martedì, ottobre 28, 2008

LASCIATECI STUDIARE, OCCUPATE CASA VOSTRA

 

gelmini

Controprotesta su Facebook: "Voglio studiare"

da Panorama

ROMA - Su Internet c'é chi protesta contro la protesta nelle università. Sulle pagine di Facebook sono apparsi commenti arrabbiati che denunciano l'impedimento ad esercitare il diritto allo studio. Una contro protesta che - secondo quanto si legge online - approderà questa settimana negli atenei in ordine sparso con volantinaggi e manifestazioni. In pochi giorni gruppi come "Io voglio studiare", "Occupate casa vostra", "Diciamo no al blocco delle lezioni", "Basta con le occupazioni" sono presi d'assalto su facebook da chi non vuole sospendere le lezioni, da chi è preoccupato a non riuscire a laurearsi in tempo e a dover pagare altre tasse. Ecco altri commenti: "E' un mio diritto continuare ad andare a scuola. Non condivido la protesta e non accetto che mi si imponga di non fare lezione"; "gli studenti italiani sono 9 milioni e sole poche migliaia protestano"; "credo sia un sopruso che pochi facinorosi impediscano agli studenti di seguire le lezioni". Ed ancora: "l'Università italiana fa schifo. Chi protesta vuole proteggere l'Università dei baroni". "La cosa più bella e vedere il nullafacente di 30 anni ultrafuoricorso......che protesta....ahahahahaha ma vai a studiare".

venerdì, ottobre 24, 2008

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nicolickcope  Gia' si sta spargendo la notizia della prossima uscita del mio libro sulla strage di Cadibona, e gia' mi arrivano le prime minacce ad esso collegate, via SMS, telefono....i soliti vigliacconi.

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Piacenza, alla guida ubriaco uccise 4 giovani:
patteggia tre anni. Rabbia di familiari e Lega

PIACENZA (23 ottobre) - Ha patteggiato tre anni di carcere per omicidio colposo plurimo e 1.180 euro di multa, davanti al gup del tribunale di Piacenza, l'albanese Ashim Tola, 34 anni, residente nella città emiliana, che alla guida di un'Audi A4 station wagon travolse e uccise quattro giovani cremonesi a Castelvetro Piacentino nella notte fra il 27 e il 28 giugno 2007.
Subito dopo l'incidente fu sottoposto all'alcoltest, che fece scoprire nel suo sangue valori tre volte superiori al consentito: 1,69 grammi per litro, contro il limite di 0,5. Morirono Davide Chiodelli, 21 anni, Adenilson Grisi, 24, e due studenti stranieri domiciliati a Cremona, il ventenne Adam Fassali e Eyafe Harrymann Junior, di 17 anni. I quattro amici tornavano a casa dopo una serata trascorsa in compagnia, quando sulla loro Seat Leon piombò a forte velocità la vettura di Tola, con due connazionali a bordo.
L'albanese, che nello scontro riportò una lesione da schiacciamento a un polmone, si era messo alla guida dell'Audi in stato di alterazione dopo una lite fuori da un night di Fiorenzuola. L'esito del patteggiamento è stato accolto con rabbia e amarezza dai familiari delle vittime. «È una vergogna», ha commentato il padre di Davide Chiodelli, Cesare. Ed Emilia Samarani, madre di Adenilson Grisi: «Credo che qualsiasi genitore che abbia perso un figlio in quel modo non possa ritenere giusta una condanna così».
Per uno dei legali dell'albanese, Fabio Leggi, «Tola è molto addolorato per quanto accaduto e, dal giorno di quell'incidente, anche la sua vita è profondamente cambiata». «Una sentenza manifestamente inadeguata» è statao il commento della Lega Nord, tramite il capogruppo in Regione Maurizio Parma.

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martedì, ottobre 21, 2008

DON CANTINI


FINALMENTE!!!
Questo è uno di quei casi in cui la “costanza” delle vittime, i loro sforzi,
la loro battaglia, ha dato finalmente dei grandi frutti:
Il parroco fiorentino, oggi 85 anni, è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali nei confronti dei suoi giovani parrocchiani tra il 1973 e il 1987
DON CANTINI "SPRETATO" SU ORDINE DI BENEDETTO XVI
Una prima "sentenza" nel 2005 fu considerata troppo debole e inefficiente
La richiesta dei fedeli di un supplemento d'indagine e dell'intervento diretto del Pontefice
ROMA - Il Papa, su proposta della Congregazione per la dottrina della fede, ha ridotto allo stato laicale don Lelio Cantini, il sacerdote di 85 anni ritenuto responsabile di abusi sessuali e psicologici negli anni 1973-1987 nella sua parrocchia fiorentina della Regina della Pace. Quattordici anni di abusi sessuali e ricatti e pressioni psicologiche che hanno trovato la forza di emergere solo nel 2004 quando le denunce delle stesse vittime hanno finalmente trovato ascolto.
"Abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori, delitto di sollecitazione a rapporti sessuali compiuto nei confronti di più persone in occasione della Confessione, dell'abuso nell'esercizio della potestà ecclesiastica nella formazione delle coscienze":
è questa la conclusione dell'istruttoria supplementare resa nota con una 'Notificazione' diffusa in serata alla stampa dal cardinale Ennio Antonelli, amministratore apostolico della diocesi di Firenze che il 26 ottobre passerà la guida della Curia al nuovo arcivescovo monsignor Giuseppe Betori.
La sentenza pone la parola fine ad una vicenda che ha molto scosso la chiesa fiorentina e che è esplosa nell'aprile 2007, dopo che alcuni parrocchiani denunciarono di essere stati vittime di questi abusi tanto che la procura di Firenze aprì un'inchiesta.
Quella su cui oggi il Pontefice ha deciso è l'istruttoria bis condotta dalla Curia a carico del prete. "Sono emersi ulteriori riscontri destinati a dare nuove ripercussioni al caso" disse a settembre monsignor Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede, il "pubblico ministero" che per conto della Santa Sede ha vagliato per mesi il voluminoso fascicolo con le risultanze del supplemento di indagine imposto da Roma alla Curia fiorentina dopo le insistenze delle vittime, e affidata al padre carmelitano Francesco Romano.
Nel 2005 infatti l'allora cardinale Piovanelli aveva chiuso la vicenda con un semplice processo canonico amministrativo, al termine del quale, pur riconoscendo don Cantini colpevole di "delittuosi abusi sessuali, falso misticismo e dominio delle coscienze", aveva condannato l'anziano prete a pene minime, come il divieto di celebrare messa in pubblico per cinque anni e l'obbligo di recitare litanie alla Madonna. Una condanna leggera, che non teneva conto, ad esempio, del perverso meccanismo psicologico con cui don Cantini costringeva le sue vittime a commettere peccato. La parte più dolorosa della storia.
di fronte alla cautela di Antonelli le vittime, che avevano già scritto più volte alla Santa Sede, si sono rivolte di nuovo alla Congregazione per la dottrina della fede chiedendo un supplemento di indagine. Nel riserbo più assoluto, padre Romano ha riascoltato le loro voci, ma anche per la prima volta quelle dei tanti che in qualche modo sono stati a conoscenza delle vicende della Regina della pace. E alla fine, il voluminoso dossier con i risultati è stato consegnato all'arcivescovo. Fino alla decisione del Pontefice.
Nella vicenda è stato chiamato in causa dalle vittime anche il vescovo ausiliare Claudio Maniago (proveniente e formatosi nella parrocchia della Regina della Pace) che è stato criticato da alcuni di loro per avere sottostimato il caso. Don Cantini dal dicembre scorso è ricoverato per motivi di salute al Convitto ecclesiastico a Firenze.

lunedì, ottobre 20, 2008

i poveri anziani della nuova boccifila pensionati

C’era una volta la Nuova Bocciofila Pensionati….

…C’era una volta la Nuova Bocciofila Pensionati…..qualcuno ptrebbe raccontarla in questo modo, come se fosse una favola a lieto fine, purtroppo non lo e’, anzi e’ decisamente una brutta storia, che tocca da vicino, negli affetti e nei sentimenti feriti, un gruppo di anziani, pieni di aspettative andate completamente deluse da parte della amministrazione Comunale di Savona.
Pochi anni fa, la Nuova Bocciofila Oensionati , un tempo sereno oramai lontanissimo, occupava una porzione di terreno tra la Fortezza del Priamar e la passeggiata che porta al Prolungamento a mare di Savona, c’erano campi da bocce, molto frequentati, alcuni prefabbricati con sala di riunione, macchinetta per fare il caffe’, distributore di bibite, una bacheca piena di coppe e di medaglie testimoniava l’impegno e la partecipazione di questi pensionati a gare , vissute con passione: questo gruppo di anziani, circa un centinaio, dopo una vita spesa a lavorare, si erano ritagliati uno spazio dove trascorrere serenamente , tra amici e coetanei, gli ultimi anni della loro esistenza, era un rifugio tranquillo dove poter giocare a bocce, chiaccherare, fare una partita a carte, uno spazio di aggregazione, forse uno dei pochi a Savona per anziani.
Come in tutte le belle storie, capita l’incidente di percorso, rappresentato dal Comune di Savona, che vuole costruire al posto della Nuova Bocciofila Pensionati, un parcheggio a pagamento. Inutili tutte le proteste e le deboli resistenze, in pochissimo tempo le ruspe del comune di Savona arrivano, fanno tabula rasa di questa piccola e serena oasi degli anziani.
La Bocciofila, venne deportata, il termine e’ duro ma rende la realta’, in un camerone, senza finestre, all’interno della sede della V Circoscrizione che accetto’ di ospitarli, ovviamente senza i tanto sospirati campi da bocce. Cosi’ gli anziani membri della Bocciofila, si adattorono a frequentarsi, tra interminabili partite a carte, senza poter disporre di un campo da bocce. Lo spazio in effetti c’era, ma era usato in esclusiva dagli alunni della adiacente Scuola Materna, quindi gli anziani anche in questo caso, ricevettero l’ennesimo schiaffo.
La brutta storia non e’ finita, ora , pare che il Comune abbia necessita’ di ulteriori spazi, all’interno della V Circoscrizione e , ancora una volta, la Bocciofila Pensionati, verra’ presa e buttata come un klinex usato furi dalla sua sede. Nel frattempo, il numero dei membri della Bocciofila e’ sceso drasticamente, molti di loro sono morti, senza aver avuto la soddisfazione di poter vedere il tanto promesso campo da bocce…
Proprio un brutta e triste storia, che vede gli anziani, una delle fasce piu’ deboli della societa’, trattati in modo inumano e privo di sensibilita’, dopo una vita di lavoro sono presi e spostati come degli oggetti vecchi ed inutili da rottamare.
A volte mi vergogno per il genere umano.

sabato, ottobre 18, 2008

I Morti Dimenticati.: Donne Fasciste III�: Generale di Brigata Contessa Piera Gatteschi Fondelli.

I Morti Dimenticati.: Donne Fasciste III�: Generale di Brigata Contessa Piera Gatteschi Fondelli.

AIRONE CINERINO ALLA FOCE DEL LETIMBRO



L’oasi alla foce del Letimbro

Come Gruppi di Minoranza, in Provincia abbiamo deciso di chiedere, alla amministrazione Provinciale, l’inizio dell’iter amministrativo per la istituzione dell’oasi faunistica protetta in virtu’ della presenza di animali sia stanziali che migratorie. Tanto per fare un esempio, oggi pomeriggio alle 14 ho fotografato questo splendido esemplare di airone cinerino, proprio alla foce del torrente Letimbro. L’animale era tranquillo e non appariva spaventato dalla mia presenza ravvicinata.

venerdì, ottobre 17, 2008

LE EDICOLE SACRE NEL CENTRO STORICO DI GENOVA
















Le edicole votive nel centro storico di Genova

In questi giorni, ancora caldi, ho fatto il turista nei vicoli del centro storico di Genova, e tra spacciatori, prostitute, drogati, e quant’altro ho provato ad allontanare lo sguardo, e l’obiettivo fotografico, dal piano stradale e dal pattume umano che lo ingombra e ai miei occhi si e’ presentata una realta’ molto diversa : decine e decine di Madonne e Santi che a pochissimi metri di altezza dal suolo, in edicole votive, osservano sconsolate verso terra oppure alzano gli occhi al cielo, come per implorare aiuto da DomineDio, ogni angolo di palazzo ne ha praticamente una, di vario stile e conformazione, in rilievo, pittorica, o con altra metodologia artistica. Sono tutte molto belle e appaiono ben conservate, nonostante risalgano a molti anni fa. Un’altra cosa che ha dell’incredibile e’ che non sembrano vandalizzate e non sono ancora state asportate, magari per rivenderle e realizzare un po di soldi…vista la crisi economica…

Roberto Nicolick



giovedì, ottobre 16, 2008

DACIA VALENT...incommentabile


Se dovessi usare il linguaggio di Dacia Valent, e posso anche provarmici perché trattasi di linguaggio democratico e multiculturale, quindi lecito, direi che la signora le ha tutte: è somala (con cittadinanza italiana), è musulmana, è comunista, è stupida, è antisemita ed è razzista. Ne ha ancora, beninteso, ma sono tratti caratteristici che non possono essere definiti se non ricorrendo al turpiloquio - ricorso che Valent per altro non si nega - e quindi soprassiedo. Tuttavia il lettore immagini come potrebbe essere definita questa icona della sinistra progressista che si permette di scrivere: «Italiani bastardi, italiani di merda e ci aggiungo bianchi». Italiani «stupidi, ignoranti, pavidi, vigliacchi, zecche, pulci e figli di puttana». «Brutti come la fame, privi di capacità d’ingegno se non nella volontà delle vostre donne di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie».In sostanza saremmo «un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro» e la simpatica Valent si augura che possano i nostri figli «morire nelle culle o non essere mai partoriti». Né va meglio per il ceto politico: «Non avete un’élite, coglioni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle merde tali e quali a voi». La natura o proprio l’animo coprofilo della nera, musulmana, comunista e stupida signora le fa naturalmente dire che l’Italia è «un paese di cacche» e che Giorgio Perlasca - elevato da Israele «Giusto fra le Nazioni» - era solo «un fascista di merda». A parte le insistenze fecali, indubbiamente un debito culturale di qualche cabila somala e quindi tutto sommato apprezzabili, un po’ come i felafel, che possono non piacerti ma è politicamente scorretto sostenere che fanno schifo, a ben vedere le argomentazioni della Valent offrono un poderoso contributo al dialogo e al confronto, sia esso mono o multietnico. Escludendo infatti e in maniera categorica che una donna per di più nera, per di più comunista, per di più antiamericana e filo palestinese, il top del top del «sincero democratico» insomma, possa nutrire, anche di sguincio, sentimenti riconducibili al razzismo, se ne deve concludere che il suo è solo un linguaggio franco, aperto. Magari duro, magari brusco, però senza sottintesi razziali, senza che vi si possa leggere alcunché di discriminatorio.Ne consegue che l’espressione «sporco negro» così come «italiani di merda e ci aggiungo bianchi» appartengono al lessico e al galateo democratico per cui se nella società civile, se fra i repubblicones non desta indignazione la seconda, non deve destarla neanche la prima. Insomma, Dacia Valent sarà quel che sarà, però va riconosciuto che ha contribuito a «fare chiarezza». La qual cosa per una somala «stupida, ignorante, brutta come la fame» e mi fermo qui, è davvero un eccellente risultato.

da Il Giornale

sabato, ottobre 11, 2008

MORTO HAIDER , GOVERNATORE DELL KARINZIA


VIENNA - Pecora nera ma anche genio della politica austriaca, Joerg Haider se ne va così come ha sempre vissuto: con un gran colpo di scena che lascia tutti di sasso. Una fine come tutta una vita: alti e bassi, luci e ombre, gloria e infamia, e sempre molto, molto clamore. Un tragico incidente alle prime ore di oggi ha ucciso Haider mentre era da solo alla guida di una vettura di servizio. E' uscito di strada e si è schiantato contro un pilone di cemento e un idrante, ed è morto sul colpo, il corpo straziato dall'urto. Forse correva troppo, forse a ucciderlo è stata la velocità, quella velocità che ha sempre guidato come una stella e una maledizione la sua vita. A 58 anni, Haider se ne va allo zenit della sua carriera dopo essere riuscito, quando tutti ormai lo davano per spacciato politicamente, a traghettare il suo nuovo partito di estrema destra, costola della Fpoe, la Bzoe (lega per il futuro dell' Austria), in una rimonta record alle elezioni anticipate del 28 settembre scorso. Dal 4,1% nel 2006 la Bzoe questa volta, con Haider capolista, ha triplicato i voti conquistando il 10,7%: un successo superiore a quello di tutti gli altri partiti, inclusa la 'sua' ex Fpoe di estrema destra, guidata ora da Heinz-Christian Strache, passata dall'11% nel 2006 al 17,5%. Nell'aprile 2005 Haider, per dissensi proprio col suo delfino Strache, lasciò la guida della Fpoe e fondò la Bzoe (più moderata). Assieme, le sue due creature hanno preso quasi il 30% dei voti e prima o poi, con o senza riunificazione dei due partiti, è molto probabile che si arriverà in Austria a un cancelliere Strache, o, se non fosse morto, si sarebbe arrivati a un cancelliere Haider. Di sicuro Haider, fra le figure più brillanti e al tempo stesso più controverse dell'Austria, è il politico che più di ogni altro ha plasmato, nel bene e nel male, l'immagine del Paese, dentro e fuori i confini nazionali. Nella storia della Seconda Repubblica, il suo posto e la sua notorietà sono paragonabili solo, per meriti e demeriti molto diversi, a quelli del cancelliere socialista Bruno Kreisky, del presidente Kurt Waldheim e del cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal. Carisma, oratoria accattivante, populismo, look dinamico e giovanile erano le armi del suo successo, unitamente a un enorme fiuto politico e a una sincera vicinanza alla gente. Nel suo Land della Carinzia Haider era venerato come un dio e i consensi superavano il 40% (alle prossime regionali nel 2009 si prevedeva addirittura la conquista della maggioranza assoluta). La sua politica era un misto di populismo e contraddizioni, come pieno di contraddizioni era lui stesso. 'Macho' con voci ricorrenti di omosessualità, giovanile anche prossimo ai 60 anni, conservatore ma vicino alla gente anche nel cavalcare gli umori più elementari: contro l'Europa, gli immigrati, la corruzione e lottizzazione rosso-nera, e restrittivo con la minoranza slovena in Carinzia. Il suo sogno era spezzare il predominio Spoe-Oevp e in gran parte c'é riuscito: Spoe e Oevp sono ridotte sotto il 30% e la destra unita è la seconda forza del Paese. Sotto shock, l'Austria ufficiale - tutti i leader politici, il presidente Heinz Fischer, il cancelliere Alfred Gusenbauer, l'ex cancelliere con cui andò al governo Wolfgang Schuessel, hanno espresso sgomento e reso onore alle armi a un politico che per 25 anni ha indubbiamente dettato l' agenda politica del Paese. Nato il 26 gennaio 1950 a Bad Goisern (Alta Austria), Haider lascia la moglie e due figlie, una delle quali é sposata in Italia. Laurea in legge, Haider proviene da una famiglia coinvolta nel nazismo, lui ha sempre negato di simpatizzare, ma i suoi scivoloni in odore di apologia sono stati tanti: dall'elogio della politica di occupazione nel Terzo Reich al tributo ai reduci delle Waffen SS, all'espressione "campi penali" con riferimento ai campi di concentramento nazisti. Nel 2000 l' ingresso nel governo federale a Vienna della sua Fpoe xenofoba e antieuropea valse all'Austria le sanzioni bilaterali dell'Ue. Negli ultimi anni il suo declino, dopo l'uscita dalla Fpoe e la creazione della Bzoe nel 2005, sembrava inarrestabile e invece alle ultime elezioni, il 28 settembre scorso, Haider era riuscito nel colpo della sua vita: la Bzoe ha triplicato i voti battendo tutti gli altri partiti in termini di avanzamento: dal 4,1% al 10,7%. Al momento l'Austria sembra marciare verso una nuova grande coalizione Spoe-Oevp. Ma un prossimo cancelliere di estrema destra, ora che con la morte di Haider la spinta alla riunificazione di Fpoe e Bzoe è più forte, potrebbe essere dietro l'angolo: senza Haider, la cui traiettoria si è fermata contro un pilone in Carinzia.
fonte ANSA

venerdì, ottobre 10, 2008

TRENTANOVE BIGLIETTI DI SOLA ANDATA




Cari Amici,

a breve esce per i tipi della L - Edizioni di Savona, un libro, di cui sono l'autore, con un titolo, un pochino criptico : 39 biglietti di sola andata...

Questo paper back tratta di un fatto, realmente accaduto, nel maggio del 45, a Cadibona, tra Altare e Savona. Una strage di 39 persone, giovani e meno giovani, trucidate dai partigiani comunisti, perche' appartanenti alla Repubblica Sociale Italiana. Questi trentanove, vennero ammazzati senza processo e in modo feroce.

Ho voluto scrivere della strage che e' il nucleo centrale del mio libro, ovviamente senza tralasciare i fatti, crudi anch'essi, che gli fecero da contorno, prima e dopo.

Questo libro, parla di violenza, la violenza , piu' faziosa, cieca e feroce, che giunge ad armare la mano di persone, gia' di per se' ottuse ed ignoranti, contro tutti quelli che professano un'idea diversa dalle loro.

Per scrivere questo volumetto ho dovuto ascoltare testimonianze spesso tristi oppure cariche di risentimento, leggere documenti e giornali dell'epoca, scarpinare nel bosco e nei siti dove accadde la strage, e quindi con il cuore e con il cervello organizzare i dati oggettivi in mio possesso.

Non e' un atto d'accusa, non e' un discorso di parte...e' uno spunto di riflessione su un fatto tragico e terribile, che non fu il primo e neppure l'ultimo, perche' a guerra finita persone piu' simili alle belve continuarono ad ammazzare, nel nome di un odio quasi tribale, senza nome e senza fine.

Questo libro e' un pensiero per trentanove testimoni della violenza piu' cieca e faziosa che possa esistere.

Spero che questa opera modesta ed umile possa fare riflettere molte persone sulla inutilita' della violenza politica.


lunedì, ottobre 06, 2008

IL MERCATO DEL LUNEDI'


Girando per le bancarelle del mercato del lunedi’ a Savona

Oggi lunedi’, giorno di mercato a Savona, in Piazza del Popolo, bancarelle con esposte ogni tipo di mercanzia : abbigliamento, accessori, alimentari , fiori e altro; migliaia di persone provenienti da Savona e dai comuni vicini affluiscono e, visto che in qualche caso, i prezzi sono convenienti, fanno i loro acquisti.
Un gigantesca mendicante, seduta a terra su un telo di plastica blu, attrae la mia curiosita’, e’ un peso massimo, forse non soffre la fame, un “mandillo” le copre il capo, ha un cartello di cartone con scritto sopra la solita frase di circostanza : “ sei figli da mantenere, marito invalido, io malata, necessitano medicine….” Il tutto vergato in un italiano stentato e con grafia incerta, un classico del settore.
Davanti a lei, una ciotola , nuova, di plastica blu, con dentro delle monete. Per meglio impietosire i passanti la signora, con voce lamentosa, come se cantasse una nenia, invita a farle un’offerta. Mi posiziono a breve distanza e inizio a contare le persone che si avvicinano e mosse dal buon cuore posano nel contenitore una o piu’ monete, dalle ore 9 circa alle ore 10 e qualche minuto, 106, centosei persone, lasciano cadere una moneta nella ciotola. Non riesco a osservare il tipo del conio, ma facendo una media per difetto, visto che qualcuno gli ha anche lasciato una banconota, direi 50 - 60 centesimi a persona, farebbero piu’ o meno 50 - 60 euro all’ora e visto che questa signora , sicuramente “lavorera’” per almeno 5 – 6 ore, il suo guadagno netto giornaliero potrebbe aggirarsi sui 250 - 300 euro netti, in busta, completamente esentasse.
Questa ,forse,e’ una attivita’ produttiva da seguire con attenzione, produttiva per se’ e non per gli altri…ovviamente.

giovedì, ottobre 02, 2008

UNA DISCARICA A LAVAGNOLA






Il sottopasso ferroviario compreso tra Via Schiantapetto e Via Repusseno, nel quartiere di Lavagnola ( Savona), ha una strada che si diparte sul lato destro, questa strada conduce ad una sottostazione delle ferrovie e ad una creuza tipica della zona ligure. Ho ricevuto delle segnalazioni inerenti al degrado di questo tratto di strada, non privata, e quindi di pertinenza del Comune di Savona. I muri che la delimitano, facenti parte della massicciata ferroviaria sono pieni di disegni fatti dai cosidetti “writers”, ma non e’ questo il problema;
La strada, infatti e’ ingombra di rifiuti ingombranti di ogni genere, estremamente pericolosi per la circolazione dei veicoli, addirittura qualcuno vi ha abbandonato un pesante tombino di laterizi, molto pericoloso per chi gira dal sottopasso ferroviario, una moto oppure una macchina ha ottime probabilita’ di andare ad urtarlo, a lato della strada , qualcuno ha anche abbandonato un materasso.
La zona dovrebbe, a mio parere essere resa piu’ vivibile, togliendo di mezzo questo materiale su una strada percorsa dai cittadini.

POSTEGGIATORI ABUSIVI



Il parcheggio che e’ situato tra il Tribunale di Savona e Piazza del Popolo e’ il regno incontrastato dei posteggiatori abusivi, in genere stranieri ma anche italiani, i quali appena un automobilista arriva e posteggia, subito come per magia, si materializzano accanto all’autovettura, e con atteggiamenti intimidatori chiedono , in buona sostanza, un vero e proprio pizzo al malcapitato. Se non si paga, allora, al ritorno c’e’ la classica riga sulla fiancata dell’auto…Con la penuria di parcheggi che c’e’ a Savona, e’ evidente il successo economico di questi mariuoli : il parcheggio in questione puo’ tenere un centinaio di autovetture, il che significa un introito, illegale, di almeno un centinaio di euro al giorno!.
Messo sull’avviso da alcuni automobilisti, stufi di pagare la tariffa del posteggio, le eventuali multe e pure il pizzo al posteggiatore abusivo, mi sono appostato e ho fotografato il bel tipo nel momento topico ! Proprio mentre chiedeva il pizzo, in questo caso e’ un nordafricano, il quale francamente non ha gradito le mie attenzioni fotografiche, mi ha investito di una serie di improperi quindi molto irritato si e’ allontanato maledicendomi. Nelle foto si vede chiaramente il tipo mentre tampina l’automobilista e gli chiede il pizzo.
Alcuni automobilisti mi hanno raccontato che per non avere noie , preferiscono pagare, ma se l’importo versato non e’ adeguato, ricevono pure delle rimostranze dal posteggiatore!
Almeno un piccolissimo risultato l’ho raggiunto, ho indispettito il posteggiatore e l’ho fatto allontanare senza dover chiamare la polizia.
Copia delle foto verranno inviate alla Polizia municipale di Savona, per gli opportuni provvedimenti