giovedì, gennaio 31, 2008

OPERAZIONE VERITA'


L’opposizione di centro destra in Provincia critica l’operato della giunta Bertolotto sulla vicenda Metrobus. In una nota, il Presidente del Gruppo Consiliare FI Livio Bracco, il Presidente del Gruppo Consiliare Rosavio Bellasio e il Presidente del Gruppo Consiliare Misto Roberto Nicolick affermano che per il progetto metrobus sono stati spesi ben due milioni e duecentomila euro di denaro pubblico buttati in una bozza di progetto. “Un affare clamoroso che sicuramente ha moltissimi risvolti da chiarire, responsabilità che dovranno essere ben precisate”. Dichiarazioni che arrivano a seguito della commissione Territorio Ambiente di oggi dove è stata discussa la delibera relativa ai finanziamenti concessi dal CIPE per la realizzazione di una linea di trasporto pubblico elettrificata in sede propria tra le Albisole, Savona e Vado Ligure.“Il Metrobus, previsto nel programma elettorale di Bertolotto, fortemente contrastato dal centro destra, anche con argomentazioni di utilità e di praticità, è un argomento molto pesante che potrebbe mettere in fortissime difficoltà la giunta provinciale savonese - sottolineano nel comunicato i membri di opposizione -. Chiediamo di conoscere in modo circostanziato, in relazione a questo costosissimo progetto, la destinazione di ogni singolo euro, a quale singolo professionista o studio tecnico, sono andati parte di questi due milioni e spiccioli di euro, a quale titolo e chi ha deciso e con quali modalità”.“Vista la situazione debitoria dell’ACTS - concludono nella nota -, visti i precedenti ripianamenti dei bilanci dell’ACTS, azienda partecipata dalla Provincia, si sarebbe dovuta usare una maggiore prudenza e più oculatezza da parte della Provincia di Savona, invece di usare in modo vano tanti soldi pubblici in un progetto nato male e morto peggio”.

martedì, gennaio 29, 2008

PREGHIERA








DAMMI O MIO DIO CIO' CHE TI RESTA


DAMMI QUELLO CHE NON TI VIENE DOMANDATO
MAI


IO NON TI CHIEDO IL RIPOSO E LA TRANQUILLITA'
NE' QUELLA DELL'ANIMA NE' QUELLA DEL CORPO.

IO NON TI CHIEDO LA RICCHEZZA, NE' IL SUCCESSO E NEPPURE LA SALUTE.
TUTTO CIO', MIO DIO, TI VIENE TANTO CHIESTO CHE ORMAI NON DEVI AVERNE PIU'.

DAMMI O MIO DIO CIO' CHE TI RESTA

DAMMI CIO' CHE GLI ALTRI RIFIUTANO DI RICEVERE DA TE

IO VOGLIO L'INSTABILITA' E L'INQUIETUDINE,

VOGLIO LA TORMENTA E LA MISCHIA

E CHE TU ME LA DIA, MIO DIO, DEFINITIVAMENTE;

CHE IO SIA SICURO DI AVERLE IN OGNI MOMENTO
POICHE' NON SEMPRE AVRO' IL CORAGGIO DI CHIEDERLE.

DAMMI O MIO DIO CIO' CHE TI RESTA,

DA A ME QUELLO CHE GLI ALTRI NON VOGLIONO

MA DAMMI ANCHE IL CORAGGIO, LA FORZA E LA FEDE.



ANDRE' ZIRMHELD

UN ASSASSINO SCONOSCIUTO







Cristina Moro
[ 24-09-2006 ]
Modalità:
Luogo di morte: SAVONA (SV)
Anni: 55
Sesso: F
Lavoro: Impiegato/a
Cittadinanza: Italia
Residenza: SAVONA (SV)







28-09-2006 E' stata effettuata l'autopsia sul corpo di Cristina Mori. L'omicidio risalirebbe a sabato scorso. La vittima e' stata uccisa con quattro coltellate sferrate nella parte sinistra del collo, che le hanno causato una forte emorragia, e un quinto fendente all'emitorace destro. La donna e' stata anche strangolata, quando era ancora in vita, con un cordino utilizzato per avvolgere le tende.


27-09-2006 Di recente aveva vinto una causa con il lotto per una vincita contestata: avrebbe dovuto incassare una somma ingente, si parla di oltre 200mila euro. Una cifra che si sarebbe aggiunta al patrimonio già consistente di una donna sola che non si concedeva vizi, tranne il fumo.All'interno dell'abitazione, al secondo piano di una palazzina tra piazza del Popolo e via Verzellino, poco distante dal palazzo di giustizia, gli agenti della squadra mobile hanno trovato un cofanetto con oltre 3 mila euro e molti gioielli per un valore complessivo di circa 30 mila euro; quanto basta per accantonare l'ipotesi del tentativo di furto.


26-09-2006 Resta ancora tutto da chiarire il movente: le due ipotesi sono che si possa essere trattato di un omicidio a scopo di rapina oppure commesso da qualcuno che la donna conosceva bene e che ha fatto entrare in casa senza problemi, forse un conoscente che poi avrebbe messo a soqquadro l'alloggio fingendo di aver cercato soldi e preziosi per un depistaggio. Durante il sopralluogo nella casa gli inquirenti hanno trovato una cassetta metallica dove erano custoditi tre mila euro, un consistente quantitativo di gioielli e soprattutto pietre preziose per un valore di almeno 30 mila euro.Nell'abitazione è stato anche trovato un coltello sporco di sangue, probabilmente si tratta dell'arma del delitto che potrebbe essere stato consumato tra sabato e domenica, ma dovra' essere l'autopsia a chiarirlo. Cristina Moro, era una donna molto riservata conduceva una vita appartata insieme al suo inseparabile cagnolino, unico testimone della tragedia.Era distesa nel letto con le mani legate e due coltellate al collo e al petto. Cristina Moro, 55 anni di Savona, è stata trovata morta nella sua casa in via Guidobono, nel centro della città.


lunedì, gennaio 28, 2008

IL FORTE DI ALTARE






Il forte di Altare.
SAVONA
Una realta’ splendida da riportare alla luce

A circa un quarto d’ora da Savona, sulla provinciale n, 39, c’e’ un gigantesco complesso fortificato a 436 metri sul livello del mare, in completo disuso e abbandono, noto come il forte di Altare, composto da tre unita’ fortificate, i forti Tecci, Cascinotto e le cosiddette tagliate con delle gallerie fortificate che congiungono i fari forti. Li ho visitati e il panorama che si gode e’ splendido e lascia senza fiato, si intravede tutta la strada che porta a Savona e la vallata soprastante la citta’ oltre al mare. Purtroppo lo stato di degrado e’ estremamente alto, le porte di accesso alle varie ali del forte, sono per lo piu’ sfondate e giacciono a terra, il pavimento e’ in terra battuta e ricoperto di detriti, all’esterno e all’interno del complesso, nelle adiacenze vi sono rifiuti, reti metalliche di letti abbandonate, infissi lasciati a marcire, fiaschi , vuoti e segni di vecchi bivacchi, testimoniano che la notte qualcuno ci fa “ribotta”. Questo gigantesco complesso praticamente eterno, potrebbe essere di grande utilita’, sia dal punto di vista storico - architettonico, sia dal punto di vista turistico e potrebbe essere un forte contributo alla zona di Altare e non solo, ma anche a tutta la provincia di Savona, Infatti ho visto come e’ stato ripristinato il forte di Fenestrelle, in Piemonte, e quale impulso ha saputo dare alla zona, e’ infatti meta preferenziale di migliaia di visitatori. Il complesso fortificato di Altare, una volta ripulito dalla vegetazione, rimesso in condizioni almeno di igiene, potrebbe essere una meta di gite fuori porta, per i savonesi e per gli stessi piemontesi, che diretti al mare, troverebbero una piacevole tappa dove riposare in mezzo al verde e percorrere sentieri alternativi . Altare ne ricaverebbe un grande beneficio immediato: prestigio locale, visitatori, eventualmente una piccola quota di posti lavorativi. Ritengo sia una idea percorribile, ovviamente nel rispetto dell’ambiente e della realta’ locale.
Faro’ una interpellanza in qualita’ di consigliere provinciale per porre almeno un interrogativo in merito.



































































sabato, gennaio 26, 2008

ALCUNI CENNI SULLA PEDOFILIA: UN ORRIBILE MALE

























cedeva i suoi figli al fratello che ne abusava in cambio di denaro.
Il caso è scoppiato all'inizio dello scorso anno quando a scuola i due ragazzini, un maschio e una femmina, hanno iniziato a mostrare comportamenti disinvolti in materia di sesso.
In carcere lo zio. Il padre dei due bambini è latitante.


Como – “Vendeva” i suoi figli al fratello: permetteva ciòè che si potesse abusare dei suoi figli in cambio di denaro. Il gup di Como ha rinviato a giudizio due fratelli residenti in Brianza. Il genitore è accusato di sfruttamento della prostituzione dei propri figli, da quando essi avevano cinque anni.
Il caso è scoppiato all'inizio dello scorso anno quando a scuola i due ragazzini, un maschio e una femmina, hanno iniziato a mostrare comportamenti disinvolti in materia di sesso. Le insegnanti hanno segnalato i loro sospetti alla procura e hanno avvisato la madre che non si era accorta di nulla.
Al termine delle indagini sono state emesse due ordinanze di custodia cautelare: in carcere è finito lo zio accusato di violenza sessuale, da allora il padre dei due bambini è latitante. Oggi l'udienza preliminare: entrambi gli imputati si sono protestati innocenti attraverso le memorie dei loro avvocati, ma il giudice Pietro Martinelli li ha rinviati a giudizio davanti al tribunale. Fonte: Il Resto del Carlino.

E SE FOSSE ACCADUTO A VOSTRO FIGLIO?


E’ una calda mattina di settembre. Per l’esattezza domenica 5 settembre. Del 1982.Johnny ha 12 anni e come ogni domenica consegna, puntuale, i quotidiani (avete presente quei
ragazzi che in bicicletta lanciano i giornali fuori dalla porta di casa? Ecco Johnny è, era, proprio uno di quelli).
Mentre fa il suo lavoro viene avvicinato da un auto e trascinato dentro il veicolo con la forza da 2 uomini. Quindi sparisce nel nulla. La Polizia brancola nel buio, così come l’F.B.I..
E quando i genitori prendono degli investigatori privati questi, anni dopo, portano indiscutibili prove di coperture ad alti livelli.
Quei documenti sono carichi di prove, foto, testimonianze. Tutte mai accolte da chi doveva investigare. La stessa madre di Johnny (che diventa negli Usa il simbolo dei bambini scomparsi) riceve moltissime lettere con documenti e fotografie.
Emerge da tutto questo che Johnny è stato rapito da una vasta rete di pedofili legati al satanismo. Come altre centinaia di vittime è stato sottoposto al lavaggio del cervello, per poter essere abusato, torturato, utilizzato durante riti satanici (abusi questi di cui c’è ampia documentazione, essendo gli stessi stati filmati/fotografati dai predatori di bambini).
Oggi Johnny ha poco meno di 40 anni. È riuscito a scappare da quella rete ma vive in clandestinità, certo che se si riavvicinasse alla famiglia, tutti verrebbero uccisi
(“è una delle prime cose che vengono insegnate alle vittime che vengono rapite”).
A cercare Johnny e tutte le vittime come lui c’è, a distanza di tempo, sua madre. In prima fila. Non ha mai mollato, malgrado le pesanti minacce e le pressioni.
Per ora vi ho riportato, in breve, la sua storia. Tra un po’ di tempo torneremo a parlarne. Incontrando peraltro anche la madre di johnny.
Basti per ora, tra quei documenti di cui vi parlavo, le foto di Johnny. Legato insieme ad altri bimbi mai più ritrovati (foto scattate poco tempo dopo la sua scomparsa! - sul corpo, tatuati, dei simboli "cari" ai satanisti...).










PROCESSO TOMMASO ONOFRI


Il 1 aprile questa pers…questa donn…questa questa, uscirà dal carcere, poiché scadono in tale date i termini di custodia cautelare. A meno che non ci sia un Giudice che facendo il suo lavoro lo impedisca.










http://massimilianofrassi.splinder.com/ - http://www.associazioneprometeo.it/

giovedì, gennaio 24, 2008

CADUTO PRODI






Governo battuto, il Senato nega la fiducia (156 SI', 161 no, un astenuto). Pallaro, Pininfarina e Andreotti non hanno partecipato. Dini, Mastella, De Gregorio, Turigliatto hanno votato no. Berlusconi: "Al voto, per una grande maggioranza". Fini: "Elezioni". Diliberto: "Colpa dei centristi". Champagne in Aula, cori in strada a Roma. Cusumano (Udeur) si dissocia: aggredito e colto da malore




Savona: oggi alle 14:30 il consiglio provinciale


La seduta ordinaria del Consiglio provinciale di Savona è stata convocata per il prossimo giovedi 24 gennaio alle ore 14:30 nella sala consiliare del Palazzo della Provincia, Via Sormano 12.


Questi i punti all'ordine del giorno:


1. Comunicazione, ai sensi dell’articolo 47, comma 2 del regolamento del Consiglio provinciale, in merito all’interrogazione con richiesta di risposta scritta “Fondi destinati alla Provincia di Savona, ai sensi della legge n. 194/78 recante norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”, presentata dal Consigliere Vacca Santiago;2. Comunicazione, ai sensi dell’articolo 47, comma 2 del regolamento del Consiglio provinciale, in merito all’interrogazione con richiesta di risposta scritta “Elenco dei servizi con affidamento diretto”, presentata dal Consigliere Vacca Santiago;3. Approvazione del Bilancio di Previsione 2008, della Relazione Previsionale e Programmatica e del Bilancio Pluriennale 2008/2010;4. Interpellanza “Possibile ed ipotetico smaltimento di rifiuti presso il sito della discarica della Filippa (Cairo Montenotte)”, presentata dai Consiglieri Nicolick Roberto, Bracco Livio e Bellasio Rosavio; Franco Delfino F.to5. Interpellanza “Acquisto combustibile derivato dai rifiuti (CDR), prodotto in Regione Campania”, presentata dai Consiglieri Bellasio Rosavio, Bracco Livio, Nicolick Roberto, Carbone Giovanni e Merenda Rosario;6. Interpellanza “Costituzione Osservatorio provinciale sui rifiuti”, presentata dai Consiglieri Trotta Angelo, Bracco Livio e Bellasio Rosavio;7. Interpellanza “Trasporto pubblico locale – Spostamento del finanziamento destinato al Progetto Metrobus al Comune di Genova”, presentata dai Consiglieri Bracco Livio, Nicolick Roberto eBellasio Rosavio;8. Interpellanza “Adeguamento Statuto dell'Autostrada dei Fiori”, presentata dai Consiglieri Bellasio Rosavio e Bracco Livio;9. Interpellanza “Affidamento servizio di manutenzione invernale, per la stagione novembre 2007 – aprile 2008. Aggiornamento su verifica procedimento amministrativo”, presentata dai Consiglieri Carbone Giovanni, Bellasio Rosavio e Trotta Angelo;10. Modificazione degli articoli 1, 17 e 32 del regolamento speciale di istituzione del Corpo di Polizia Provinciale;11. Autorità dell'Ambito Territoriale Ottimale del Savonese (ATO) per la gestione del servizio idrico integrato – Adozione da parte della Provincia, ai sensi dell'articolo 8 della Convenzione di Cooperazione, della decisione della Conferenza dei Rappresentanti di approvazione dell'indirizzo sulle modalità di affidamento del servizio idrico integrato, in adeguamento al disposto del decreto legislativo n. 152/2006 e della legge n. 222/2007;12. Autorità dell'Ambito Territoriale Ottimale del Savonese (ATO) per la gestione del servizio idrico integrato – Adozione da parte della Provincia, ai sensi dell'articolo 8 della Convenzione di Cooperazione, della decisione della Conferenza dei Rappresentanti di approvazione della revisione del Piano d'ambito di cui all'articolo 149 del decreto legislativo n. 152/2006;13. Ordine del giorno “Sospensione gara affidamento del servizio di sgombero neve e trattamento antighiaccio”, proposto dai Consiglieri Bracco Livio, Bellasio Rosavio, Carbone Giovanni, Vacca Santiago e Trotta Angelo;14. Ordine del giorno “Comunicazione della Regione ai Presidenti delle Province relativamente al Piano di dimensionamento scolastico”, proposto dai Consiglieri Nicolick Roberto, Bracco Livio, Bellasio Rosavio e Maineri Eugenio;15. Ordine del giorno “Contribuzioni regionali per la Riserva naturalistica dell'Adelasia (Località Ferrania)”, proposto dai Consiglieri Nicolick Roberto, Carbone Giovanni, Bellasio Rosavio,Merenda Rosario, Bracco Livio, Trotta Angelo, Maineri Eugenio e Delfino Alberto;16. Ordine del giorno “Commemorazione delle vittime delle foibe”, proposto dai Consiglieri Nicolick Roberto, Bracco Livio, Bellasio Rosavio, Carbone Giovanni e Delfino Alberto;17. Ordine del giorno “Intervento a favore della risoluzione dell'emergenza rifiuti nella Regione Campania”, proposto dai Consiglieri Trotta Angelo, Bracco Livio, Bellasio Rosavio e NicolickRoberto;18. Ordine del giorno “Spese per studio di fattibilità di impianto di smaltimento rifiuti in Località Vallemagna”, proposto dai Consiglieri Bracco Livio, Bellasio Rosavio, Carbone Giovanni e Trotta Angelo;19. Ordine del giorno “Piano dei Rifiuti. Riflessioni e aggiornamenti”, proposto dai Consiglieri Caruso Franco e Ferraro Giancarlo;20. Ordine del giorno “Nuovo documentario per la promozione dell'immagine turistica e culturale della Regione Liguria”, proposto dai Consiglieri Vacca Santiago, Bellasio Rosavio e CarboneGiovanni.21. Regolamento del Comitato Tecnico Urbanistico Provinciale


LA STAZIONE FS DI SAVONA







La storia infinita della Stazione ferroviaria di Mongrifone – Savona

Sembra che penda una antica maledizione dei faraoni, sulla stazione ferroviaria di Savona, l’unica in citta’, la Stazione Mongrifone. Questa maledizione fa si’ che ogni intervento di ristrutturazione, che la vada a toccare, abbia dei tempi lunghissimi , quasi biblici, con enormi disagi per gli utenti.
La stazione viene progettata e costruita dagli ingg. Nervi e Batoli, intorno al 1961, appena messa in piedi, arriva in gran pompa magna il presidente della Repubblica Antonio Segni, attorniato dai notabili democristiani dell’epoca, la inaugura nel corso del 1962, dopo un anno al povero Segni gli arriva un ictus che lo costringe ad abbandonare la presidenza della repubblica per inabilita’.

Dopo l’inaugurazione ufficiale che e’ solo di immagine, lo scalo ferroviario viene invaso dalle erbacce, dai rifiuti e da un campo di zingari, che vivevano rubacchiando nella zona dell’oltreletimbro. Bisogna aspettare il 1977, per vedere i binari e i treni che cominciano a transitare sotto le avveniristiche pensiline della stazione Mongrifone. Fatto sta, che un patrimonio di idee innovative e risorse economiche enormi, viene lasciato deperire per quasi 15 anni. A Savona, queste cose accadono con una certa frequenza.

Al presente, la situazione non e’ delle migliori: Centostazione e RFI ( gruppo FS ), confinanziano delle opere di ristrutturazione per 2,6 milioni di euro. Questi lavori in corso da mesi e mesi, iniziati, abbandonati in corso d’opera e poi ripresi, offrono uno spettacolo indecoroso di incuria, degrado, e disordine. La stazione inagibile al 90 per cento dei suoi locali, e’ un cantiere a cielo aperto, con tempi di fine lavori, che nessuno puo’ o vuole prevedere. Un vero Disastro, un biglietto da visita per i 5 milioni di passeggeri all’anno, di terribile pubblicita’: La stazione sembra reduce da un bombardamento aereo e il peggio e’ che questa distruzione appare senza fine nel tempo. I viaggiatori in arrivo e in partenza devono scendere per sentieri fangosi oppure affrontare lunghi percorsi kafkiani, sembra di arrivare in una stazione in Bosnia, dopo un attacco aereo. Questa e’ la triste realta’ della stazione ferroviaria di Savona.





































































martedì, gennaio 22, 2008

LA DISFATTA DI GIACOBBE A CAPORETTO


FORSE NESSUNO A VADO LIGURE DELLO STATO MAGGIORE DEI DS, SI ASPETTAVA UNA TRAGICA SCONFITTA COME QUELLA SUL REFERENDUM CONSULTIVO PER LA MEGA PIATTAFORMA DELLA MAERKS, L'ORGOGLIO E LA PRESUNZIONE CONIUGATE CON L'ARROGANZA SPESSO GIOCANO DEI BRUTTI SCHERZI.....COME A CAPORETTO

UN CASELLO RISERVATO AI MOTOCICLISTI A SAVONA


Vista
La grande diffusione di veicoli a due ruote di ogni tipo e cilindrata soprattutto sulle strade della nostra provincia;

Vista la loro utilita’, il loro limitatissimo costo di esercizio, scarso inquinamento e ancora minore ingombro;

Vista
I caselli autostradali di Genova Ovest della Genova – Savona

Si chiede
Di installare anche presso l’uscita di Savona, Autostrada dei Fiori S.p.A.
una porta riservata per i motocicli.


lunedì, gennaio 21, 2008

STRANO MA VERO


Personalmente non ho mai visto una "vetrina guasta", pero' il cartello la indica con chiarezza e quindi mi fedo della buona fede del commerciante. E' una picccola profumeria , nella main street di Cairo Montenotte, Prov. di Savona, che sulla vetrina, all'interno ha messo questo strano avviso.


QUELLI DELLA PALLOTTOLA SPUNTATA




Una pallottola spuntata

Non voglio parlare del film dell’80, demenziale di Zucker , con Lesile Nielsen, ma di un’altra vicenda piu’ seria: del plico inviato alla redazione savonese del secolo decimo nono con un foglio ed una pallottola.

Si impone una serie di riflessioni, fatte con calma e freddezza, innanzi tutto l’obiettivita’ e il coraggio civile della redazione del secolo decimo nono, vanno riconosciuti da tutti.

Poi le circostanze: il foglio, anonimo, tracciato con il normografo, vecchia prassi delle prime brigate rosse degli anni di piombo.

La pallottola, infine, su cui non ho particolari . Potrebbe venire da uno dei tanti piccoli arsenali partigiani, nascosti ovunque, in vista di un prossimo futuro, oramai solo nei sogni di qualche degente in qualche sperduto ospizio.

Il testo del foglio, e’ molto chiaro e, evidentemente, prende le mosse da una pagina – inchiesta di un giovane e coraggioso giornalista, proprio su un archivio legato alla Resistenza; a lato era presente , anche, una mia nota che sollevava un interrogativo sul destino, ignoto, ma non troppo, di una ingente somma di denaro presa in consegna ai repubblichini dai partigiani.

E’ oramai, sicuro che tali articoli, hanno sollevato vecchi rancori, antichi e mai sopiti odii e soprattutto timori e paure, giustificate, sulla possibilita’ che si faccia luce sulla destinazione di questa ingente somma di denaro.

Personalmente ricevo da qualche settimana, SMS anonimi , inviati da cabine telefoniche, in cui trovo strane analogie lessicali con la lettera arrivata al Secolo, e ho pure ricevuto telefonate , senza numero, in cui mi si faceva ascoltare alcuni pezzi di due notissime canzoni : Bandiera Rossa e Fischia il Vento. Tutto cio’ in concomitanza di un mio forte interessamento, in veste istituzionale ad alcuni episodi resistenziali che mi hanno fortemente incuriosito.
Certo, che questi gesti possono partire da chiunque, comunque da menti vecchie e distorte, da persone che coltivano l’odio e il rancore, da creature che non ammettono la presenza di una molteplicita’ di opinioni.
Io non penso sia il caso di esserne intimoriti, ma ricordo la vicenda del mal definito, mostro di Bargagli e, tanto per essere in tema ricordo che il film “una pallottola spuntata” ebbe un seguito : “Una pallottola spuntata 2½: l'odore della paura (1991) e Una pallottola spuntata 33⅓: l'insulto finale (1994), per cui non solo saro’ piu’ attento nella mia vita di relazione ma continuero’ a lottare con vigore perche’ le verita’, anche se molto spiacevoli, vengano a galla. Questo infatti e’ l’unico modo civile e democratico per sconfiggere chi vuole spegnere la luce.


sabato, gennaio 19, 2008

SOLIDALE CON LA REDAZIONE DEL SECOLO DECIMO NONO DI SAVONA


Vicinanza alla Redazione del Secolo Decimo Nono di Savona

Apprendo da agenzia di stampa sul web, che i soliti ignoti, hanno inviato una lettera di minacce accompagnata da pallottole alla redazione de il secolo di Savona. Mi pare corretto ricollegare le frasi odiose, sempre riportate dalle agenzie di stampa, ai cosiddetti gendarmi della memoria, i quali sulla favola resistenziale, vorrebbero uniformita’ della informazione e cristallizzazione delle coscienze. Il Secolo con una paginata di coraggiosi articoli ha dimostrato, sulla tematica della Resistenza, una imparzialita’ ed una obiettivita’ ,che gli fanno onore. Sono vicino a questo giornale che oltre a fotografare con limpida serenita’ la cronaca dei giorni della storia e’ vicino alla realta’ quotidiana della gente comune ed onesta.


LE CABINE E LA TELECOM


Cairo Montenotte ( provincia di Savona), localita’ Buglio, un quartiere di case di edilizia popolare, abitato da tanti anziani , spesso indigenti, e famiglie con molti bimbi. Da circa due mesi, questa cabina pubblica e’ ridotta in terribili condizioni: il soffitto scardinato pende, la plafoniera dell’illuminazione e i tubi del neon spezzati e lascia scendere un cavo elettrico, cinque pannelli vetrati sono in mille frammenti, il corpo telefono e’ deformato , la cornetta, rotta, penzola appesa dal telefono, sul pavimento escrementi, cartacce, e le custodie di siringhe….Nel quartiere popolare, non tutti possiedono un cellulare, e soprattutto non molti hanno una utenza telefonica, visti i costi elevati di allaccio e gestione, nella propria abitazione, quindi non potrebbero usare questo telefono, finche’ e’ in questo stato….
Le cabine telefoniche pubbliche, come dice il nome, hanno un ruolo sociale molto importante, gli anziani non possono sempre permettersi un cellulare, e neppure vanno nei phone center frequentati da un altro tipo di utenza. Visti i ricavi ed i guadagni della telecom, e vista la rilevanza pubblica e sociale, delle cabine telefoniche, suggerisco una sostituzione di quelle vandalizzate e in particolar modo di questa.

giovedì, gennaio 17, 2008

VIETATA LA PRESENZA DEL PAPA ALLA SAPIENZA


Un certo numero di coglioni, una minoranza comunque, ha posto il veto alla presenza del Papa presso l'univrsita' della Sapienza. Quindi un numero basso di fanatici ha impedito ad una stragrande maggioranza di persone equilibrate e moderate di ascoltare le parole del Papa. E' evidente che questi fanatici hanno paura delle parole del Papa.


lunedì, gennaio 14, 2008

A PROPOSITO DI RIFIUTI......


Per gestione dei rifiuti si intende l'insieme delle politiche volte a gestire l'intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro sorte finale, e coinvolgono quindi: la raccolta, il trasporto, il trattamento (riciclaggio o smaltimento) e anche il riutilizzo dei materiali di scarto, solitamente prodotti dall'attività umana, nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute dell'uomo e sull'ambiente. Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda la riduzione degli effetti dei rifiuti sulla natura e sull'ambiente e la possibilità di recuperare risorse da essi, e la riduzione della produzione di rifiuti stessi.
Principi del sistema integrato [modifica]
La strategia adottata dall'Unione Europea e recepita in Italia con il DL Ronchi del '97 [1] (abrogato e sostituito con il DL 152/06 Parte IV [2]) affronta la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all'interno di una logica di gestione integrata del problema. Esse sono, come descritto nella predetta parte IV nell'art.181 in ordine di priorità:
riduzione (prevenzione)
riuso
riciclaggio
recupero energetico (ossidazione biologica a freddo, gassificazione, incenerimento)
smaltimento in discarica
Pertanto, se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie) e, se non è possibile il riuso, riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta). Infine, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare (come ad esempio i tovaglioli di carta) e il sottovaglio (ovvero la frazione in piccoli pezzi indistinguibili e quindi non riciclabili di rifiuti, che rappresenta circa il 15% del totale), si pongono le due soluzioni del recupero energetico tramite sistemi a freddo o a caldo, come la bio-ossidazione (aerobica o anaerobica), la gassificazione, la pirolisi e l'incenerimento oppure l'avvio allo smaltimento in discarica. Dunque anche in una situazione ideale di completo riciclo e recupero vi sarà una percentuale di rifiuti residui da smaltire in discarica o da ossidare per eliminarli e recuperare l'energia. Da un punto di vista ideale il ricorso alle discariche ed all'incenerimento indifferenziato dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile. La carenza di efficaci politiche integrate di riduzione, riciclo e riuso fanno dello smaltimento in discarica ancora la prima soluzione applicata in Italia ed in altri paesi europei [3]. Per quanto riguarda il recupero, esistono progetti ed associazioni che si occupano dello scambio di beni e prodotti usati (per esempio Freecycle).

Il trattamento dei rifiuti
Il trattamento dei rifiuti consiste nell'insieme di tecniche volte ad assicurare che i rifiuti, qualunque sia la loro sorte, abbiano il minimo impatto sull'ambiente.
Può riguardare sostanze solide, liquide o gassose, con metodi e campi di ricerca diversi per ciascuno.
Le pratiche di trattamento dei rifiuti sono diverse tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, tra città e campagna e a seconda che i produttori siano residenziali, industriali o commerciali. Il trattamento dei rifiuti per gli utenti residenti e istituzionali nelle aree metropolitane è solitamente responsabilità delle autorità di governo locale, mentre il suo trattamento per utenti commerciali e industriali è solitamente responsabilità di colui che ha prodotto i rifiuti.
Lo schema seguente riassume le modalità e le filiere per il trattamento dei rifiuti solidi urbani secondo le attuali politiche di gestione in Italia.

Naturalmente, si tratta di uno schema teorico che non sempre, non completamente e non dappertutto è attuato allo stesso modo e soprattutto è solo una delle possibili modalità di gestione dei rifiuti. Evoluzioni tecniche e/o differenti indirizzi e priorità di gestione dei rifiuti possono comportare modifiche sostanziali allo schema, ma esso fornisce comunque uno schema di massima e le corrette terminologie riguardanti l'argomento.
La filiera della raccolta differenziata
I rifiuti raccolti in maniera differenziata possono sostanzialmente essere trattati, a seconda del tipo, mediante due procedure:
riciclaggio, per le frazioni secche;
compostaggio, per la frazione umida.

Riciclaggio dei rifiuti

Per approfondire, vedi le voci riciclaggio dei rifiuti e raccolta differenziata.
Il riciclaggio comprende tutte le strategie organizzative e tecnologiche per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento in discarica o distruttivo.
In Italia, il tasso di raccolta differenziata sta gradualmente crescendo (è oggi intorno al 22,7% per merito, soprattutto, delle regioni del Nord, dove supera il 35%), ma è ancora inferiore alle potenzialità.
A titolo di confronto, si consideri che in Germania il tasso di raccolta differenziata raggiungeva nel 2004 ben il 56% a livello nazionale.
Numerosi sono i materiali che possono essere riciclati: metalli, carta, vetro e plastiche sono alcuni esempi; vi sono tuttavia complessità associate ai materiali cosiddetti "poliaccoppiati" (cioè costituiti da più materiali differenti) come ad esempio flaconi di succhi di frutta o latte, nonché per oggetti complessi (per esempio automobili, elettrodomestici ecc): non sono tuttavia problemi insormontabili e possono essere risolti con tecnologie particolari, in parte già adottate anche in Italia.
Particolare è il caso della plastica, che come noto esiste in molte tipologie differenti e può essere costituita da molti materiali differenti (PET, PVC, polietilene ecc.). Tali diversi materiali vanno gestiti separatamente e quindi separati fra loro: questa maggior complicazione in passato ha reso l'incenerimento economicamente più vantaggioso del riciclo. Oggi tuttavia appositi macchinari possono automaticamente e velocemente separare i diversi tipi di plastica anche se raccolti con un unico cassonetto, pertanto l'adozione di queste tecnologie avanzate permette un vantaggioso riciclo.
Purtroppo in alcuni casi la plastica (in genere quella di qualità inferiore) viene comunque avviata all'incenerimento anche se dal punto di vista energetico e ambientale non è certo la scelta ottimale.

Compostaggio della frazione umida

Per approfondire, vedi la voce compost.
Il compostaggio è una tecnologia biologica usata per trattare la frazione organica dei rifiuti raccolta differenziatamente (anche detta umido) sfruttando un processo di bio-ossidazione, trasformandola in ammendante agricolo di qualità da utilizzare quale concime naturale: da 100 kg di frazione organica si ricava una resa in compost compresa nell'intervallo di 30-40 kg. [5] Tramite digestione anaerobica viene ottenuto anche del biogas che può essere bruciato per produrre energia elettrica e calore; in tal modo è possibile diminuire il livello di emissioni inquinanti della discarica e migliorarne la gestione approfittando anche della conseguente diminuzione dei volumi legata al riciclo dell'umido.
Il compostaggio, come si vede dal grafico, si differenzia dal TMB per il fatto di trattare esclusivamente l'umido e non il rifiuto indifferenziato, anche se il TMB può comprendere un processo simile al compostaggio (si veda sotto).

La filiera della raccolta indifferenziata
I rifiuti raccolti indifferenziatamente sono naturalmente molto più difficili da trattare di quelli raccolti in modo differenziato. Possono essere seguite tre strade principali:
Trattamenti a freddo, ovvero separazione e parziale recupero di materiali, biostabilizzazione e conferimento in discarica
Trattamenti a caldo ovvero incenerimento tal quale o a valle di separazione e produzione di CDR e conferimento in discarica
Conferimento diretto in discarica (oggi molto usato ma certamente da evitarsi).
In ogni caso è evidente che gli inevitabili scarti di quasti processi finiranno per forza di cose in discarica.

Trattamento a freddo dei rifiuti
Scopo dei processi di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati o residui (ossia i rifiuti che rimangono dopo la raccolta differenziata) è di recuperare una ulteriore parte di materiali riciclabili, ridurre il volume del materiale in vista dello smaltimento finale e di stabilizzare i rifiuti in modo tale che venga minimizzata la formazione dei gas di decomposizione ed il percolato. Da questi processi (fra cui il compostaggio), si ricava in genere sia materiali riciclabili, sia il biogas, cioè, in pratica, metano.

Per approfondire, vedi la voce Trattamento meccanico-biologico.
Il principale tipo di trattamento a freddo è il Trattamento meccanico-biologico (TMB). Esso separa la frazione organica ed i materiali riciclabili: permette quindi una ulteriore riduzione dell'uso delle discariche e degli inceneritori, il tutto con emissioni inquinanti nettamente inferiori rispetto a tali impianti. Infatti tratta i rifiuti indifferenziati a valle della raccolta differenziata, incrementando il recupero di materiali. In Germania, ad esempio, impianti TMB sono diffusi da circa una decina d'anni.
Dati relativi al quantitativo di rifiuti trattati in Italia tramite TMB e riferiti al 2004 indicano un totale di 7.427.237 t di rifiuti, con un picco nelle regioni del sud 3.093.965 t. L'incidenza percentuale del dato relativo al 2004 indica un valore pari al 20,5% del totale di rifiuti smaltiti tramite biostabilizzazione e produzione di CDR.[6]
Il TMB può essere utilizzato anche per produrre CDR (combustibile derivato dai rifiuti): è questa l'applicazione principale che ne viene fatta in Italia, soprattutto al sud. In questo caso viene rimosso solamente l'umido ed i materiali non combustibili (vetro, metalli) mentre carta e plastica sono confezionati in "ecoballe" da incenerire: in questo modo il trattamento a freddo si intreccia con quello termico.

Trattamento termico dei rifiuti
Fra i processi di trattamento a caldo (o termico) dei rifiuti, si distinguono tre processi di base:
Combustione (incenerimento)
Pirolisi
Gassificazione
Tutte queste tecnologie producono residui, a volte speciali, che richiedono smaltimento, generalmente in discarica. Sia in Italia che in Europa, gli impianti di trattamento termico di gran lunga più diffusi per i rifiuti urbani sono gli inceneritori.

Incenerimento con recupero energetico

Per approfondire, vedi le voci inceneritore e combustibile derivato dai rifiuti.
L'incenerimento è una tecnologia consolidata che permette di ottenere energia elettrica e fare del teleriscaldamento sfruttando i rifiuti indifferenziati o il CDR. Questi vengono bruciati in forni inceneritori e l'energia termica dei fumi viene usata per produrre vapore acqueo che, tramite una turbina, genera energia elettrica. La quantità di energia elettrica recuperata è piuttosto bassa (19-25%), mentre quella termica è molto maggiore. Tale energia è tuttavia minima a confronto con l'energia che si può risparmiare mediante il riciclaggio, che resta sempre l'opzione da preferire e incentivare rispetto a tutte le altre.

Pirolisi e gassificazione

Per approfondire, vedi le voci gassificatore e pirolisi.
La pirolisi e la gassificazione sono dei trattamenti termici dei rifiuti che implicano la trasformazione della materia organica tramite riscaldamento a temperature variabili (a seconda del processo da 400 a 1200 °C), rispettivamente in condizioni di assenza di ossigeno o in presenza di una limitata quantità di questo elemento. Gli impianti che sfruttano tali tecnologie in pratica, piuttosto che fondarsi sulla combustione, attuano la dissociazione molecolare ottenendo in tal modo molecole in forma gassosa più piccole rispetto alla originarie (syngas) e scorie solide o liquide. In confronto agli odierni inceneritori i rendimenti energetici possono essere maggiori se il syngas ottenuto viene bruciato in impianti ad alto rendimento e/o ciclo combinato (dopo opportuni trattamenti per eliminare eventuali vari residui, fra cui polveri, catrami e metalli pesanti a seconda del rifiuto trattato), mentre l'impatto delle emissioni gassose risulta sensibilmente ridotto.[7] In particolare il rendimento in produzione elettrica può arrivare, a detta di alcuni produttori, a oltre il doppio del più moderno inceneritore (si veda gassificatore).
Nonostante la tipologia di rifiuti trattabili sia (per alcuni tipi di impianto) la stessa degli inceneritori, tuttavia sono pochi gli impianti di questo genere che trattano rifiuti urbani tal quali: molto spesso infatti riguardano frazioni merceologiche ben definite quali plastiche, pneumatici, scarti di cartiera, scarti legnosi o agricoli oppure biomasse in genere. Questi impianti più specifici sono maggiormente diffusi. Ciò nonostante vi è chi ritiene che gli impianti di pirolisi e di gassificazione siano destinati a sostituire in futuro gli attuali inceneritori anche per i rifiuti urbani, diffondendosi ulteriormente e divenendo i principali trattamenti termici di riferimento.
Va anche osservato che in genere gli impianti di pirolisi e/o gassificazione sono più piccoli degli inceneritori, cioè ciascun impianto tratta un minor quantitativo di rifiuti. Questo comporta alcuni vantaggi: anzitutto si evita il trasporto dei rifiuti per lunghe tratte, responsabilizzando ciascuna comunità locale in merito ai propri rifiuti (smaltiti in loco e non "scaricati" a qualcun altro). In secondo luogo la flessibilità e le minor taglia degli impianti permette facilmente di aumentare la raccolta differenziata e ridurre il quantitativo di rifiuti totali, politiche difficilmente attuabili con inceneritori da centinaia di migliaia di tonnellate annue che necessitano di alimentazione continua. Infine anche i costi di realizzazione ed i tempi di ammortamento dovrebbero essere inferiori.



Per approfondire, vedi la voce discarica di rifiuti.
Il principale problema delle discariche è la produzione di percolato e l'emissione di gas spesso maleodoranti, dovuti alla decomposizione della frazione organica. Entrambi i problemi possono essere risolti rimuovendo la frazione organica mediante raccolta differenziata o pretrattando i rifiuti con il trattamento meccanico-biologico a freddo esposto in precedenza, riducendo fra l'altro anche i volumi da smaltire. La discarica può essere così usata per smaltire tutti i residui del sistema integrato di gestione dei rifiuti con un impatto ambientale minimo.
Oggi tuttavia vengono spesso avviati in discarica rifiuti indifferenziati o comunque contenenti materiali utili (vetro carta plastica ecc.) senza alcun pretrattamento; questa è certamente una soluzione semplice, comoda, economica ma ambientalmente sbagliata, e - purtroppo - in alcuni casi facilmente controllabile dalla malavita.

Conclusioni, costi e ruoli nel sistema integrato
Gestione dei rifiuti in Europa – 2001
Nazione
Riciclo
Incenerimento
Discarica
Altro
Austria
60%
10%
30%
1%
Belgio
35%
34%
27%
4%
Francia
25%
32%
43%
0%
Germania
42%
22%
25%
11%
Italia
17%
9%
67%
8%
Paesi Bassi
45%
33%
8%
14%
Regno Unito
12%
7%
80%
0%
La combustione dei rifiuti non è di per sé contrapposta o alternativa alla pratica della raccolta differenziata finalizzata al riciclo, ma dovrebbe essere solo un eventuale anello finale della catena di smaltimento. Inoltre è ovvio che, se un inceneritore viene dimensionato per bruciare un certo quantitativo di rifiuti, dovrà essere alimentato per forza con quel quantitativo, impedendo di fatto la riduzione dei rifiuti e l'aumento ulteriore della raccolta differenziata.
Per ragioni tecnico-economiche la tendenza è oggi quella di realizzare inceneritori sempre più grandi, con la conseguenza di alimentare il "turismo dei rifiuti" (cioè il trasporto di rifiuti anche da altre province se non da altre nazioni) con il conseguente inquinamento. In Italia questo fenomeno è stato accentuato dai forti incentivi statali che hanno favorito l'incenerimento a scapito di altre modalità di smaltimento più rispettose dell'ambiente.
In Italia si sono inceneriti nel 2004 circa 3,5 milioni di t/anno su un totale di circa 32 milioni di tonnellate di RSU totale prodotto, cioè circa il 12% (per un confronto con altri paesi europei si veda Inceneritore); tale pratica specie al Nord è in aumento, e in Lombardia ad esempio raggiunge il 34%.[6]Ciò che balza all'occhio è il grande ricorso allo smaltimento in discarica, che è in diminuzione (dal 2001 al 2004, al Nord -21%, al Sud -4% e al Centro -3%) [6] ma che interessa attualmente in tutto circa il 56,9% dei rifiuti urbani prodotti (45% al Nord, 69,5% al Centro, 73,2% al Sud; si stima che sul totale nazionale il 76% sia rifiuto da raccolta indifferenziata e il 24% siano residui dai diversi processi di trattamento: biostabilizzazione, CDR, incenerimento, residui da selezione delle R.D.), con conseguenze ambientali che si vanno aggravando soprattutto nel Sud, dove i pochi impianti di trattamento finale sono ormai saturi e la raccolta differenziata stenta a decollare: gli inceneritori sarebbero perciò, secondo alcuni, da aumentare (soprattutto al Sud). Tuttavia, se si considera che nei comuni più virtuosi la raccolta differenziata supera già adesso l'80%, si deduce che persino al Nord essa è ancora molto meno sviluppata di quanto potrebbe e che in alcune aree del Nord gli impianti di incenerimento sarebbero perfino sovradimensionati. Pertanto, il timore di alcuni è che non si potrà sviluppare appieno la raccolta differenziata e il riciclo per consentire agli inceneritori di funzionare senza lavorare in perdita, oppure si dovranno importare rifiuti da altre regioni.
Una considerazione importante è infatti che gli investimenti necessari per realizzare i termovalorizzatori sono molto elevati (il costo di un impianto in grado di trattare 421.000 t/anno di rifiuti è valutabile in circa 375 milioni di euro, cioè circa 850-900 € per tonnellata di capacità trattatabile[9]), e il loro ammortamento richiede, tenendo anche conto del significativo recupero energetico, circa 20 anni; perciò costruire un impianto significa avere l'«obbligo» (sancito da veri e propri contratti) di incenerire una certa quantità minima di rifiuti per un tempo piuttosto lungo.
È emblematico a questo proposito il caso dell'inceneritore costruito recentemente dall'Amsa a Milano, Silla 2: inizialmente aveva avuto l'autorizzazione per bruciare 900 t/giorno di rifiuti, poi si è passati a 1250 e infine a 1450t/g. Se si guarda alla gestione dei rifiuti a Milano, ci si accorge che la raccolta differenziata raggiunge il 30% circa[10] (dato sostanzialmente invariato da anni), e gran parte del rimanente viene incenerito da Silla 2. Se si considera che la media di riciclo della provincia di Milano è, escludendo il capoluogo, del 51,26% in costante miglioramento, e in particolare del 59,24% per i comuni con meno di 5 000 abitanti e del 55% per quelli fra i 5 e i 30 000,[10] e che a Milano la raccolta dei rifiuti organici non è mai andata oltre la sperimentazione in piccole aree della città, nonostante il più che collaudato sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta e la notevole sensibilizzazione della popolazione, che permetterebbero sicuramente di fare molto di più, è normale che sorga il sospetto che non si punti sulla raccolta differenziata proprio per alimentare Silla 2 e ripagare l'investimento.
È interessante confrontare i costi dello smaltimento dei rifiuti di una città come Milano che fa ampio ricorso all'incenerimento con quelli di città che puntano sulla differenziata: a Milano nel 2005 si sono spesi 135,42 €/abitante contro una media provinciale di 110,16 e contro gli 83,67 di Aicurzio, paese più virtuoso di Lombardia nel 2005 col 70,52% di raccolta differenziata.Il sindaco di Novara inoltre nel 2007 ha dichiarato che portando in due anni la raccolta differenziata nella città dal 35 al 68% si sono risparmiati due milioni di euro, mentre ad esempio il sindaco di Torino per sostenere la necessità dell'inceneritore del Gerbido ha dichiarato che «in qualsiasi centro urbano superare il 50% è un miracolo, perché la gestione di questo tipo di raccolta ha dei costi non sostenibili per i cittadini»; eppure a San Francisco è oltre il 50% già dal 2001.

sabato, gennaio 12, 2008

FURTI NEI SUPERMERCATI


Furti nei supermercati, ammanchi da 3 miliardi di euro
Ogni famiglia "versa" 157 euro all'anno per compensare il taccheggio. A non passare dalla cassa soprattutto lamette da barba e parmigiano
Un bottino da 3,08 miliardi di euro in un anno: a tanto ammonta il valore delle merci sottratte da taccheggi ed errori amministrativi alla Gdo, la grande distribuzione organizzata, nel periodo compreso tra giugno 2006 a giugno 2007. Supermercati, ipermercati e centri commerciali hanno visto “svanire” dai loro scaffali l’1,5% di prodotti in più rispetto all’anno scorso, rispetto alla media europea che si limita a un +0,85%. A indignarsi per l’aumento dei furti non dovrebbero essere solo le grandi insegne della distribuzione, ma anche i consumatori: sono loro alla fine che pagano anche per chi non passa dalla cassa. Al punto che ogni famiglia, in un anno, versa un “extra” alla Gdo di circa 157 euro.



È questo il bilancio dell'edizione 2007 del “Barometro mondiale dei furti nel retail” commissionato da Checkpoint Systems e condotto dal Centre for retail research. L’indagine ha per la prima volta raccolto a livello mondiale i dati sulle perdite dovute a furti, frodi o danni in 820 grandi retailer di tutto il mondo. Il fatturato complessivo dei taccheggiatori è davvero sorprendente: quasi 696 miliardi di euro.A rubare in ipermercati o grandi magazzini sono soprattutto i clienti, colpevoli nel 50,8% dei casi. L’altra metà della torta se la spartiscono i dipendenti infedeli (28,4%), i fornitori (7%) e gli errori amministrativi, ai quali va attribuito il 13,8% delle perdite. Le regioni del nord (53,3%) sono quelle più colpite. Primato alla Lombardia, che registra ammanchi di merce per un valore di circa 720 milioni di euro. Seguono il centro (28,4%) e il sud (18,3%).La classifica degli oggetti più rubati non è per nulla scontata. Al primo posto, con il 22%, spiccano le lamette da barba (ogni 4 confezioni vendute la quinta non passa dalla cassa), seguite dalle costose cartucce d'inchiostro per stampanti (15%) e dall’italianissimo Parmigiano reggiano (10%). Nelle mire dei taccheggiatori anche cosmetici (+12,4%), superalcolici (+21,8%), abbigliamento griffato (+12,2), carne e salumi. In costante aumento anche i furti di carni e formaggi (+10,8%).Poco rubate le calzature, i giocattoli e - forse per un minore appeal - giornali e riviste.Nella classifica europea dei tassi di differenze inventariali più alti, l’Italia si pone al quarto posto. La maglia nera spetta alle Repubbliche Baltiche (Lituania, Estonia e Lettonia), anche se è il Regno Unito a segnare il valore delle merci sottratte più elevato, per un totale di quasi 5,6 miliardi di euro (1,34%).


TANTO PER RIMANERE A SAVONA, CONOBBI UN "SEGRETARIO POLITICO" CHE RUBAVA ALL'IPERCOOP, VENNE PURE SORPRESO DALLA SORVEGLIANZA , FERMATO E PERQUISITO DALLA POLIZIA DI STATO, IL SUO NOME RISULTA SUL VERBALE DELLA QUESTURA DI SAVONA. IL TIPO DOVETTE PAGARE PER NON ESSERE PROCESSATO CIRCA 1000 EURO.


FUNICULI' FUNICULA'......







CHI SONO I RESPONSABILI DELLA CATASTROFE AMBIENTALE DI NAPOLI ??? OLTRE ALLA CAMORRA E AGLI STESSI NAPULITANI ??? OSSERVA LE IMMAGINI , E CI ARRIVI DA SOLO.........




GLI ANNUNCI DELLE MASSAGIATRICI


E’ oramai una pratica consolidata quella delle “massaggiatrici domestiche” che pubblicano a pagamento, sulle pagine degli annunci, la loro inserzione che in genere e’ estremamente esplicita e lascia poco spazio alla immaginazione, visto che pubblicizza : “completo massaggio”, “bellissima presenza”, “riceve in ambiente riservato”, “affascinante presenza”, “massaggi particolari”, “transex affascinante “, “novita’ assoluta, riceve giorno e notte”…. il tutto seguito da recapiti di cellulare. Anche un cretino, capisce senza alcuna difficolta’ a quale tipologia appartiene l’operatore o l’operatrice che si pubblicizza. Lasciamo un attimo l’aspetto etico della cosa, ed addentriamoci nell’aspetto economico: ho letto le tariffe a parola, pubblicate da un noto quotidiano locale ligure, mediamente il costo si aggira a parola su 1,50, visto che ogni annuncio e’ di 13 – 14 parole,un annuncio in genere ha un prezzo di 21 euro. Ho conteggiato gli annunci su ogni quotidiano , vanno da 120 a 150 sulle ultime pagine ; Se moltiplichiamo il tutto per i giorni della settimana, dei mesi e poi per un anno, emerge che ogni quotidiano incassa al mese la bellezza di 80 mila che fanno all’anno una cifra di grande riguardo : ben 960 mila euro. In Liguria i quotidiani che pubblicano questi annunci sono tre, i quali grazie alle massaggiatrici hanno un notevole ricavo economico, divedendosi una torta enorme. Leggendo con attenzione e spulciando tra gli annunci e i recapiti cellulari, facendo una comparazione, ho pure notato che la stessa massaggiatrice si pubblicizza su tre diversi giornali, triplicando la spesa per le tre inserzioni. E’ peraltro noto da quali attivita’ “manuali ed intellettuali” provengono i soldi con cui le “signore” pagano la pubblicazione degli annunci, e’ anche noto che molte di queste operatrici sono schiavizzate da un protettore, e i giornali non si scandalizzano quando incassano, forse sarebbe opportuno un attento esame di coscienza. Ad ogni modo e’ proprio vero il detto dell’imperatore romano Vespasiano : i soldi non puzzano.

giovedì, gennaio 10, 2008

In vendita i segreti dei partigiani


Apprendo che il Signor De Marco, noto storico-giornalista savonese, sta per vendere un grande ed importante archivio che contiene moltissima documentazione legata a cio’ che accadde in provincia di Savona durante la resistenza. Secondo me , questo preziosissimo archivio dovrebbe essere pubblicato e reso fruibile a tutti coloro che ne facessero richiesta, sia enti e fondazioni che privati cittadini. Infatti a tutt’oggi, molti caduti sia partigiani che appartenenti alla R.S.I. non hanno avuto una cristiana sepoltura. I loro familiari, nipoti e pronipoti, non sanno dove andare a pregare o a deporre un fiore, infatti dopo il 25 aprile si scateno’ una serie di vendette che insanguino’ in modo profondo la provincia di Savona con uccisioni indiscriminate, violenze, stupri e ruberie. Un fatto molto importante su cui non si riusci’ a fare luce fu la sparizione , il 26 aprile del 45 , giovedi’, della cassa della divisione San Marco. La San Marco con circa 15mila effettivi, era schierata sul territorio della provincia di Savona, con la sede del comando ad Altare. La cassa divisionale conteneva 92 milioni di lire della R.S.I., corrispondenti a 9 miliardi e 750 milioni di vecchie lire della attuale repubblica italiana,quella montagna di soldi , era sigillata in sacchi a loro volta contenuti in una cassa portavalori. La cassa fu presa in “consegna” da un comandante di una formazione partigiana Garibaldina presso Carpeneto, Ovada, e come per magia, spari’. Qualcuno dice che tutti questi soldi finirono , in gran parte, nella cassa di un partito (!) e qualche partigiano pare , pochi per la verita’, si sarebbe arricchito improvvisamente, d'altronde chi va al mulino si infarina. Forse nelle preziose carte del Signor Di marco, si puo’ trovare una risposta a questo interrogativo ed a molti altri che ancora tormentano tante persone.

martedì, gennaio 08, 2008

NAPOLI


Napoli - Ancora scontri, proteste e tafferugli con la polizia. Un autobus dato alle fiamme a Monterusciello, a Pozzuoli, altri autobus bloccati dai manifestanti, un’auto della stradale danneggiata, due poliziotti contusi e medicati in ospedale, i due agenti della polizia sono stati feriti durante un’operazione di sgombero di un posto di blocco. È il bilancio degli incidenti di Monterusciello, frazione del comune di Pozzuoli, dove è in atto la protesta contro la riapertura della vicina discarica di Pianura. La polizia ha fermato uno dei manifestanti, la cui posizione è ora al vaglio degli investigatori. L'auto della polizia è stata danneggiata da gruppi di manifestanti contrari all’apertura della discarica di Pianura, che sono entrati in contatto con le forze dell'ordine. Da Pianura un folto numero di dimostranti si è spostato in direzione di via Campana, dove secondo notizie non ancora confermate, si sarebbero concentrati i mezzi pesanti delle forze dell’ordine, forse nel tentativo di aprire un varco in uno dei tre accessi alla discarica.

Rotto l'isolamento di Quarto Dopo due giorni di blocchi e proteste finisce l’isolamento di Quarto. Le forze dell’ordine hanno liberato il varco di Montagna Spaccata, in via Campana, al confine tra Pozzuoli e Quarto, dove non hanno incontrato particolari resistenze dei manifestanti, un migliaio circa. Rimossi anche i blocchi di via Masullo e lungo la variante della strada statale VII quater bis che congiunge Quarto con la tangenziale di Napoli. Per liberare la zona sono stati effettuati alcuni lanci di lacrimogeni.

Piano del governo Il governo vara il piano per affrontare l'emergenza rifiuti: saranno "utilizzati i siti immediatamente utilizzabili dal decreto 87 del 2007, ai quali si affiancheranno altri individuati dalle autorità competenti". Lo ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi. "Il governo ha quindi deciso di predisporre un piano operativo per lo smaltimento dei rifiuti normali e speciali". L’attuale capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Gianni De Gennaro, è stato nominato commissario straordinario per lo smaltimento dei rifiuti per i prossimi 120 giorni. Lo ha annunciato oggi il presidente del consiglio Romano Prodi, spiegando che De Gennaro sarà affiancato dal generale di divisione Franco Giannini

lunedì, gennaio 07, 2008

FOIBE E CRIMINI DEL COMUNISMO, DI CUI BISOGNA SEMPRE DIFFIDARE; NON CAMBIANO MAI, LA SORIA INSEGNA







"Resistenza": Foibe
Le «foibe», cioè le fosse, le numerose profonde cavità naturali carsiche di cui è disseminata la regione dell'estremo nord-est italiano. Con questo stesso termine intendiamo indicare una tragedia grande e ignorata nella quale piombarono le popolazioni italiane del confine orientale vittime del terrore comunista.

Foibe: c'è ancora chi le nega. E chi le rivendica
tratto da: L'Indipendente, 14 febbraio 2006.

Non è una manifestazione d'odio ideologico isolata la vignetta sulle foibe apparsa sul sito dei giovani comunisti italiani. Dove qualche giorno fa, in contemporanea alla giornata della memoria, appariva sulla pagina on line del Pdci una serie di immagini dove veniva raffigurata l'azione di uno scarpone che schiacciava nelle buche carsiche le immagini di Hitler e Mussolini. Accanto al disegno, come didascalia, si poteva leggere: «Nelle foibe solo fascisti e spie! I nostri ricordi li riserviamo alle loro vittime».

A dimostrazione che i giovani comunisti del Pdci non son solo gente plumbea, ma anche ignorante. Visto che è noto che nelle cavità carsiche finirono non solo fascisti ma anche molti italiani non fascisti, antifascisti, partigiani, ebrei, donne e bambini. Semplicemente perché italiani.

Sarà anche per questo che il leader del Pdci, Oliviero Diliberto - uomo di buone letture e di solida cultura - dopo un paio di giorni di imbarazzato silenzio, pur con molti ma e però, ieri si è deciso a prendere parzialmente le distanze dall'intemerata dei giovani del suo partito, apostrofando la loro iniziativa come un'idiozia. «E' sicuramente una vignetta sbagliata» - ha detto Diliberto al Corriere della Sera - «Il nostro partito è in prima fila, praticamente da solo, nella battaglia contro il revisionismo storico [...] Tutto ciò però non ha nulla a che fare con atteggiamenti idioti, superficiali e profondamente e politicamente sbagliati che omettono di rendere omaggio alle vittime innocenti della guerra e delle sue tragedie. La mia condanna sulla vignetta è totale».
Ma si diceva che quella dei giovani comunisti del Pdci è solo la manifestazione più visibile e più rozza del livore che permane verso la causa e la vicenda umana delle genti d'Istria e Dalmazia. Basta farsi un giro su Indymedia, il sito che funziona da cervello collettivo di tutta la galassia disobbediente e no global, per imbattersi in maramaldeggiamenti su foibe e infoibati. In una pagina del sito infatti campeggia una grande foto del maresciallo Tito corredata dalla nota: «Un eroe del nostro tempo, un grande combattente per la libertà, per la verità e per i diritti umani».

Nell'abbozzata biografia del dittatore jugoslavo invece a proposito delle foibe si legge: «Finita la guerra Tito si appropria dell'Istria italiana. Una vicenda dolorosa, quella della spartizione della penisola, con migliaia di profughi che devono lasciare le loro case, mentre quelli che restano sono vittime di sanguinose faide ("foibe")». Dove le foibe sembrano un accidente della storia e non l'esito tragico dell'ordine criminale dato dallo stesso Tito ai suoi soldati di spazzare via gli italiani in un'operazione di pulizia etnica di inaudita ferocia. Operazione che miete evidentemente consensi tra i frequentatori di Indymedia. Sotto la vignetta comparsa sul sito del Pdci infatti, si leggono commenti come questi: «10-100-1000 foibe. Perché provare pietà per dei morti fascisti?», scrive uno che si firma Ska e precisa di «non essere uno stalinista ma un no global».
Mentre a chi ricorda che nelle foibe furono trovati anche dei bambini e chiede polemicamente ai suoi interlocutori del forum di Indymedia se fossero "spie fasciste" pure loro, un certo Antifa risponde: «Lo sarebbero diventati da adulti. L'antifascismo militante è saggio e lungimirante». Se poi dal rivendicazionismo si passa al negazionismo ci si ritrova nelle farneticazioni dei marxisti leninisti italiani. La loro tesi è che nel settembre 1943 non 15 mila come furono ma «circa 500 fascisti italiani, slavi collaborazionisti e soldati tedeschi furono giudicati colpevoli di crimini contro la popolazione locale, passati per le armi dai partigiani slavi e italiani e i loro corpi infoibati».
Fenomeni isolati? Non proprio, se si pensa che lo scorso 10 febbraio si sono dovuti registrare a Palermo e Milano i rifiuti di alcuni presidi delle scuole superiori di far commemorare le vittime delle foibe.

E che contestazioni di sedicenti presidi antifascisti si sono tenute in tutta Italia contro la giornata della memoria.
Infoibamenti
tratto da: Federica SAINI FASANOTTI, La gioia violata. Crimini contro gli italiani 1940-1946, Ares, Milano 2006, p. 140.152-154

L'uso delle foibe come luogo nascosto in cui furono fatti sparire dai partigiani titini centinaia di cadaveri o persone ancora in vita, ritenute o solamente sospettate di essere oppositori al nuovo corso politico della Iugoslavia è ormai noto e ben documentato. Vengono riportate in questa sede nuove testimonianze tratte dagli archivi militari e fino ad oggi inedite, come la pubblicazione a stampa «Trattamento degli italiani da parte jugoslava dopo l'8 settembre 1943» compilata dal Gruppo Ricerche del Servizio Informazioni Militare nell'immediato dopoguerra. [...]

Il numero delle foibe utilizzate allora rimane tutt'oggi imprecisato, ma alcune di esse sono tristemente passate alla storia, come ad esempio la foiba di Vines, detta anche "dei colombi". Tra il 6 e il 25 ottobre 1943 dalle sue viscere furono estratti 84 cadaveri di militari e civili italiani, situati a una profondità di 66 e 146 metri. Tutte le salme presentavano i polsi fissati con del filo di ferro del diametro di circa due millimetri, stretto fino a spezzare il polso. Molti cadaveri erano legati in coppia ai due avambracci, soltanto uno, solitamente, presentava segni di colpi d'arma da fuoco, il che fa supporre che la vittima si trascinasse dietro il compagno vivo.

Nella relazione di un tenente di vascello, si legge che a Basovizza (1), a circa 350 metri dal paese, anni prima era stato scavato un pozzo, detto "della miniera" da una società in cerca di carbone; esso era un buco verticale profondo 249 metri, la cui apertura ne misurava 36. Dal 3 al 7 maggio 1945 il pozzo fu utilizzato per uccidere prigionieri o celare cadaveri. Quando si scavò, poco tempo dopo, le salme recuperate furono 600, fra cui anche quelle di 23 neozelandesi in divisa. Testimoni oculari raccontarono di gruppi compatti, che andavano dalle cento alle cinquecento persone, precipitati nella voragine. A testimonianza di un lugubre rituale si presentava, spesso, ai gruppi di ricerca, la carogna di un cane nero: la leggenda vuole che le anime dei morti insepolti vaghino di notte, se incustodite, anelando a sepoltura; mentre la presenza del cane nero libera gli assassini della grave colpa commessa.

Il 28 marzo del 1946 il quotidiano "Grido dell'Istria" denunciò in prima pagina Tito come criminale di guerra, in virtù delle atrocità e delle infrazioni commesse contro le norme codificate nella IV Convenzione dell'Aja, nel 1907 (2). Denunce analoghe si erano già levate, attraverso la stampa locale, negli anni precedenti: nell'ottobre 1943 "Il Piccolo" di Trieste intitolava un articolo su quelle tragiche giornate in Istria: "La corriera della morte". In esso si parlava dei partigiani come di rappresentanti dell'anarchia, del loro governo come di un'occupazione brigantesca che aveva portato alla disorganizzazione, soprattutto nel campo dell'alimentazione; oltre a ciò vennero denunciati i casi di detenzioni di innocenti e di numerose fucilazioni. Ma perché la "corriera della morte"? Essa servì a portare via da Pisino gli italiani provenienti da Parenzo, dei quali si erano perse sul momento le tracce, ma che poi vennero ritrovati nelle foibe (3).

Il "Corriere Istriano" il 19 ottobre 1943 dedicava un'intera pagina al «modus agendi» dei partigiani al momento di gettare gli italiani dentro le voragini carsiche: "[...] Sui sassi intorno all'orifizio della foiba che si trova in una località isolata, contraddistinto dalla macchia carsica tutta doline e rilievi, si scorgevano tracce di sangue e bossoli vuoti di fucile e di pistola. Lungo una specie di piano inclinato che porta all'orlo del precipizio, nel fango rossastro vi erano delle impronte, come di corpi inerti che fossero scivolati lungo il declivio. Non poteva esservi alcun dubbio anche perché l'atroce odore dei corpi in decomposizione ammorbava l'aria" (4).

L'articolo continuava descrivendo le operazioni di recupero dei cadaveri dalle fosse comuni, come ad esempio da quella della foiba di Vines: "Con l'ausilio di tecnici minerari che prepararono l'impalcatura, e dei vigili del fuoco del corpo di Pola che si calarono animosamente nella voragine, si poterono recuperare l'altro giorno due salme giacenti su una specie di gradino a circa settanta metri di profondità, mentre altre risultano trovarsi molto più in basso. L'estrazione dei cadaveri è stata quanto mai laboriosa. [...] I due disgraziati avevano le mani legate con del filo di ferro, i cui due capi erano stati attorcigliati e stretti con le pinze in modo da segare la pelle dei polsi. Presentavano ferite d'arma da fuoco ai due lati del torace" (5).

"Il Piccolo" definiva i massacratori di Vines peggiori di quelli di Katyn in Russia (6), per proseguire poi con le macabre descrizioni delle riesumazioni dei giorni successivi (7), anche attraverso i racconti dei pochi sopravvissuti (8). Le notizie del ritrovamento di nuove fosse comuni continuarono fino alla fine dell'anno, documentate non solo dalla stampa locale, ma anche da quella nazionale, come la "Nuova stampa" di Torino, dall' "Italia Nuova" e da "Il Momento" di Roma che denunciava, attraverso una velina ANSA, la volontà del governo iugoslavo di far sparire ogni traccia delle stragi avvenute (9). Il "Giornale d'Italia" di Roma continuò per tutto il 1946 a parlare dei fatti istriani, non tralasciando truci descrizioni: "[...] nessuno poteva risalire dall'abisso senza l'aiuto dei carnefici che li avevano buttati nella voragine oscura, dopo averli spogliati degli abiti e delle scarpe, ancora utilizzabili, e dopo avere bruciato ai margini della fossa tutti i documenti di riconoscimento" (10).

La quantificazione del fenomeno degli infoibamenti non è tuttora giunta a dati definitivi. Stime recenti danno una cifra di circa diecimila persone eliminate nelle foibe o nei campi di concentramento (11).


1) AUSSME, foglio n. 14662/C5 in data 6 maggio 1946, Relazione sommaria sui delitti commessi dagli slavo comunisti in Venezia Giulia, doc. 39, p.27.
2) "Grido dell'Istria", 28 marzo 1946, prima pagina.
3) "Il Piccolo", 15 ottobre 1943.
4) "Corriere Istriano", 19 ottobre 1943.
5) Ibid.
6) "Il Piccolo", 23 ottobre 1943.
7) "Il Piccolo", 26 ottobre 1943.
8) "Il Piccolo", 4 novembre 1943.
9) "Il Momento", 12 febbraio 1946.
10) "Giornale d'Italia", 11 aprile 1946.
11) G. OLIVA, "La resa dei conti", A. Mondadori Editore, Milano 1999, p. 178.

Mappa delle foibe
tratto da: www.lefoibe.it

Foiba di Basovizza e Monrupino (Trieste) - Oggi monumenti nazionali. Diverse centinaia sono gli infoibati in esse precipitati.

Foiba di Scadaicina - Sulla strada di Fiume.

Foiba di Podubbo - Non è stato possibile, per difficoltà, il recupero. Il Piccolo del 5.12.1945 riferisce che coloro che si sono calati nella profondità di 190 metri, hanno individuato cinque corpi - tra cui quello di una donna completamente nuda - non identificabili a causa della decomposizione.

Foiba di Drenchia - Secondo Diego De Castro vi sarebbero cadaveri di donne, ragazze e partigiani dell'Osoppo.


Abisso di Semich - "...Un'ispezione del 1944 accertò che i partigiani di Tito, nel settembre precedente, avevano precipitato nell'abisso di Semich (presso Lanischie), profondo 190 metri, un centinaio di sventurati: soldati italiani e civili, uomini e donne, quasi tutti prima seviziati e ancor vivi. Impossibile sapere il numero di quelli che furono gettati a guerra finita, durante l'orrendo 1945 e dopo. Questa è stata fina delle tante Foibe carsiche trovate adatte, con approvazione dei superiori, dai cosiddetti tribunali popolari, per consumare varie nefandezze. La Foiba ingoiò indistintamente chiunque avesse sentimenti italiani, avesse sostenuto cariche o fosse semplicemente oggetto di sospetti e di rancori. Per giorni e giorni la gente aveva sentito urla strazianti provenire dall'abisso, le grida dei rimasti in vita, sia perché trattenuti dagli spuntoni di roccia, sia perché resi folli dalla disperazione. Prolungavano l'atroce agonia con sollievo dell'acqua stillante. Il prato conservò per mesi le impronte degli autocarri arrivati qua, grevi del loro carico umano, imbarcato senza ritorno..." (Testimonianza di Mons. Parentin - da La Voce Giuliana del 16.12.1980).

Foibe di Opicina, di Campagna e di Corgnale - "Vennero infoibate circa duecento persone e tra queste figurano una donna ed un bambino, rei di essere moglie e figlio di un carabiniere ..."(G. Holzer 1946).

Foibe di Sesana e Orle - Nel 1946 sono stati recuperati corpi infoibati.


Foiba di Casserova - Sulla strada di Fiume, tra Obrovo e Golazzo. Ci sono stati precipitati tedeschi, uomini e donne italiani, sloveni, molti ancora vivi, poi, dopo aver gettato benzina e bombe a mano, l'imboccatura veniva fatta saltare. Difficilissimi i recuperi.

Abisso di Semez - Il 7 maggio 1944 vengono individuati resti umani corrispondenti a ottanta - cento persone. Nel 1945 fu ancora "usato".

Foiba di Gropada - Sono recuperate cinque salme. " Il 12 maggio 1945 furono fatte precipitare nel bosco di Gropada trentaquattro persone, previa svestizione e colpo di rivoltella "alla nuca". Tra le ultime: Dora Ciok, Rodolfo Zuliani, Alberto Marega, Angelo Bisazzi, Luigi Zerial e Domenico Mari".

Foiba di Vifia Orizi - Nel mese di maggio del 1945, gli abitanti del circondario videro lunghe file di prigionieri, alcuni dei quali recitavano il Padre Nostro, scortati da partigiani armati di mitra, essere condotte verso la voragine. Le testimonianze sono concordi nell'indicare in circa duecento i prigionieri eliminati.


Foiba di Cernovizza (Pisino) - Secondo voci degli abitanti del circondario le vittime sarebbero un centinaio. L'imboccatura della Foiba, nell'autunno del 1945, è stata fatta franare.

Foiba di Obrovo (Fiume) - E' luogo di sepoltura di tanti fiumani, deportati senza ritorno.

Foiba di Raspo - Usata come luogo di genocidio di italiani sia nel 1943 che nel 1945. Imprecisato il numero delle vittime.

Foiba di Brestovizza - Così narra la vicenda di una infoibata il "Giornale di Trieste" in data 14.08.1947. "Gli assassini l'avevano brutalmente malmenata, spezzandole le braccia prima di scaraventarla viva nella Foiba. Per tre giorni, dicono i contadini, si sono sentite le urla della misera che giaceva ferita, in preda al terrore, sul fondo della grotta."

Foiba di Zavni (Foresta di Tarnova) - Luogo di martirio dei carabinieri di Gorizia e di altre centinaia di sloveni oppositori del regime di Tito.


Foiba di Gargaro o Podgomila (Gorizia) - Vi furono gettate circa ottanta persone.

Capodistria - Le Foibe - Dichiarazioni rese da Leander Cunja, responsabile della Commissione di indagine sulle Foibe del capodistriano, nominata dal Consiglio esecutivo dell'Assemblea comunale di Capodistria: "Nel capodistriano vi sono centosedici cavità, delle ottantuno cavità con entrata verticale abbiamo verificato che diciannove contenevano resti umani. Da dieci cavità sono stati tratti cinquantacinque corpi umani che sono stati inviati all'Istituto di medicina legale di Lubiana. Nella zona si dice che sono finiti in Foiba, provenienti dalla zona di S. Servolo, circa centoventi persone di etnia italiana e slovena, tra cui il parroco di S. Servolo, Placido Sansi. I civili infoibati provenivano dalla terra di S. Dorligo della Valle. I capodistriani, infatti, venivano condotti, per essere deportati ed uccisi, nell'interno, verso Pinguente. Le Foibe del capodistriano sono state usate nel dopoguerra come discariche di varie industrie, tra le quali un salumificio della zona"

Foiba di Vines - Recuperate dal Maresciallo Harzarich dal 16.10.1943 al 25.10.1943 cinquantuno salme riconosciute. In questa Foiba, sul cui fondo scorre dell'acqua, gli assassinati dopo essere stati torturati, finirono precipitati con una pietra legata con un filo di ferro alle mani. Furono poi lanciate delle bombe a mano nell'interno. Unico superstite, Giovanni Radeticchio, ha raccontato il fatto.

Cava di Bauxite di Gallignana - Recuperate dal 31 novembre 1943 all'8 dicembre 1943 ventitré salme di cui sei riconosciute. Don Angelo Tarticchio nato nel 1907 a Gallesano d'Istria, parroco di Villa di Rovigno. Il 16 settembre 1943 - aveva trentasei anni - fu arrestato dai partigiani comunisti, malmenato ed ingiuriato insieme ad altri trenta dei suoi parrocchiani, e, dopo orribili sevizie, fu buttato nella foiba di Gallignana. Quando fu riesumato lo trovarono completamente nudo, con una corona di spine conficcata sulla testa, i genitali tagliati e messi in bocca.


Foiba di Terli - Recuperate nel novembre del 1943 ventiquattro salme, riconosciute.

Foiba di Treghelizza - Recuperate nel novembre del 1943 due salme, riconosciute.

Foiba di Pucicchi - Recuperate nel novembre del 1943 undici salme di cui quattro riconosciute.

Foiba di Surani - Recuperate nel novembre del 1943 ventisei salme di cui ventuno riconosciute.

Foiba di Cregli - Recuperate nel dicembre del 1943 otto salme, riconosciute.


Foiba di Cernizza - Recuperate nel dicembre del 1943 due salme, riconosciute.

Foiba di Vescovado - Scoperte sei salme di cui una identificata.

Altre foibe da cui non fu possibile eseguire recupero nel periodo 1943 - 1945: Semi - Jurani - Gimino - Barbana - Abisso Bertarelli - Rozzo - Iadruichi.

Foiba di Cocevie a 70 chilometri a sud-ovest da Lubiana.

Foiba di San Salvaro.

Foiba Bertarelli (Pinguente) - Qui gli abitanti vedevano ogni sera passare colonne di prigionieri ma non ne vedevano mai il ritorno.


Foiba di Gropada.

Foiba di San Lorenzo di Basovizza.

Foiba di Odolina - Vicino Bacia, stilla strada per Matteria, nel fondo dei Marenzi.

Foiba di Beca - Nei pressi di Cosina.

Foibe di Castelnuovo d'Istria - "Sono state poi riadoperate - continua il rapporto del Cln - le foibe istriane, già usate nell'ottobre del 1943".

Cava di bauxite di Lindaro.

Foiba di Sepec (Rozzo).