo.
Ad una attenta lettura le
cartelle danno una chiara immagine della situazione che va dal 25
aprile 1945 sino al 48, descrivono il clima di terrore in cui era
immersa Savona, i fatti criminali che avvenivano praticamente
giornalmente, gli omicidi eccellenti, primo fra tutti quello del
Commissario Amilcare Salemi, e soprattutto fa dei nomi, ovviamente da
prendere con le dovute riserve, ma l'estensore o gli estensori della
missiva anonima appaiono molto bene informati sul clima politico
Savonese, sui fatti, sulle dinamiche, sui funzionari di polizia che
vorrebbero fare il proprio dovere cosa che gli venne impedita con la
minaccia delle armi.
Soprattutto tratta degli
agenti della polizia ausiliaria partigiana, che avevano occupato la
Questura di Savona, ne fa i nomi e le funzioni, elenca le loro
caratteristiche e la brigata partigiana di provenienza, la loro
elevata pericolosità e la loro arroganza nel gestire il potere e li
definisce non affatto estranei a tutti questi misfatti che piegarono
Savona sotto una ventata di follia e di terrore.
Leggendo a posteriori
questa missiva, scritta molto bene e con ottima sintassi,
liberamente consultabile presso gli Archivi di Stato, dopo aver visto
l'evoluzione della storia politica di Savona si comprende che quegli
anni furono come uno snodo ferroviario, superato il quale abbiamo
corso il pericolo di affrontare un destino ed una storia nefasta e
fuori dalla storia.
Fu grazie a degli uomini
come Amilcare Salemi che le cose andarono diversamente, infatti non
dobbiamo dimenticare che il coraggioso funzionario di polizia, uomo
veramente illuminato per quei tempi, appena insediatosi a capo della
squadra politica in Questura a Savona, licenziò una quindicina di
agenti ausiliari , fra i più pericolosi, a causa dei loro precedenti
penali e del loro comportamento violento. Questa fu una delle
concause che gli valse la condanna a morte da parte degli assassini
della pistola silenziosa.
Roberto Nicolick
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